THE DAY AFTER: LO CHIAMAVANO “EL TIGRE”

I day after sono tutti diversi e, chiaramente, variano a seconda della serata che hai trascorso. Ci sono day after che ti regalano un gran mal di testa e senso di vomito; quelli che ti donano malumore e paranoie; quelli che ti lasciano un bel senso di appagamento e pace.

Oggi, è un day after che mi offre un gran sorriso, una bella sensazione, la consapevolezza di avere intorno gente niente male, un perizoma con un buco sul davanti (che perizoma è se non ha un’apertura sul davanti?) e svariati video che hanno come protagonista un tizio che si fa chiamare “El Tigre”.

Bella storia.

Quella che doveva essere una tranquilla uscita tra amiche, ad ascoltare musica dal vivo, ha riservato non poche sorprese.

Innanzitutto ho appreso dell’esistenza dei distributori automatici di perizomi e, niente, la mia vita è cambiata.

Pensandoci bene, sono utilissimi.Barbie Bastarda perizoma d

Se, improvvisamente, ti rendi conto di aver “svoltato” la serata, concupendo un grazioso ometto col quale spassarsela, ma ti ricordi di avere su dei mutandoni che manco Bridget Jones, per solo un euro risolvi il problema e ti trasformi in Sex Bomb.

Dopo questa (forse) ho visto tutto. Chissà se ti tramutano anche le chiappe…

Comunque per divertimento, ne abbiamo preso uno ciascuna e ho notato con immenso stupore che il distributore era quasi vuoto, segno che l’articolo va e non poco. L’inventore è davvero un genio.

La sorte me ne ha riservato uno davvero fine ed elegante, che Victoria’s Secret e Yamamay se lo sognano.

Potete mirarlo nelle foto.

Barbie Bastarda perizomaNotare la pregevole fattura orgogliosamente China, i fiorellini vedo-non vedo, la raffinata rifinitura argentea e, ovviamente, il delizioso buco sul davanti. Forse una presa d’aria in prospettiva dell’estate o, banalmente, per agevolare l’ingresso. Un pochetto fuori obiettivo, per essere pignoli.

È stato proprio mentre traccheggiavamo coi nostri signorili trofei che ci si è avvicinato nientemeno che “El Tigre”.

Poteva essere semplicemente l’ennesimo (e il terzo della sera) che attaccava bottone, il classico non-figo e non-simpatico che liquidi in un attimo, con cortesia, ma giusto per togliere dubbi che non la vedrà mai. Neanche dopo sei birre, neanche se siamo attrezzate per un’attività porchesca.

Poteva chiudersi lì, lo avremmo salutato col sorriso e proseguito la nostra bisboccia. Senza ridergli dietro e fargli video.

Ma certa gente vuole davvero strafare.

Certa gente sente la necessità di mettersi in ridicolo e farsi sfottere.

Perché quando uno ti si presenta dicendo: «Ma non mi avete riconosciuto? Non sapete con chi state parlando?»

Con tale presunzione, manco fosse Bono (né di nome, né di fatto), si ha il dovere civico di prenderlo per il culo. Semplice.

A me hanno iniziato a brillare gli occhi perché già pregustavo il divertimento che sarebbe scaturito dal protratto perculamento.

Pure tu non hai idea di chi avessi di fronte, mio caro Miciotto VIP.

E allora glielo abbiamo detto che sì, forse, mi ricordo, mi pareva, te lo stavo proprio dicendo, oh ma che culo che abbiamo, ma perché esattamente – di grazia – saresti famoso? Perché scusaci siamo rinco ma, al momento, non ci ricordiamo. Però sì, oh, hai proprio una faccia conosciuta. Uh, sul serio.

La sua popolarità pare derivi da pregevoli comparsate a programmi televisivi, presenza fissa in web radio popolarissime, video su youtube che te prego fermate, non sai le visualizzazioni, non dimenticando di millantare anche partecipazioni a film che, però – guarda caso – non sono ancora (o mai) usciti.

Lo chiamavano El Tigre.

Chi cazzo sei se non conosci El Tigre??

