NONOSTANTE TUTTO

Lui ha saputo che ho avuto dei problemi di salute, così ha alzato il telefono e mi ha chiamata.

Semplicemente e nonostante tutto.

Nonostante l’ultima volta gli avessi detto che avrei preferito ingrassare dieci chili, farmi a piedi la Salerno-Reggio Calabria a Ferragosto, sacrificare tutte le mie scarpe, farmi scocciare da tutti i call center del pianeta, piuttosto che sentirlo di nuovo. Il tutto pronunciato con toni molto poco pacati.

E badate che sono sempre molto rigorosa quando si tratta di serrare porte.

Un mio “Vaffa” è per sempre.

Ma lui se n’è fregato e la porta l’ha scardinata.

Non si è fidato delle notizie che avrebbe potuto reperire di seconda mano, voleva appurare dalla mia viva voce come stessi e i vari cosa, quando e perché.

Non si è nemmeno nascosto dietro a uno squallido messaggino freddo, condito con emoji cretine. Mi ha proprio chiamata.

Sono certa che anche io l’avrei fatto per lui.

Magari è stato un pretesto?

Boh, chissà.

Comunque l’ha fatto.

Nonostante tutto.

Ci ha messo il coraggio e l’interesse.

L’ho apprezzato immensamente.

E poi mi sono incazzata.

Non con lui, sia chiaro.

Mi sono incazzata perché ho considerato che una cosa così normale, una gentilezza comune, una cortesia, un gesto carino e – volendo – pure “dovuto”, l’avete fatto diventare una chimera, una rarità, un evento da riconoscere e festeggiare, un’eccezione che conferma la regola fatta di menefreghismo, superficialità e inettitudine.

E con VOI mi riferisco a tutta questa pletora di smidollati, anaffettivi, effimeri, maestri del “non detto” , senza palle né dignità – figuriamoci il rispetto – che circolano oggigiorno.

Che ci hanno fatto credere che la mediocrità fosse la norma. Che ci hanno purtroppo abituate all’inerzia, l’indolenza, cosicché ricevere una semplice telefonata sia diventato addirittura un atto da magnificare.

Che ci hanno insegnato che trattare gli altri con rispetto sia un’opzione e non la consuetudine. Che preoccuparsi di quelli che ci hanno fatto compagnia per un tratto di strada, nonostante tutto, sia divenuto desueto.

Che l’egoriferitismo sia l’imperativo categorico. E che lo “Sticazzi di te” debba accompagnarlo sempre. Come stai, che fai, che senti, che provi, contro cosa combatti, perché sorridi, come te la passi, STICAZZI. Ma che me frega a me.

Credo che alcune circostanze debbano travalicare le incazzature, le litigate, muri, paletti e silenzi che abbiamo posto tra di noi.

Credo che si possa arrabbiarsi senza smettere di amare, a qualsiasi livello. Senza dimenticarsi di essere comunque esseri UMANI.

Irrispettosi, menefreghisti, egoriferiti esclusivi, maestri della sparizione, NON sono la normalità.

Per fortuna, ogni tanto, qualcuno me lo rammenta.

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