Dicesi “Singletudine” un momento, più o meno lungo, della nostra vita in cui ci ritroviamo soli.
C’è chi a questo è abituato e c’è chi invece, durante il periodo di singletudine, si annulla e si dà alla continua ricerca dell’altra metà per sentirsi perfetto.
Entrambi i tipi di single però, forse anche per consolarsi, ad un certo punto pronunciano la mitica frase “Mo che sto da solo… Me diverto!” spessissimo aggiungendo “alla faccia tua brutto/a stronzo/a” (l’EX….).
Per fortuna che ci vengono incontro i vari amici/parenti che durante la nostra singletudine tirano fuori la fatidica frase: «Ora che sei sola/o ho una persona da presentarti…»
Il candidato in genere è un non meglio specificato ‘amico del cugino del parente dello zio’….«È tanto che volevo presentartelo! Guarda è single, carino, simpatico, c’ha una bella casa, una bella macchina, un bel lavoro….».
E a quel punto la domanda che ti assilla è: ma questo (l’amico, parente) di me che gli avrà detto al tizio?? «Guarda che ho una disperata da farti incontrare? Una disponibile? Un’affamata….??». Ovviamente se lo chiedi a lui (l’amico, parente) ti risponderà: «Ma chi io?? Ma nieeeente solo usciamo, ci vediamo, siamo un po’ di gente….». Col cavolo che ci credo…. Se a me ha fatto l’analisi patrimoniale, chissà cos’avrà detto a lui!!!!!!
In ogni caso sempre meglio l‘analisi patrimoniale che quando ti dicono «Ehm…. Ha una grande personalità… è simpatico». Lì puoi esserne sicuramente certa: è un cesso!
Comunque la maggior parte della volte, spinti dalla curiosità, e dal “Chissà” si accetta il fatidico incontro.
Si parte dalla scelta dell’abbigliamento che sarà molto curato, molto carino, molto “evidenziatore” ma… non troppo! Primo perché se è un mega cesso non si merita tanta grazia e secondo perché se invece lui merita, tu non ti devi mostrare troppo ”disponibile”…
Dopo una spruzzata esagerata di chili di profumo, ci si dirige al luogo dell’incontro. Durante il tragitto le domande sono le seguenti: «Ma che faccio?? Tanto non mi piacciono mai quelli degli appuntamenti al buio!! E giustamente se sta da solo ci sarà un motivo… O magari ha incontrato qualche stronza che non lo meritava, mentre invece lui merita… E se è un cesso spaventoso che gli dico? Mi sa che chiamo Gina e le dico di chiamarmi comunque a una certa ora per una cosa urgente, così posso scappare…E se poi invece mi piace? E se è uno di quelli che ti parlano a un centimetro? Li odio quelli!! Oddio… pensa se è uno di quelli che mentre ti parla ti deve toccare per forza… che fastidiooooo!! Se mi tocca due volte di seguito poi lo tocco io… con un destro…!»
E finalmente arrivi… entri nel locale… ti guardi intorno con un po’ di titubanza… fingi di ignorare la vocina nella testa che ti dice «Scappa!! Scappa!! Scappa!!» Quando… scorgi tra la gente il braccio alzato dell’amico-parente che ti dice «Hey!!! Siamo qui!!!» e cominci ad avanzare… Passi lenti…Cuore che accelera, salivazione azzerata… Saluti l’amico parente… Non spizzi il resto del mondo come a poker…. Finché…. Senti quelle tre paroline magiche che ti permettono di girarti e finalmente guardare… «Questo è…. Gino…» Ti volti……….
ODDIOUNMEGACESSOSPAVENTOSOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
(Vabbè magari è simpatico… O interessante…….)
Il cuore si ferma… lo guardi e impedisci al tuo viso di far trasparire il tuo disgusto… Allunghi la mano e con un filo di voce e un sorriso plastico dici: «Piacere…» (ma de che??). Lui afferra la tua mano con avidità, la scrolla sette otto volte e con un fantastico sorriso replica: «Il piacere è tutto mio!!!!!» (Ah di questo puoi esserne certo… e che c’avrai da ridere poi???)
«Ma hai sentito che freddo?! Eh l’inverno è proprio arrivato… »
(No, ti prego non lo dire…)
«Una volta mica era così…»
(Se lo dice giuro che urlo…)
«Come si dice? Non ci sono più le mezze stagioni!»
(Nooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!! L’ha dettooooooooooooooooo!!!!!!!!!!! Aiutoooooooooooo!!! Portatemi viaaaaaaaaaaaaaaa!!! Cesso e banale! Perfetto!!!)
Ti siedi e hai la percezione esatta che sarà una lunghiiiiiiiiissima serata. Guardi l’orologio. Sono le otto e mezza… Prima delle dieci non se ne parla… Resisti che passa tutto, resisti che passa tutto, resisti che passa tutto, resisti che passa tutto… E i tuoi pensieri sono interrotti dalla solita parola dell’amico-parente, una di quelle parole che mi sta più sulle palle e che dico sempre pure io…. «Allora?» (Allora?? Non vedo l’ora d’annammene, no allora!!) e tu replichi con la medesima parola che, data come risposta è forse ancor più irritante, ma che do sempre pure io, d’altronde, come altro puoi rispondere…?! «Allora?» Non tralasciando di fulminare con gli occhi l’amico-parente, mentre fingi di sorridere e lui, che ha già capito tutto, fa il vago e continua «Che mi dici?» Idem come sopra «E che ti dico? Niente….solite cose».
E qui odi di nuovo quella voce… il MEGACESSOSPAVENTOSO esordendo con una risatina nervosa si aggancia al discorso più banale del mondo e approfitta per raccontarti tuuuuuuutta la storia della Sua vita… Partendo dalla caduta dei primi dentini, passando per le gioie della Prima Comunione, continuando con tutta la sua carriera scolastica asilo e doposcuola inclusi, lamentandosi dell’attuale lavoro, non tralasciando la storia strappalacrime di quella che gli ha spezzato il cuore (Anzi che hai trovato una col coraggio di dartela… sempre se te la dava…).
Cerchi di comunicargli telepaticamente: «Ma a me…. ma che cazzo me ne frega???».
Cerchi di fare qualche intervento per passare il tempo/verificare il tuo stato di vigilanza/far prendere aria alla bocca. Ma no. Il MCS non ti premette di parlare e continua nel suo «Ioioioioioioioioioioio…»
È un cesso, è banale, è palloso… TIN, TIN, TIN, TIN, TIN… GAME OVER!
In occasioni del genere, l’unica cosa saggia da fare è…. ALCOLIZZARSI…… «Camerieraaaaaaa!! Vai col primo… Mi guardi tutta la sera che sicuramente la chiamerò spessissimo….». Lei guarda il cesso, guarda te e con solidarietà femminile commenta… «Capisco….».
E via così… Fiumi su fiumi di alcool cercando di placare la tua depressione… Con la vocina nella testa che ti dice: «Te l’avevo detto!! Zumpapperoooo!!!» Il viso appoggiato su una mano e tentando di tenere aperto un occhio per dare l’impressione di essere ancora sveglie…
Ovviamente l’amico-parente si è dileguato e, appena possibile, decidi di farlo anche tu.
Mentre ti congedi il MCS ti pone la domanda che temevi di più: «Quando ci rivediamo?».
È il momento di ripassare mentalmente le fantastiche
SCUSE PER NON USCIRE CON UN UOMO:
Devo lavarmi i capelli;
Domani devo alzarmi presto;
Finisco troppo tardi a lavoro;
Sto pensando di farmi suora;
Il problema non sei tu, sono io.
La scusa più bella del mondo è «Non posso perché devo andare a un compleanno….»
Perché se dici cena normale puoi sempre rimandarla o saltarla. Il compleanno no… perché viene una volta l’anno e poi si aggiunge…. «Se non ci vado ci rimane male…….». E molto spesso anche «Ho pure comprato già il regalo!».
La scusa ancora migliore sarebbe MA CHE SEI PAZZO IO USCIRE CON TEEEEE???
Ma forse non è sempre gentile dirlo così in faccia…
Azzardi un garbato:
«Ehmmm……….Vabbè poi vediamo…» (Vediamo= non succederà MAI ma non voglio essere brusca…)
Garbato nel tono, perché dallo sguardo si legge: «Scemooo!! Piuttosto divento gay!!!».
Risultato: serata disastrosa, fegato in SOS per colpa dell’alcool ingerito, depressione ai massimi, fiducia nell’amore ai minimi, ponti rotti con l’amico/parente… Che bel quadretto….
Per questo io dico NO agli incontri al buio e resto single: Per legittima difesa…
Prima pubblicazione: 19.12.2012
Tratto da libro “C’era una volta Cenerentola… poi divenne una Stronza!” di Romina Caravaggi