Lei è una tua amica che non vedi da un po’ e nella quale ti imbatti per caso. Lui lo conosci, ma fingi di non averlo visto perché non credi ai tuoi occhi, non è possibile che stiano insieme! Finché lei non ti dice: «Tu lo conosci Mario?». Sorriso di circostanza, stretta di mano, mentre impedisci al tuo volto di far trasparire il tuo reale pensiero. Alla fine, anche lei si è rifugiata tra le braccia del buon Mario…
Vi presento Mario Rossi: il ragazzo “rassicurante”.
Mario è quello bravo, l’antitesi dello stronzo, il tipo comune.
Mario non è uno da emozioni forti, non ti sbatte al muro, non ti fa sobbalzare lo stomaco, Ma Mario è lì, sempre.
Mario ti dà sempre ragione, ti accarezza e non discute. Ti porta a fare la spesa senza brontolare, anzi, si offre di andare lui. Ti chiama e sai sempre dov’è; ultimo accesso solo con te; se ti dice che va a calcetto, ci va davvero.
Ha una station wagon, poiché è lungimirante e ha in programma di procreare, casa di proprietà, perché è oculato, ottimi rapporti coi genitori.
Mario è quello che aspetta in panchina, bravo, costante, ma non un bomber. Bello, ma non bellissimo, intelligente ma non brillante, simpatico, ma con quel velo di tristezza a guastare le battute. Mario si tramuterà in zerbino, non appena acquisito lo status di marito.
Mario è quello che ti sta dietro, mentre tu vorresti altro, quello che magari ci esci per un caffè, ma – niente – non scatta!
È gradevole, ci passi pure qualche serata, magari giorni, magari lo baci, gli dai qualche carezza “tanto per non sentire l’amarezza”, ma non è proprio quel che vorresti. Perfetto sulla carta, lontano dal cuore.
Ok, sento già i brusii tra la folla, onde evitare che qualcuno traduca e liquidi il tutto con un: «Ecco, lo vedi che allora è vero che cercano gli Stronzi?» occorre che mi spieghi meglio.
Ci sono due piatti sul menu: il vostro preferito e un altro che vi piace. Ovviamente, ordinate il vostro preferito, ma – disdetta, disdetta – non è disponibile. Ripiegate sull’altro, che comunque vi aggrada, ma il primo di più. Lo finite pure, perché non è così male, ma avreste voluto altro. L’altro è da perdere la testa, da indigestione, da volerne ancora, e ancora. Questo è buono e giusto, ma non ottimo. Piuttosto che digiunare, vi siete accontentati del meno peggio.
Mario è il Tavernello. L’altro è l’Amarone. Mario non è uno che ti fa impazzire, ma c’è. Ti piace, sì, ma niente di che. Semplicemente ti piace poco, o non abbastanza. Ti stuzzica, ma non così tanto. Ti è affine, ma non totalmente. Chiaro?
(Ripetiamo insieme: non sto dicendo che ci piacciono gli Stronzi, non sto dicendo che ci piacciono gli Stronzi!!)
Mario ha una sorella che è uguale a lui, Maria. Maria ed io, non siamo neanche lontane parenti…
Maria Rossi è la ragazza “rassicurante”, brava, bella, placida e tranquilla. Non ha opinioni, non discute, sorride beata. Chiama il suo uomo «Amo’» ed è una potenziale creatrice del profilo di coppia.
Maria non ha storici amici propri, sembra che abbia iniziato a vivere, non appena ha conosciuto il suo lui.
Maria è ligia, astemia e sempre politically correct, non c’è mai il rischio che ti possa far fare figuracce. Non offende nessuno, è accomodante e accondiscendente, non fa battutacce.
Confidando sempre nella superiore mente femminea, spero che Maria sia una che finge di essere tale, per impalmare il maschio. Ma, purtroppo, toppo quasi sempre. Maria è così!
Mario, Maria ed io, non abbiamo mai avuto molto in comune.