Giuro che la domanda che ha assillato la mia mente per tutto il day after è stata: Ma come cazzo ho fatto a non buttarmi a terra dal ridere?? Come sono riuscita a resistere?? Io?? Che rido per tutto? Figuriamoci per un tale esemplare e tali esternazioni??

Non lo so!

Forse era troppo più divertente incalzarlo, fargli domande, incoraggiare quell’attrazione che provava per una delle mie amiche (che ora, ovviamente, non mi rivolge più parola. Fuori un’altra…).

E giuro che, ogni volta che lo lasciavamo andare, tornava a cercarci. Capite perché dico che certa gente ha bisogno di soffrire?

A guastare giusto un po’ il divertimento, un commento da parte di una delle mie amiche:

«Poverino!»

Non a caso, il compatimento proveniva dalla più giovane di noi. Ancora tollerante, ancora indulgente, perché – invece – quando sei un po’ più grandicella, perdi un pochino questa umanità, in luogo di considerazioni egoistiche del tipo:

poverino de che? Poverina io che devo trovarmi davanti tutti ‘sti coglioni!

In effetti…

Ma, quando stavo sull’orlo del sentimento in colpa, la Tigre del Fleming, ha iniziato a prodursi in una danza sensuale con movimento sexy di anca-bacino-bacino-anca, dedicato alla mia amica che, devo dire, abbiamo invidiato parecchio. Ma parecchio proprio.

A quel punto, ho tirato fuori la fotocamera. Il “Povero” felino non ha avuto neanche la modestia di fare finta di non accorgersene, anzi, fomentatissimo, ha dapprima seviziato e posseduto un tavolo col suo ampio pube, per poi elargire scivolate a profusione, ballo stile “Pulp Fiction”, dito in alto da Stayin’Alive – Ah ah ah -, il tutto condito con sguardi arrapao che te prego legame(te).

Ho esaurito la scheda della memoria, ma ne è valsa la pena.

Quando pensavo che fosse abbastanza, El Tigre ha pensato bene di rincarare la dose: una volta si lasciava il numero di telefono, in seguito il contatto Facebook, ora si lascia nientemeno che l’url del video di YouTube col quale, pare, sei diventato qualcuno.

A quel punto potevo, e dovevo, andarmene a casa.

Alla fine, però, ho imparato da “El Tigre”, e da tanti prima di lui, quanto sia fondamentale nella vita crederci.

Perché, in effetti, se tu per primo non credi in te stesso, come potrebbero farlo gli altri? C’è chi in questo esagera e chi, invece, ha tutto da imparare.

Perciò credo che, da oggi in poi, cercherò anche io di trasformarmi nella Donna Tigre. Col mio bel costumino perizoma forato, taglia anoressia, tanto che il buco diventerà una “O” talmente grande che sembrerà un’espressione di stupore della patonza.

SuperBB, la nostra eroina, mai si fermerà, lotterà con furore, combatterà i mali della società e, se proprio non ci riesce, si limiterà a riderci su.

Come nel succitato caso del famosissimo El Tigre.

“Misteriosa la sua identità, è un segreto che nessuno sa, chi nasconde quella maschera Tigre. Tiger Man”.

Che come citazione, ci stava tutta.

 

PS: la seconda domanda che mi sono posta per tutto il giorno è stata: ma perché ‘sta gente sempre davanti a me???

 

I PRELIMINARI DEI PRELIMINARI: FASE AVANZATA

Apro gli occhi…

Che giorno è??

È IL GIORNOOO!!!

Sorrido.

Sono felice.

Guardo l’orologio.

Giorgia alla radio canta:

«…Solo uno fra tanti ti guarderà come sei e viaggerà quando ridi nei pensieri che vivi, negli sbagli che fai. Solo uno fra tanti importerà come sei…»

Sorrido. Sono felice. Guardo l’orologio.

Dodici ore e ci vedremo. Lui ed io, finalmente. A cena lui ed io. Sono felice e non ho nemmeno vomitato.

Quando arrivano le venti??

