Oggi sono alle prese davvero con un gran bel dilemma: ma la gente che ci ferisce merita di essere mandata palesemente affanculo, o è preferibile riservarle solo la nostra indifferenza?
Dobbiamo avere la soddisfazione, almeno, di sfanculare chi ci fa del male? O questi non sono degni neanche che diamo loro questa soddisfazione e questa importanza?!
Ci fa stare davvero meglio urlare in faccia a questi stronzi/e un grandioso «VAFFANCULO!»?
Una parola, molteplici significati:
spesso si usa per “giocare”, accompagnata da un sorriso. Qui invece parlo proprio del “Vaffanculo” quello serio, quello detto a brutto muso, spesso associato al dito medio, ma – più frequentemente – al braccio alzato dal basso verso l’alto per indicare la direzione da seguire.
Quanto è liberatorio dirlo?
Quando ero più piccola ero molto più istintiva ed irruenta e non ho mai fatto mancare i miei insulti a coloro che pensavo li meritassero. Col tempo mi sono ridimensionata e non lo spreco ad inveire contro gente di poco valore.
«…e tu a quel punto, cosa hai fatto?»
«Nulla…»
«Come nulla?? Io me lo/a sarei mangiato/a!!»
Me lo sento dire molto, molto spesso…
Perché ora attuo la politica del “Latente Vaffanculo”, ovvero indifferenza e cambio d’atteggiamento. Quando possibile, sparisco totalmente, non ti cerco, non ti chiamo, non ti scrivo, senza dare spiegazioni. Quando non lo è, di sicuro si può notare una gelida freddezza nei confronti di costoro.
I motivi sono molto semplici: se mi rendo conto che la meschinità è stata involontaria, me ne scordo immediatamente. Quindi, si rivela un bene il fatto che non mi sia prodotta subito in improperi!
Se, viceversa, è stata intenzionale – mi devo ripetere – ma non mi occorre sapere nient’altro. Quindi un vaffa non riuscirà a lenire la mia delusione. Ho sbagliato, nuovamente, a giudicare qualcuno, ma urlargli contro non cambierà il fatto che costui, o costei, non è per niente all’altezza delle mie aspettative e, anzi, mi ha ferita sapendo di farlo.
Di fronte a queste cose, quello che mi chiedo sempre è: «Che bisogno c’è?» Sul serio, non lo capisco. Non riesco a comprendere perché alcuni individui attuino coscientemente dei comportamenti ingannevoli e credo che non lo capirò mai.
Ma, allo stesso modo, “Che bisogno c’è” che io umili me stessa per cercare uno/a stronzo/a doloso/a e dirgli che sto male per dei suoi atteggiamenti? Nessuno, penso.
Eppure, poco tempo fa, l’ho fatto… Sono andata a citofonare ad uno per insultarlo. (Pure io ogni tanto sbrocco di brutto…) Ma, onestamente, non so dirvi se mi abbia fatto davvero bene.
Se ci penso, rido, ovvio. Però mi sono sentita anche parecchio patetica, lo ammetto. Non solo questo si era comportato di m – ma di M maiuscola – poi io mi sono presa pure la briga di farmi svariati chilometri per prenderlo a parolacce e fargli sapere quanto fossi rimasta male. Non so davvero se ho fatto bene o no…
Invece, un’altra volta, sono scesa da una macchina sbattendo la portiera e accompagnando il gesto da un poderoso, carnale ed epocale: «Mavvaffanculooovaaa!» quello, in effetti, mi fece stare meglio. Però lo covavo da un po’.
Allora è davvero lecito e liberatorio esternarlo se si è arrivati al limite e non si trovano altre parole per esprimere quello che sentiamo?
Non saprei.
Perciò, nel dubbio, continuerò a praticare il “Latente Vaffanculo”.
Naturalmente questo avviene quando non ci tengo a ristabilire un qualsivoglia tipo di rapporto, se l’offesa è stata particolarmente grave da non ammettere condoni, o se il comportamento scorretto è stato reiterato tanto da farmi perdere completamente la stima in quella data persona: hai chiuso, per me non esisti più e non voglio neanche sprecare parole a spiegarti perché.
E il fatto che NESSUNO degli sfanculati latentemente sia mai venuto a chiedermi cosa fosse successo, mi fa pensare che, appunto, le condotte siano consapevoli, anche – e soprattutto – delle conseguenze.
Ma se fosse vera la teoria seconda la quale agli uomini le cose bisogna dirle in maniera più che dettagliata perché sono proprio de coccio e non capiscono, (anche se, ripeto, se uno si comporta male, per me se ne rende conto, eccome…) allora ho sbagliato tutto.
Forse esiste qualcuno che non ne è consapevole? Forse era una provocazione che non ho saputo, né voluto cogliere? Forse è davvero salutare dirlo…
Allora presumo che ci sia molta gente che aspettava almeno un mio bel vaffa. Perdonatemi, occorre che rimedi:
A chi è sparito, a chi ha promesso e non mantenuto, a chi mi ha preso in giro, a chi si è “scordato” di me, alle finte amiche che hanno vomitato parole,
Vi giunga il mio più sentito, profondo, immenso e cordiale
MAVATTENAFFANCULOOO!!!
Perché forse ha ragione la mia amica:
«È meglio un vaffanculo detto che uno represso!»
Prometto che, in futuro, non ve li farò mancare MAI…
Grazie alle mie consigliere
e fiere praticanti del “Palese Vaffanculo”! 🙂