Mario è il “tiepido” [ne ho già parlato QUI], io sono un fuoco che dal fuoco deve essere alimentato. Mi piace ridere, scherzare, discutere e apprezzo perfino lo scontro.
Ho un’auto sportiva a tre porte (che, quindi, non potrebbe coesistere con un seggiolino, non ditelo alla Lorenzin) che curo come una figlia.
Due terzi del mio appartamento sono occupati da vestiti, scarpe, borse, libri, cd e dvd. Quando qualcuno mi ha paventato l’idea di convivere, la mia prima preoccupazione è stata chiedermi che fine avrebbero fatto.
Ex presenzialista della movida romana, ora ritirata a vita asociale, poiché i Radical Chic e i Marpioni da Aperitivo che la popolano, mi hanno annoiato.
Il camionista nascosto in me, non è manco tanto nascosto.
Ti mando affanculo ogni volta che lo ritengo opportuno; so cucinare, ma mi prodigo solo se strettamente necessario.
Preferisco la compagnia maschile perché le donne, nel lungo periodo, sono estenuanti e questo causa non pochi problemi:
«Ti giuro che è solo un amico…»
«Eh, ma lui ti si farebbe, però!»
«Eh,ma io no!»
«Eh, ma che ne sai?»
«Se ragioniamo a “Ma che ne sai?” non ne usciamo!»
Ho tolto la visibilità dell’ultimo accesso a WhattsApp, per evitare drammi e – quindi – questo significa pure che non mi interessa minimamente monitorare il tuo.
Tendenzialmente ho una mia opinione su tutto, ma non è detto che voglia condividerla.
Mario ed io? Un disastro annunciato…
Tutti noi, abbiamo trascorso un pezzo della nostra vita con Mario o Maria Rossi. Tutti noi, abbiamo visto amici e amiche con un buon Mario e un’ottima Maria, certi, se li sono pure sposati.
Tutti noi, abbiamo sentito dei: «Sei matta? Io con quello/a?! Ma dai! Ci passo un po’ di tempo, ma niente di che…» con quel tempo che si tramutava in anni, perché “qualcosa di meglio non arrivava”, allora sai che c’è? Mi tengo Mario/a.
C’era sempre, mentre le altre non c’erano…»
«Sai, ormai ho un’età, mi voglio sistemare…» e molteplici varianti.
Ripercorro con la mente i miei Mario, gli altrui, e le Maria.
Mi chiedo se, alla fine, non aspiriamo tutti a un Angelo/a Nero, ché tutti vorremmo l’Amarone, ma il Tavernello è di più facile fruizione.
Che, a volte, ci accontentiamo di ciò che otteniamo facilmente, pensando di non poter ambire a qualcosa di migliore. O ripiegando, quando non arriva.
Mi chiedo se sia giusto così, o se – invece – è giusto il sentimento di soffocamento che provo, al solo pensiero.
Mi chiedo, come sarebbe stata la mia vita se fossi diventata ben presto la Signora Rossi, o lo fossi stata per nascita:
la ghiaia nel vialetto; quattro figli e il cane; il sesso settimanale il sabato sera; il pranzo dalla suocera alla domenica. Il corso di ceramica; le uscite solo a coppia. Le amiche, chi? I panni da stirare, il Mario che si addormenta davanti la tv, che guarda più di me. Questo essere affezionati, ma non innamorati, ma poter sempre contare su una presenza, almeno quella, anche se molto lontana da ciò che sognavamo.
Mi chiedo se, effettivamente, sia vero il detto: “Meglio soli, che mal accompagnati” o se sia preferibile qualsiasi compagnia alla solitudine…
E fino a quando sia giusto sperare e credere che, qualcosa di meglio, arriverà.
Pensateci.
Ora scusatemi, scorrendo la rubrica del mio telefono, mi sono casualmente imbattuta su Mario. Devo fare una telefonata urgente…
PS: Egregi Mario Rossi e Maria Rossi, perdonatemi. Purtroppo la consuetudine vi vuole usati come esempi di italiana tipicità, perciò non mi sono potuta esimere dal farlo anche io.