Ok, ora vi racconto…

Dunque, vi ricordate quando vi ho parlato dei “Preliminari dei Preliminari”?? Ecco, siamo andati oltre… No, che avete capito?? Un pochino oltre, Preliminari dei Preliminari fase avanzata, insomma! Io & Lui Primo Appuntamento!!primo_appuntamento (1)

Quando arrivano le venti??

Canticchiando vado a fare la predoccia. La doccia seria la farò stasera, ma intanto mi lavo con cura e mi depilo completamente. Non che abbia premeditazione di concedermi, ma essere del tutto priva degli schifosissimi peli superflui, mi fa sentire notevolmente più figa!

Che mi metto?

Sono giorni che ci penso, da quando lo so. Da quando è stata fissata la data.

«…Ti va di cenare con me?» Semplice, no? Un milione di paranoie, di pensieri, di seghe mentali e poi lui pronuncia sei parole e si aprono le porte del paradiso! «Mi farebbe molto piacere…»

Comunque alla fine ho optato per un fantastico vestitino e rigoroso tacco dodici comodo. Ho pure una discreta scollatura. Sì, mi deve apprezzare per il cervello e bla, bla, bla, ma è opportuno anche mettere in mostra la mercanzia. Stiamo in ogni caso parlando di un uomo, non dimentichiamocelo. E facciamolo godere! Solo con gli occhi, per ora…

La giornata è trascorsa non so come. Sono andata in giro con una paresi facciale stile jolly sghignazzante e  non sono riuscita a pensare ad altro: Lui ed io, “Noi” a cena, un misto di eccitazione e terrore.  Non è vero, la paura c’è, ma è troppo più grande la gioia, questa è la verità.

Non vedo l’ora di vederlo e non vedo l’ora che arrivi domani per fare tutto il resoconto alle mie amiche, sedute al nostro solito tavolino del bar.

Mi sono lavata, truccata e vestita con cura, specchiata non so più quante volte e – alla fine – mi sto criticando pure poco, sono accettabile!

Esco finalmente di casa per dirigermi verso di LUI e la nostra serata.

«Ti passo a prendere?»

Lo apprezzo davvero tanto che si sia proposto, però non ce la faccio. Mi viene una specie di ansia se devo farmi venire a prendere a casa, non so spiegare nemmeno i motivi. È un problema, lo so, ma ci sto lavorando.

Un’ultima occhiata allo specchietto, un’ulteriore spruzzatina di profumo che ho sempre in borsa e percorro gli ultimi metri che mi separano dal luogo dell’incontro.  Ed eccolo lì, puntualissimo, ad aspettarmi. Sorrido e il mio cuore danza un rock’n roll acrobatico.

Una maschera di tranquillità all’esterno, un uragano di emozioni dentro di me…

«Ciao!»

«Ciao…»

Doppio bacino sulle guance e saliamo in macchina, è stata lavata. Per me!! L’ha lavata PER MEEE!! Trattengo una risatina nervosa di soddisfazione.

«Dove andiamo?»

Ma non l’hai letto il mio articolo più famoso?? Ma che mi frega dove mi portiii!! Andiamo dallo “Zozzone”, prendiamo la pizza al taglio, io sto con te! Che mi frega “dove”!!

«È uguale, dove ti pare…»

«Sapevo che l’avresti detto, ho prenotato in un posto carinissimo. Lo adorerai…»

Un uomo come si deve un piano ce l’ha sempre e mi piace colui che programma la serata, che sa, che agisce. Lui è così. Quindi mi ha fatto una domanda trabocchetto?? Hai capito che parac…

«Il tuo profumo è buonissimo»

Parac… delizioso!

«…Grazie…»

Dovevo metterne di più, lo sapevo! Gli piace!! È fantastico!! L’odore è fondamentale, siamo animali, dopotutto.

Che dico?? Che dico?? Che dicooo?? I silenzi imbarazzanti li odio, che dico?? Sicuro me ne esco con qualche stupidaggine, meglio che sto zitta. Sì però è fastidioso:

«Hai sentito che caldo oggi?»

Tu sei l’idiota, più idiota, più completa che abbia mai conosciuto!! Il tempo!! Parli del tempo?? Ma io dico??

Ma che potevo dire?? Mo ci mettiamo a fare alta filosofia!

