…SWEET JULY

«Hai mai visto il film “Sweet November”? Di un romanticismo fiabesco e delirante.

Allora… Lei propone a lui di frequentarsi per un mese intero e basta. Un mese, non un giorno di più né uno di meno. Un mese. «Abbastanza per conoscersi, ma non abbastanza per coinvolgersi sentimentalmente». Che poi è opinabile, a volte basta anche meno per innamorarsi. Comunque… Va be’, non te lo racconto tutto, ma lui accetta e fanno questa “prova”.  Il finale non te lo dico, però è scontato che si innamorano subito e passano un mese da favola, ecco. Un mese.

E lo sai che ti dico? È un’idea geniale!! Allora io te lo dico…

Voglio stare con te per un solo mese! Io voglio che tu sia il mio Luglio! È il mese del caldo, dell’estate, perfino del mio compleanno! Un mese tu ed io.29 - sweet-november_50 EV

E sai perché? Perché la prima volta che ci siamo visti… No, non te lo dico, lo sai! Perché mi piace il suono della tua voce e vorrei sentirlo davvero, davvero, tutti i giorni, più volte al giorno, per almeno un mese.

Perché adoro il tuo sorriso e vorrei vedertelo sfoggiare mentre guardi me.

Perché sono certa che scopriremo che ci piace ridere insieme e tenerci per mano.

Qualcuno ha usato l’espressione “Senza filtri né censure”. Capisci che intendo?

Ok te lo spiego. Tu e io per ora ci piacciamo e basta. Non sappiamo quasi niente l’una dell’altro, ma immaginiamo, nel bene e nel male. Poi abbiamo vari schemi che seguiamo: non farsi sentire spesso, non concedersi del tutto, non raccontare troppo di sé, evitare comportamenti che “in passato” hanno causato problemi… Io voglio abbattere questi paletti e voglio te per un mese intero senza limiti.

Sarebbe bello dirsi tutto senza paura, fare tutto quello che ci va senza seguire una cadenza dettata dalla ragione. «È troppo presto, è troppo tardi, andiamo con calma…»  No! Niente di tutto questo! Non abbiamo tutta l’eternità e quando il tempo è limitato, si deve dare il massimo. Un mese di tutto quello che ci passa per la testa e ci fa stare bene, senza preoccupazioni, senza paure, senza l’angoscia dei passi obbligati.

Tendiamo a rimandare, a mettere scuse, a filtrare i nostri pensieri che «Poi chissà che pensa…» Be’ non mi interessa cosa pensi, questo è quello che vorrei, pulito, puro e splendidamente folle. E vorrei essere capace di vivere così tutti i giorni… Un mese tu ed io. Non puoi avere paura di me. Perché per un mese io avrò cura di te, la mia missione sarà la tua felicità. E, credimi, io so, lo so per certo, che dopo questo mese tu non potrai fare a meno di me.

E non devi preoccuparti per me, so cosa faccio e quello a cui vado incontro e, credimi, sono felice già solo per averti detto questo. La mia felicità può solo aumentare, succeda quel che succeda. Ma io so già come andrà…

Un mese, poi si vedrà.

Quanto tempo sprechiamo? Troppo. Se va male, alle brutte, hai buttato un mese. Puoi dire in tutta onestà di non averlo, purtroppo, già fatto? La risposta la conosco.

Un mese tu ed io. Dimmi che ne pensi…»

…Mi sono svegliata sgomenta. Un sogno decisamente troppo romantico, un’audacia che non mi appartiene. E quei pensieri? Quelli, forse, un po’ sì…

Partendo dal presupposto che comunque non sono Charlize Theron, se facessi io una proposta del genere, quanto mi sentirei ridicola da uno a dieci? Un milione… Verrei presa per pazza. E se la facessero a me? Be’, devo dire che sarebbe stuzzicante…

Qual è il limite tra il romanticismo e la ridicolaggine? E chi è che lo stabilisce? Dovrebbe farlo un uomo per essere romantico e sarebbe patetico solo se fatto da una donna? O valgono entrambe le opzioni?

Qual è la giusta tempistica? Ma poi c’è?? Prima telefonata almeno tre giorni dopo che ti ha dato il numero, per non mostrarsi troppo bramosi. Sesso dopo tre appuntamenti, almeno. Dirsi «Ti Amo» dopo parecchio, perché se lo dici subito sembra che non è vero, se lo dici subito poi diventi quello più coinvolto,  dovrebbero passare dei mesi, almeno.

Tentare o rinunciare? Se va male? E se va bene? Questo tendiamo a non pensarlo mai, eppure la probabilità è la medesima. Anzi, è rassicurante pensare che un fallimento non cambia la situazione attuale, mentre un successo la muta, eccome! Ma non tentando…

Ma se uno sta bene con me, non dovrebbe venirgli naturale voler passare del tempo con me, senza che glielo chieda, e quasi imponga, io??

Ah ecco, perfetto! “Dovrebbe”! Ecco gli schemi, ecco i paletti, ecco i “dovrebbe”!

Continuo a girarmi, fantasticando su di un tipo fantastico che vuole farmi sua per almeno un mese, senza limiti, avendo come unico scopo la mia felicità.

Concludo che no, non succederà mai che io faccia a qualcuno una proposta del genere, perché mi vergogno, non ho il coraggio e non sopporterei un rifiuto. E penso che, da qualche parte nel mondo, magari un tipo fantastico sta pensando la stessa identica cosa e ha deciso di desistere.

Torno a dormire che forse è meglio… Cercando di ignorare la vocina nella mia testa che ripete: «Siamo noi che la complichiamo, la vita è semplice…»

Prima pubblicazione: 04.07.2014

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