Andare “All-In”, per i pochi che non hanno dimestichezza col poker, significa giocarsi tutto. Al contrario “Fold” vuol dire rinunciare a giocare.
Ho sempre pensato ci fosse una grandiosa similitudine tra la vita e una partita di poker…
Anche nella vita bisogna avere le carte, ma soprattutto bisogna saperle giocare.
La mano che pensavi sicuramente vincente, sulla quale hai investito tutto quel che avevi e che invece alla fine quel tutto te l’ha fatto perdere, insieme alla voglia di giocare.
Oppure la mano iniziata male, su cui non avresti puntato niente, che hai giocato così dicendo «Ma sì, ci provo. Vediamo come va, anche se non è partita bene…» che poi invece, inaspettatamente, risulta essere la mano della tua vita.
O la partita perfetta, quella che ti sognavi la notte, quelle carte, quella fortuna, quei rilanci, quell’abilità, apparente frutto dell’esperienza, quella matematica favorevole, quell’istinto, e poi quell’autocontrollo, cercando di non tiltare. È perfetta. È lì e ce l’hai in pugno, è talmente bella da non sembrare neanche reale. Appunto. E se non lo fosse? Se alla fine si rivelasse solo un’illusione? Meglio rilanciare o lasciar perdere prima che si concretizzi la delusione? «Tanto ne verrà una migliore…»
Quante volte l’hai visto? Pensaci.
A me è capitato di lasciare. Poi, anche per convincere me stessa, mi sono ripetuta che, in fondo, non era poi una partita così speciale e non mi interessava poi tanto.
Sul tavolo da gioco, come nella vita, mi sono ritrovata a pensare se mai incontrerò qualcuno per cui valga la pena andare All-In e poi mi sono subito chiesta, o è il contrario? O il segreto è giocarsi tutto sempre e a prescindere?
Come si raggiungono i risultati grandiosi?
Quelli che vincono sempre, hanno semplicemente in sorte carte migliori, o sono più bravi a sapersele giocare?
Se punti tutto e perdi c’è la possibilità che tu rimanga senza niente e se invece vinci? Se non giochi non lo scoprirai mai…
Il rischio è alto. Se hai perso tanto le cose sono due: o continui sempre a giocare e a investire, per cercare di coprire la perdita e ricostruire una fortuna, o ti ritiri con i tuoi pochi averi per mantenere intatti almeno quelli.
All-In or Fold?
Non so voi, ma io, quando è possibile, lo faccio sempre: se rinuncio a giocare controllo le carte che la sorte mi avrebbe fatto arrivare. Mi capita di dire «Ho fatto bene a lasciare…» però con un po’ di amarezza. Perché comunque è l’adrenalina del gioco, del tentare la fortuna, dell’ignoto che ci fa sentire vivi… Invece nove volte su dieci, mi mordo le mani: «Cavolo, avrei dovuto puntare tutto!».
Facile dopo, vero? Se avessimo la certezza del risultato sarebbe tutto più semplice! E se la vita ci donasse un’anteprima del “Cosa accadrà” non avremmo mai esitazioni!
“Se”… Ma nella vita, non c’è spazio per i “Se”. O giochi, o non lo fai.
Per il calcolo delle probabilità pensi che la fortuna arrivi solo una volta e chi lo dice che sia quella giusta? E invece chi lo dice che sia solo una volta?
Se lasci non lo scoprirai, se giochi rischi tanto, rischi perfino di vincere!
Ma bisogna comunque giocare.
E rischiare.
Ma giocare.
Gioca con moderazione, Ama e vivi smodatamente, incondizionatamente e con passione…
…All-In!
“Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
e perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita. (…)
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
e – quel che più conta – sarai un Uomo, figlio mio!”
R. Kipling.