«E dimmi, che ne pensi del mito platonico della caverna?»

Certo, ci manca Platone! Così mi dice «Restiamo amici» ed eccoti servito l’amore platonico! Sono un disastro, sono un disastro totale! Dopo stasera non vorrà vedermi mai più, è sicuro.

Per fortuna siamo arrivati.

Scendiamo dalla macchina, ci avviamo vicini verso l’ingresso del ristorante e, di botto, lui si ferma e io mi blocco. Che è successo?? Mi guarda da capo a piedi e, dalla bocca padrona del più bel sorriso del mondo, esce un: «Stai benissimo… Sei stupenda»

Devo decidermi a frequentare pure un corso di “Accettazione dei complimenti”, perché la mia reazione è stata:

«Stupenda?? Ma hai visto che culone che ho?? E il brufolo puntuale delle occasioni speciali?? E i capelli?? No dico, è proprio vero che quando ti devono venire meglio è sicuramente il momento in cui ti vengono peggio!! E vogliamo parlare dell’eye- liner e di quello stronzo di un mascara che proprio stasera ha deciso che voleva fare i grumi?? Guarda, lascia proprio stare!

Per fortuna la mia temporanea incapacità di articolare frasi di senso compiuto si è dimostrata utile. Con un filo di voce balbetto un:

«G…G…Grazie… » (Fammi tua, qui, nel parcheggio!)

Te lo possono dire cento volte al giorno senza sortire particolari effetti, ma quando te lo dice quello che ha aperto un varco nel tuo cuore come un grissino nel tonno, cazzo che botta! Per lui sono STUPENDA. Esagera, o non mi avrà visto bene…

Il posto è carino e accogliente, ma davvero non aveva importanza. Sul tavolo un bigliettino col suo nome e un “2”. Ha chiamato, ha prenotato, pensando a me. Poi dicono che è difficile far felice una donna, solo a pensare questo  potrei urlare di gioia. Va be’ ma io sono scema, è vero.

Guardo il menù e trasalisco: no, non è possibile!cena-romantica-1748x984

«Ma… ma… ma… è un… un… [cacchio, parla!!] È un ristorante vegetariano!»

Mi guarda tra il divertito e il compiaciuto.

«Ti sei ricordato che sono vegetariana?» Neanche pensavo di avergliene parlato, sarà uscito involontariamente in qualche discorso e lui l’ha memorizzato.

«Certo che mi ricordo, me l’hai detto…»

Voglio davvero urlare di gioia, perché questi sono i gesti che mi fanno impazzire, quando qualcuno si ricorda quello che gli dico e fa caso ai dettagli.

Ha una cartella nella sua testa chiamata “BB” e dentro ci archivia tutto ciò che mi riguarda, quello che mi piace, quello che detesto, quel che gli dico. Ce le abbiamo tutti, ma pensandolo mi sento importante. Io abito nella SUA testa. Fico, troppo fico!!

La cartella nella mia mente che riguarda lui, straripa. Poi io sono patologica, perché mi ricordo TUTTO. Quello che mi dice lui, certe volte me lo scrivo. Sì sono pazza, ma occhio a puntare il dito, siamo tutte così, sappiatelo.

Mi piace ascoltarlo, non ci posso fare niente. È la cosa principale in un uomo. No va be’, non diciamo cazzate, per prima cosa mi deve attizzare, però se quando apre bocca non mi stimola, poi mi si affloscia tutto, ecco. E invece lui mi piace da matti. Lo ascolterei per ore. È simpatico, interessante, brillante. Trovo fantastico quando sceglie una parola piuttosto che un´altra, perché penso che sono le “sue parole”. Adoro quando mi racconta qualcosa del suo passato, perché comunque mi rendo conto che c´era anche senza di me, anche prima che lo conoscessi io. Era qualcuno che non conosco ma che sto imparando a comprendere. A volte mi diverto a cercare di prevedere le sue risposte o le sue azioni, per appurare quando mi sbaglio e quando invece ho già capito come è fatto. Lo trovo entusiasmante.

Sì, sono pazza. (di lui…)

Sorrido.

