IO TE LA VORREI PURE DARE, MA TU NON TE LA SAI MERITARE…

Ho già avuto modo di dire che se te la voglio dare, te la do gratis ma oggi credo sia opportuno e doveroso fornire ulteriori dettagli che vadano a dissipare – si spera una volta per tutte – antichi adagi che vogliono alcune donzelle restie a praticare la più bella attività della nostra vita. Le conservative, coloro che se la tirano, quelle che non la danno mai a nessuno. Come se fossero una categoria di donne ben distinte e non, invece, semplicemente donne che non si concedono a chi non ha saputo meritarsela.barbie-bastarda-te-la-do-ev2

Uomini, sappiatelo, di base siamo TUTTE pornostar, parecchio pure, ma sempre con rigorosa selezione all’ingresso, ovvio. Per questo, non è gratificante passare per quella che “non la dà”, quando magari sei una che ha una genuina passione per l’ars amatoria, ma che, un minimo, si formalizza, ci tiene, devi saper prendere.

Leggenda vuole i maschietti un po’ “Docojocojo” e noi femminucce più cerebrali. Nonostante gli ottimi intenti copulatori, un pochetto uno ci deve coinvolgere, condurre e tutto quel che contribuisce a determinare l’attizzamento.

È la donna che decide chi, questo si sa. Non che l’uomo sia privo di scelta, per carità, ma tendenzialmente entrambi i sessi ne sono consapevoli e noi donne siamo abili maestre nel cercare di far credere loro che ci abbiano conquistate. Uh che sorpresona! Sostanzialmente, entrambi i sessi si prendono reciprocamente in giro per la salvaguardia della specie, ovvero a scòpo scópo.

Ultimamente, è successo qualcosa. Le donne si sono emancipate e hanno cominciato a prendere l’iniziativa, col risultato che, quelle che non lo fanno, vengono spesso escluse dal grande gioco della seduzione e tacciate come quelle che “Se la tirano”.

La maggior parte degli uomini si lamenta di questa inversione dei ruoli, anche se – ovviamente – ne approfitta. E, vista questa generosa profferta di patata, è ancora più facile per loro individuare e distinguere, secondo questi parametri, quelle che “Non la danno”.

Oltre questo, concorrono al tenersela stretta universali deterrenti – tipo per gli uomini, le ballerine, un petto piallato o la scarsa igiene (inibitorio universale) – che ti fanno passare del tutto l’appetito, che sia per una sera o più.

Incontri LUI, quello che ti piace, ti prende, ti accende e risveglia. E tu c’avresti pure voglia, ché sei umana, ché hai le tue esigenze, che l’ultimo uccello che hai visto è Titti, o, semplicemente, perché uno ti attizza e, sì, te lo vorresti proprio fare con tutti i sentimenti poco nobili ma tanto animaleschi, perché, sì, sei fatta di carne caliente e, ari-sì, fare le cosacce con chi ti sollazza l’ormone ti aggrada parecchio.

Ora, nonostante tutti questi bei porchi propositi, sovente il maschio oggetto di peccaminoso desiderio attua dei comportamenti che, vi assicuro e garantisco, farebbero seccare pure il Nilo in piena…

Potrei parlarvi del tizio che conoscevo da molto tempo, che apprezzavo come essere umano e mi divertiva, ma che non avevo mai preso in considerazione perché ero, in diversi periodi, presa da altri membri… del genere maschile.

Finché lui non ha palesato il suo debole per me, dapprima in maniera molto dolce e garbata, in seguito, ha iniziato a descrivermi quotidianamente tutto quel che avrebbe voluto farmi, ogni tanto corredandolo di foto.

Ammetto che un pochino (tanto) mi aveva stuzzicato, che un pensierino – prima romantico, poi sconcio – ce l’ho fatto pure, che avevo deciso che potevo essere indulgente con me stessa e concedermi un filarino, un interesse o un puro fuck-boy, che una sana botta me la meritavo parecchio, che, se mi avesse chiesto di uscire, sarei stata consapevolissima dell’andazzo della serata e, alla fine, mi stava pure bene. Che ero grande abbastanza per divertirmi una serata, o due, o cento, ma senza aspettarmi nulla il giorno dopo, ovvero a esclusivo scòpo scópo. Anche se…

Sapete lui che ha fatto?barbie-bastarda-te-la-do-1

Nulla.

Oltre alle parole, nessuna azione.

Ora, io di chiamarlo per dirgli: «Quindi? Ti andrebbe di copulare?» c’avevo un po’ di vergogna, non mi piaceva e quindi ho fatto l’unica cosa saggia da fare: ho cancellato il numero.

“Magari mi chiama lui e vediamo”.

Non l’ho mai più sentito.

