Io non lo chiedo mai: «Cosa fai a Natale?» o a Capodanno.
Il motivo è abbastanza semplice. Delle persone vicine, conosco perfettamente i programmi, degli altri, no. E non so se voglio saperne qualcosa.
Il periodo delle feste è un periodo strano.
Da bambini, lo amiamo tutti. Non solo perché ci regala due settimane di vacanza dalla scuola, ma – soprattutto – perché, in una notte magica, un Babbo buono ci porta dei doni. Ci svegliamo la mattina e li troviamo lì ad attenderci. Magia!
Addobbiamo le nostre case con alberi e lucine, facciamo il presepe, le strade vengono decorate e diventano tutte più belle. Ci facciamo gli auguri, le famiglie si riuniscono, si mangia tanto e ci sentiamo pervasi da tanto calore umano e fratellanza.
Il periodo delle feste è un periodo strano.
Troppo corto per chi è felice, troppo lungo per chi viene preso dalla malinconia.
Che fai a Natale?
Sì, in famiglia, sì il cenone, sì i regali, però… Però non è più come prima. Però è cambiato tutto. E, durante le feste, questi cambiamenti dolorosi, pesano di più.
C’è la tavolata e ci sono troppe sedie vuote. Alcune sono state riempite con nuovi elementi che prima non esistevano nemmeno, ma quelle vuote, be’ quelle vuote sono quelle che fissiamo di più.
Forse perché a Natale ci si riunisce, forse perché dovremmo essere tutti felici e spensierati, forse perché abbiamo più tempo per pensare, forse perché non siamo presi dagli stress quotidiani, ci fermiamo, e realizziamo quel che ci manca e CHI ci manca. Forse per tutti questi motivi, – a volte – sotto l’Albero, troviamo anche un bel po’ di tristezza, intrisa di spirito natalizio.
E allora non lo chiedo alle persone che conosco appena, cosa facciano a Natale o Capodanno. Perché ho paura che pensino a quelle sedie vuote, o che siano sole, o che nessuno abbia pensato a loro né per un invito, né per un regalo.
Ce ne sono tante di persone sole e credo che, durante le Feste, si sentano tali ancor di più.
A me capita sempre…
Quindi non voglio che ci pensino, perché io ho chiesto loro dei loro programmi natalizi. Non voglio che tentino di giustificarsi se non ne hanno, che si imbarazzino o intristiscano a causa mia e delle mie chiacchiere di intrattenimento.
Non vorrei mai che fossero assaliti dalla malinconia, a causa mia.
In fondo, tra detrattori delle Feste, ci si deve aiutare…
La prossima volta, quando qualcuno vi porrà le tremende domande: «Che fai a Natale? Che fai a Capodanno?» rispondete come me che, anche se non ci crede nessuno, replico sempre con uno schietto:
«…Dormo».
«Assenza, più acuta presenza…»
A. Bertolucci
Alle sedie vuote…