Macché sorrido? Sono un’ebete. Non ho smesso di sorridere da quando l’ho visto, sono raggiante. Ecco c’avrò la faccia da scema!! Ma lui se ne sarà accorto?? Contegno, contegno, devo darmi un contegno. Calma, calma, calma!!

Sono come i bambini, quando vedo qualcosa che mi piace tanto non riesco a smettere di guardarla e di sorridere. Se sto bene, sorrido. Sembro stupida, ma in realtà lo sono. Completamente rincretinita da lui, dalla sua presenza. Potrei chiedere di più? No, non credo.

Oddio mi ha preso la mano! Muoio. Felice ma muoio. Adoro, adoro, adoro quando mi prendono la mano. Perché l’ha tolta?? Avrò fatto una smorfia e penserà che non mi piace, ma perché lo pensa?? Che faccio, glielo dico? No, ma ti pare?? Non glielo posso dire!! «Puoi rimetterla la mano, mi piace da matti. Prendimela, anzi te la posso regalare, in fondo con la sinistra non ci faccio granché!» No, ma che gli dico?? Non posso dire niente! Gliela prendo io?? No, mi vergogno troppo…

«Mi piacciono da morire le tue fossette…»

«…G…G…G…Gra…zie»

Oggi è un gran giorno perché ho imparato a dire «Grazie» e sembra che sia l’unica parola sensata che riesca a pronunciare. Scema, scema, scema!

«Signori, gradite del vino?»

Sì! Sì! Sì! Tanto, tantissimo!!!

Ti prego, ti prego, fa che non pronunci quelle tre parole che detesto, ti prego!

«Certo che lo gradiamo, vero?» e si rivolge a me. Che domanda retorica!

«Sì, il vino va benissimo»

Grazie, grazie, grazie! Per due motivi… Se avesse detto «Io sono astemio» sarei stata costretta a rispondere «Io e te non abbiamo niente da dirci» ad alzarmi e andarmene. E sarebbe stato un peccato, perché mi piace. Ammazza quanto mi piace… Poi non voglio ubriacarmi, ma un pochino di alcol mi aiuterà a stemperare la mia tensione e a non essere solo la cretina inebetita che riesce solo a dire «Grazie» e a parlare del tempo. Forse. Perché se continua a guardarmi e sorridermi perdo l’uso della parola per sempre, è sicuro. 

Forse ha aiutato il vino, o forse dopo un po’ la mia ansia tende a scemare, o forse è merito suo che riesce sempre a mettermi a mio agio, ma mi sto finalmente godendo la serata. Tanto, troppo.

Siamo riusciti anche a mangiare! Non sono una di quelle che, quando esce con uno, ordina un’insalata. Se si va a mangiare, si deve mangiare! Per fortuna lui la pensa allo stesso modo. E, se è vero che un sano appetito a tavola fa presagire un sano appetito anche altrove, allora noi stiamo messi bene. Parecchio bene.

Senza che ce ne accorgiamo, siamo rimasti gli unici clienti del locale. Com’è quell’ovvietà? Il tempo vola, quando stai bene…  Prima di andare bisogna superare uno dei momenti cruciali delle uscite.

primo-appuntamento-595x400Gli uomini non si rendono conto di quanto sia imbarazzante per una donna il momento del conto. Non per tutte, ovviamente, certe lo fanno quasi di professione, perché il galateo impone che sia lui a pagare, però – porelli – certe volte mi dispiace pure. Ma una non sa mai se deve fare la vaga o chiedere di smezzarlo, perché certi uomini si risentono di brutto solo a sentirtelo dire. Invece, se lui accetta di dividere, in fondo sei tu che ci rimani male, diciamocelo! Ci cade l’illusione del cavaliere generoso, quindi è un momento terribile.

Una volta una mia amica mi ha detto:

«Un galantuomo si alza, con la scusa di andare in bagno e – senza che tu te ne accorga – paga il conto e torna al tavolo. Perché è così che si fa»

Io le avevo raccontato della mia terribile esperienza della sera precedente, quando ero uscita a cena con uno, incautamente, perché lo conoscevo poco e un’intera cena è difficile da gestire se ti trovi male. Non solo avevo passato una pessima serata, ma il peggio lo toccai quando lui si mise a fare il Revisore del conto.