Quindi, nonostante avessi una gran voglia di dargliela, non solo non sono stata soddisfatta, ma, probabilmente, ora lui si starà lamentando di quanto io sia impenetrabile.

Potrei raccontarvi dello stalker che mi ha tampinato per più di un mese e io avevo provato, giuro, a farlo desistere. (perché, oltre alla pelle, c’ho anche la patonza lungimirante…) Ho tirato fuori la vecchia storia del fidanzato immaginario, ma lui ha insistito comunque.

Quindi mi sono detta che, magari, potevo anche concedergli una possibilità, un indolore aperitivo dopo il lavoro.

Gli ho fatto tutto il mio bel discorsetto sul perché non vado a cena con gli sconosciuti (perché mi mette ansia; perché la cena è lunga e, se non sappiamo che dirci, diventa pesante; perché riesco a stare vis-à-vis con uno solo se mi piace parecchio, se no mi imbarazzo. Che poi mi imbarazzo lo stesso, ma sticazzi, se mi piace, sticazzi!) e lui ha di buon grado accettato.

Quel che non avevo considerato, era che il bar ha iniziato a chiudere dopo una decina di minuti che eravamo lì. E allora, ok la prudenza, ma il tipo si era fatto cinquanta chilometri per vedermi e un quarto d’ora di uscita mi pareva davvero troppo poco. Ho pensato che, dopo un simil aperitivo, potessi contravvenire alla mia regola ferrea sulle cene e mangiarci un boccone insieme e gliel’ho proposto.

Lui, il corteggiatore insistente e cortese, che non ha desistito nonostante un mese buono di rifiuti, ha risposto con un grandioso:

«Ok, allora andiamo a casa mia…»

Ecco.

Ora, ci sarebbe da redigere un trattato di antropologia maschile, atto a spiegare il perché un uomo pensi che, se una non è molto predisposta ad una cena, sarà – di contro – disponibilissima a una chiusa. Ma credo che se fossi stata in grado di spiegare codesti arcani quesiti, la mia vita sarebbe stata ben più semplice.

Potrei raccontarvi del premuroso gentiluomo che, conoscendo la mia fobia per le cene, mi aveva invitato a pranzo. Io l’avevo così apprezzato, (ingenuotta!) da rispondere con un “Sì e cuoricino”. Subito spezzato, quando lui – gentiluomo – aveva aggiunto che, però, se mi fossi presentata nuda, non avremmo per niente pranzato. E allora io, nel dubbio, non mi sono presentata affatto.

Potrei pure raccontarvi di quella mia amica che, dopo essere uscita con uno due caste volte, si era premunita andando dall’estetista perché – alla terza – gliela voleva proprio dare e gliela voleva dare disboscata.

Invece lui è sparito, insieme ai peli superflui. Mentre lei e l’ex incolta-patonza sono ancora lì a chiedersi perché.

Potrei dirvi di quello che mi aveva chiesto di vederci e che io volevo davvero incontrare, ma ero impossibilitata a raggiungere. Lui non è che mi ha detto: «Dai, allora vengo io da te!» mi ha risposto: «Ok». Due lettere sue, duecentomila parolacce mie. Facendomi capire che, quindi, tutto ‘sto gran desiderio di passare del tempo con me, non lo aveva. Facendolo, così, passare del tutto anche a me.

Dobbiamo comunque ringraziare questi individui per l’onestà. Per palesare il loro interesse esclusivamente al sodo e non al morbido del nostro cervello, né del nostro cuore, ma continuiamo ad arrogarci il nostro diritto di dire “No”.

Uomini così fanno intendere che, se la nostra beneamata patonza fosse scomponibile, sarebbero ben felici di prendersi esclusivamente lei e lasciare il resto del pacchetto e, a noi, questa considerazione esclusiva in qualità di portatrici di patata, una fra tante, una vale l’altra, un pochetto ci disturba.

Quando uno ti fa capire il suo esclusivo interesse, sparisce, non investe neanche tre serate per averla, non si fa manco qualche chilometro per stare con noi, ci smonta e non ci monterà mai di sicuro.

barbie-bastarda-te-la-do-2Occasioni ne abbiamo tutti, maschi e femmine. Se stasera volessimo trovare compagnia, la troveremmo in un attimo. In quanto donne, ancora di più. Ma non è solo questo che vogliamo. Perché c’è Docojo, e Docojo. Mi pare chiaro.

Ammettiamolo, il sesso è stupendo. Ma il sesso consapevole lo è ancora di più.

Per consapevole intendo frutto di una condivisione, di un’intesa, di una complicità maturate in giorni o poche ore, il pensiero che te lo vorresti fare, ma non perché hai voglia e basta, ma perché vuoi LUI. L’accoppiamento fine a se stesso  con chiunque sarà pure piacevole, ma è imparagonabile a quando ti sale il desiderio, che lo senti, tanto che vorresti prenderlo e sbatterlo al muro e magari lo fai, se lui non ti fa seccare.

