LA MIA VITA MI PRENDE PER IL CU’. C’HO LE PROVE

Ho un Grande Amore.

Avete presente quello che vi fa rincretinire totalmente, battere il cuore e pensare a tutte quelle situazioni melense, da coppia, da quotidianità, quel Grande Amore che vi fa dire che Lui è quello che fa per voi, oggi e sempre, Amen?

Quello al quale pensate, quando qualcuno vi chiede come debba essere la persona perfetta per voi?

Ecco, così.

Per motivi che non sto qui a dirvi per non tediarvi, io e Grande Amore il nostro Amore Grande l’abbiamo solo parzialmente vissuto e poi è finita là.

Senza drammi, eh!

Ho “leggermente” imprecato per via delle circostanze avverse, ma è stata una separazione civile e senza ferite.

Vabbè, io già avevo iniziato a ricamare gli asciugamani con le nostre iniziali, ma questo me lo tengo per me, non lo dico, che pare brutto.

E neanche ci sentiamo. Perché a un suo solo “Ciao” mi sciolgo come un rossetto d’estate, quindi – niente – non se po’ fa. Mi scompensa troppo, è meglio che non lo senta.

Ho una dignità e una nomea da stronza da difendere.

Quindi io e Grande Amore ci viviamo le nostre vite a distanza, magari ci pensiamo ogni tanto e poi basta, finisce lì.

Ora, io dico sempre che la mia vita mi prende riccamente per il cu’, che spesso mi sembra di stare su “Scherzi a parte”, che attendo sempre invano che esca qualcuno per mostrarmi le telecamere della candid camera, e invece niente.

È tutto vero.

La mia vita mi prende per il cu’.

C’ho le prove.

Seratina con un po’ di gente, tra cui un amico di un mio amico, mai visto e conosciuto.

Questi inizia a raccontare un aneddoto e, nel farlo, inserisce un paio di dettagli che non mi sfuggono.

Non fa nomi.

Io ascolto e inizio a sentirmi male.

Lui continua, altri indizi, altri particolari, altre “coincidenze”.

Inizio a bisbigliare dei  “Non ci posso credere…”

Conclude l’episodio divertente e tutti ridono, tranne me.

Oddio, mi sento male.

L’amico dell’amico conosceva e aveva lavorato con Grande Amore, tipo una settimana prima.

Roma è piccola, direte voi.

No, è il mondo ad essere piccolo.

Troppo piccolo.

Letteralmente.

Mi sono alzata e sono uscita.

Avevo bisogno di pensare.

Divertita, confusa, continuando a blaterare che era impossibile, impensabile, incredibile, che l’Universo e i suoi amici in quel momento stavano col pop-corn a gustarsi la scena e a darsi di gomito.

Non ci posso credere…

Ho pensato alla teoria dei  “Sei gradi di separazione”, a quanto è vero che siamo tutti strettamente collegati, ma così è troppo.

Ho invidiato all’amico dell’amico il tempo che aveva trascorso con Grande Amore, in quel piccolo pezzo di mondo.

E una parte di me avrebbe voluto chiedere, verificare, sapere e dirgli che io lo conosco, a fondo.

Anche se sembra così assurdo e surreale.

Salutalo, abbraccialo per me, sta bene?

Ma non gli ho detto nulla.

Gli elementi che mi aveva involontariamente rivelato mi avevano dato la certezza che si trattasse di lui, quindi non mi serviva avere conferme.

Poi che avrei potuto dirgli?

Sai che noi ci vogliamo tanto bene?

Però, ecco, tu conosci la vita che fa, io non reggerei.

O forse sì?

Boh, non ho voluto scoprirlo.

Patetica.

Qualsiasi frase mi avrebbe fatto risultare patetica.

E poi avrebbe messo in moto ricordi, pensieri, domande, no. Meglio di no.

Quindi non ho detto nulla.

Comunque alla fine, inevitabilmente, ci ho pensato lo stesso.

A lui, ai nostri momenti insieme, a quel suo bel sorriso, a quanto mi piaccia come uomo e come persona.

Al bene che gli voglio, puro. Senza acidi rancori, maledizioni e cattiveria.

Gli voglio bene e gli auguro solo bene.

Forse è questo il Vero Amore

Forse.

Non ho potuto fare a meno di considerare che quell’incontro non fosse per nulla a caso.

Il caso non è mai a caso.

Magari era tutto un disegno divino per ricollocarmi col cuore e con la mente verso di lui. Per convincermi ulteriormente che lui sia LUI, e basta.

Che avevo una scusa più che ottima per scrivergli, per attaccare bottone, per chiedere come va e vedere come va a finire (se son più brava io a sbagliare, oppure tu a mentire…)

Sperando che mi dica di fiondarmi da lui, come quella volta, quando poi – all’ultimo – non me l’ero sentita e non ci eravamo più visti.

Da allora qualche messaggio, saltuario, banale, partito sempre da me, che sentivo l’esigenza di avere sue notizie.

…ma lui no?

Quante volte me lo sono chiesta, quante!

Non ti viene in mente di sapere come sto?

Non mi pensi?

Possibile che l’Universo mi stia inequivocabilmente indirizzando verso una persona che non si cura di me?

Perché è inequivocabile, è un segno del destino! È una spintarella, è una dimostrazione del nostro legame, è… NULLA.

È una coincidenza. Bizzarra, ma coincidenza.

In altri momenti della mia vita, probabilmente mi sarei inabissata nel loop del “Destino che me lo chiede”. Quindi l’avrei sentito, ci avrei pensato, non sarebbe andata come avrei voluto, ci sarei stata male.

Molto male.

Ora il male lo evito accuratamente.

Quella strada l’ho già intrapresa, lui non è LUI.

Noi non abbiamo fatto nulla per NOI.

Il Grande Amore è altro.

Forse, certe volte coi ricordi e le idealizzazioni miglioriamo di gran lunga le persone.

O forse mi sto raccontando le ennesime scuse, per giustificare la mia di inerzia, la mia di paura, la mia di solitudine.

Se ci sono delle misere cose che ho imparato molto bene è che quando ci si comincia a porre troppe domande, quando la situazione non è come vorremmo, difficilmente cambierà.

Che un uomo sa usare un telefono e trova il tempo per farlo.

Che è bello mancarsi e tenerci, ma è ancora meglio dirselo.

Che il mio acquisito e sudato pragmatismo mi impone di guardare la realtà dei fatti: una realtà fatta di un rapporto – ora – inesistente, neanche civile, proprio assente.

Che a volte è meglio lasciare le cose come stanno, per non rischiare di rovinare perfino i ricordi.

Che è bello mancarsi e tenerci, ma è ancora meglio VIVERSI.

E, soprattutto, che l’Universo ha davvero un perverso senso dell’umorismo.

3 risposte a "LA MIA VITA MI PRENDE PER IL CU’. C’HO LE PROVE"

  1. Un bel pezzo divertente, assai ironico, forse gioioso, nonostante il dopo. Aggraziata (e sorridente) la tua nomea. E poi, questo è a parte, che occhi, che sguardo, che modo di guardare il tutto incorniciati da quei capelli neri della foto in alto a sinistra: tutto bello e intrigante. Brava.

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