All’inizio pensavo volesse scherzare, giuro, invece no. Con una mano teneva la ricevuta, con l’indice dell’altra passava in rassegna ciascuna battuta chiedendomi se effettivamente corrispondesse alle ordinazioni e se ogni piatto costasse davvero otto euro anziché sette e cinquanta come ricordava e così via.

Io, a fatica, ho tenuto botta fino ai contorni, poi – quando ha chiamato il cameriere per chiedere spiegazioni sulla presenza dei due euro per il pane – ho tirato fuori la mia carta di credito e, senza proferire parola l’ho porta al cameriere, sconcertato quanto me, per togliere entrambi dall’imbarazzo.

Il galantuomo ha bofonchiato qualcosa, ma avevo già smesso di ascoltarlo. Non avrei voluto dirgli nemmeno nulla, però mi aveva infastidito troppo. Occorreva specificare che il mio non era un atto di spocchia, ma un’evidente azione di risposta:

«Tanto per chiarire: non è che avevo bisogno di te per mangiare, stasera. Se volevi fare il galante, non mi pare così carino mettersi a spulciare e commentare il conto per farmelo pesare. Comunque tranquillo ti faccio risparmiare sui soldi della benzina che avresti speso per riaccompagnarmi, perché mi pago pure il taxi».

Perché è così che si fa. Coi cafoni.

Lui ha fatto tutto come si doveva e io ho fatto finta di non accorgermene. Seduta da sola, attendendo il suo ritorno, inizia a salirmi l’ansia del “dopocena”: e ora? Che succederà?? Ci baceremo? Ci avvinghieremo? Sono ancora capace a baciare con amore? Una volta ero brava… e se poi? Sembra incredibile ma era l’unica cosa alla quale non avevo pensato.

Ecco la stranezza: io che amo definirmi una ninfomane, un’adolescente con gli ormoni impazziti, un uomo che pensa solo a quello, quando mi piace davvero uno, “a quello” non ci penso mai. Vi pare normale?

Sapete la scena che principalmente mi balena in testa qual è? Lui ed io sdraiati sul divano a guardare la tv… Io completamente sopra di lui con la testa e una mano poggiate sul suo petto. Si può essere più patetiche? No, non credo…

Però, in effetti, se mi concentro, riesco a pensare anche… ehm… altro… Taaanto altro… Fa caldo, caldissimo… cambiamo pensieri che è meglio!!

Eccolo di nuovo.

Mi sembra sia andata bene. Abbiamo riso moltissimo, ma anche affrontato argomenti tosti. Alla fine la mia lingua ha fatto il suo dovere. Non pensate male!! Poi sono io la ninfomane…

Forse ho parlato troppo, forse troppo poco, non lo so. Domani mi rimprovererò per almeno un milione di motivi e sentirò l’esigenza di scusarmi per la mia ridicolaggine, è sicuro. Domani, ci penso domani.

Mi prende di nuovo la mano, stavolta svengo per forza.

«Ti va se facciamo qualcosa domenica? Abbiamo tutto il giorno, sarebbe bello passarlo insieme…»

Ok, devo smaltire tutte queste informazioni.

È andata bene, altrimenti non mi avrebbe chiesto di rivederci. Noi-domenica-NOI-insieme. Odio la domenica, perché uno la domenica pensa troppo semplicemente perché ha più tempo per pensare. Non si è presi dagli stress quotidiani, tranne il cervello che fa il superlavoro. Se non soffrissi di insonnia cronica, le dormirei tutte le domeniche.

«…magari andiamo al mare»

Ti prego, sposami!

Io ci starei sempre al mare! A volte ci vado da sola, anche d’inverno, rimango lì a fissarlo, ad ascoltarlo e mi fa stare bene.

«…Sarebbe bellissimo…»

LUI-Io-NOI-Mare-Domenica… Potrebbero iniziare a piacermi le Domeniche…

Mi guarda, mi sorride e…….