E crediamoci un pochino che, forse, non è solo una-botta-e-via. E godiamo – dapprima – di parole, sorrisi, sguardi complici e desiderio, che a spogliarci facciamo sempre in tempo.

La ginnastica la facciamo già in palestra e, per il resto, ci sono i vibratori. Se abbiamo pensato di darvela è perché in voi abbiamo visto quel quid in più che ci ha ispirato, che vogliamo “viverci” e del quale vorremmo non poter più fare a meno.

In questi periodi di “Amori Just-eat”, di amplessi consumati nel bagno di una discoteca, di gente che non si ricorda manco come ti chiami – ma forse- solo come chiavi, una persona disposta a conoscerci e a spendere il proprio tempo per noi, sarebbe da santificare e tenersela stretta.

Tenersela stretta la persona, non il resto. Perché – ripeto, grido e urlo – a noi la ginnastica da camera piace quanto e più di voi. Possediamo SOLO NOI l’unico organo del corpo umano preposto al mero piacere, che non usarlo ci fa una rabbia!! Quindi ricordate che la daremmo ben volentieri, se soltanto riusciste a meritarvela di più. Riprendetevi la vostra virilità, corteggiateci, investite e dateci e diamoci il nostro bene più prezioso: il tempo. E nel dubbio, fatelo un invito, che magari non aspettiamo altro.

Meritiamoci le attenzioni, le gentilezze, l’intesa, la passione e ciò che ci fa distinguere da “tutti gli altri”.

Ricominciamo a farlo sul serio.

E vissero per sempre, o per qualche giorno, copulanti e contenti.

 

 

PS: per dovere di cronaca, devo aggiungere che il corteggiatore-che-ti-invita-a-casa, si è fatto vivo di nuovo, ad ulteriore conferma del sempiterno “Tornano tutti”. Stavolta l’aperitivo l’ho rifiutato, senza concedergli margini di condono. E lui ha subito fatto presente che aveva speso trenta euro di benzina, solo per vedermi.

E, niente, quando uno nasce “Signore”….

3 risposte a "IO TE LA VORREI PURE DARE, MA TU NON TE LA SAI MERITARE…"

  1. Articolo godibilissimo (aggettivo a tema, ancorché con accezione contingentata al piacere della lettura in sé). Mi fa pensare alla mia fiamma di gioventù, reincontrata in tempi di FB, essendo ambedue alla soglia del mezzo secolo.
    Beh, che dire! Corteggiata per 3 anni di fila, decine di poesie (tutta farina del mio sacco. Nulla copiai!), a farle da confidente quando era in periodi neri ma … il NULLA più completo. L’indifferenza patologica di chi non ti calcola più di una faccina su whatsapp.
    A ‘sto punto, beh. Care donne. Se rischiate la depressione, fatevi pure una domandina in più con il coraggio di darvi una lucida risposta. Non è sempre colpa della circostante incapacità comunicativa.
    Aggiungo una mia considerazione sull’inno alla patonza, così solennemente celebrato nell’articolo in parola. È pur vero che voi donne, latrici e depositarie della medesima, non vediate l’ora di rilasciarne le grazie al meritevole di turno.
    Sia tuttavia chiaro che la patonza, ancorché da noi maschietti bramata e celebrata, rischia di subire un irrecuperabile crollo della domanda, se sottoposta a razionamento contingentato, in favore di patonza da importazione. Per non parlare poi del fatto che, negli ultimi anni, si assiste anche ad una preoccupante erosione di mercato a causa di offerte alternative da parte di creature di genere originario maschile, successivamente adattato a muliebri passioni, cui alcuni maschietti di mentalità aperta stanno progressivamente donando attenzioni.
    Ciò detto, la mia adorata concupita dagli anni ’80 del secolo che fu, mai cedette alla mia corte (eppure non sono malaccio, mi si perdoni l’arroganza. Né nella pratica interlocutoria, ove riscuoto un’accettabile considerazione grazie ad un repertorio di frasi fatte, che aggrego con sapiente elasticità, e né sul piano fisico, sia in evidenza che in zona pudenda, ma lì, ahimé, mai giunsi a dar evidenza).
    Leggo su whatsapp i suoi stati da “desperate housewife” e mi convinco del fatto che la donna, in un determinato periodo della propria vita, surroghi il piacere dell’appagamento affettivo/fisico con il perfido godimento derivante dall’abominevole pratica dell’autocommiserazione.
    Ciò detto, in bocca al lupo, donne!
    E per favore:
    Datela!
    Datela!
    Datela!
    Che tanto, alla fine, ve la si restituisce sempre!
    Peace and love

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