«Ehyyy… Yuuuuuuhhh… Ci seiii??? Terra chiama BB!!»

Che c’è??

Ma…hqdefault

Nooo…

Ah ecco.

Ero partita.

Nooo…

Perfetto.

Torno in me.

Non sono a un tavolo del ristorante, ma al solito tavolino del bar, i soliti quattro occhi davanti a me, il solito Campari diluito col ghiaccio. Perfetto. Ho iniziato ad avere anche le allucinazioni.

«A che pensavi tutta presa?? Anzi, a CHI??»

Le amiche sanno sempre quello che ti passa per la testa, anche quando ti incanti.

Prima reazione: faccio finta di non aver capito e parlo di altro.

«Insomma, che facciamo stasera?»

«Che fai, cambi discorso come al solito??»

È terribile avere gente che ti conosce così bene, checccazzo.

«Tanto lo sappiamo a CHI pensavi!»

«No, adesso dice che non le interessa più»

«Quello è pazzo di lei, lo sanno tutti, ma lei è la solita capocciona!!»

«Va be’ però pure luiii!!! Daiii!! Non è chiarooo!!

No, ma fate, fate! Parlate pure come se io non ci fossi, eh? E poi la mancanza di chiarezza, per me, è già palese chiarezza. Pensate sia una frase contorta? Rifletteteci e vi accorgerete di no…

Loro discutono sulla di lui ambiguità e sulla mia capoccionaggine, mentre io controllo i disegnini che ho fatto – senza accorgermene – sul tavolo, col mio calice. Mi ritrovo spesso a giocherellare con bicchieri e cannucce, Freud si fregherebbe le mani.

Cosa è successo? Quello che succede spesso, un sentimento o cresce o svanisce, il mio l’ho fatto morire. Se non lo si alimenta, è inevitabile che finisca. Mi sono resa conto che questa persona riusciva a cambiarmi l’umore e iniziava a sconvolgere il mio labile equilibrio. Ero governata dalle emozioni. Terribile. Quindi non sapevo più come comportarmi, se assecondarle o tornare in me e mi era venuta meno la naturalezza, perché in questi casi mutiamo i nostri atteggiamenti, è inevitabile. Siamo combattuti tra il cuore e la ragione. Siamo sciocchi? Tantissimo.

Mi sentivo una bambolina in balìa del batticuore, non più padrona delle mie azioni, priva di quella già poca scioltezza che possiedo e non riuscivo a gestirmi. Non tolleravo di essere destabilizzata da un’incertezza, da un sentimento che, forse, provavo solo io. Se qualcuno entra nella mia vita non voglio porgli delle barriere, ma devo essere certa che lo desideri davvero e lui questa sicurezza non me l’ha data.

Allora ho fatto quello che mi riesce meglio: ho fatto un passo indietro. Se questo fosse oggetto di guinness dei primati, lo vincerei  sicuramente. «Signori un bell’applauso a BB che anche stavolta si è tirata indietro e abbiamo raggiunto quota un milione di volteee!!!» Yeeeaaahhh!!! Bravaaa!!!

Ho ritirato le carinerie che riservo solo a poche, pochissime persone, le ho incartate insieme ai miei pensieri su di lui e li ho messi sotto a chiave. Caso chiuso. Cuore anche. E da “Solo uno fra tanti” è diventato “Come tutti gli altri”. Esattamente quel che sono io per lui.

Probabilmente non se ne è nemmeno accorto! Questo è quello che mi ferisce di più. La mia presenza dopotutto non era fondamentale. E allora sono felice di averlo fatto, evidentemente era la cosa giusta. Pensavo di partecipare a uno scambio di complicità, invece ho capito che stavo giocando da sola. Non ha fatto nulla per tenermi, è questa la verità.

Se fossi una femminuccia come tutte le altre, dovrei piangerne. Prossimamente sui vostri schermi “La ragazza che giocava da sola”: una sfigata che passa dall’essere totalmente disincantata al vivere d’illusioni create da lei, non perdetevelo! Come faccio a singhiozzare se penso a una cosa del genere?? Rido, rido di cuore. Uhm… devo lavorare sulla colonna sonora…

Ovviamente se non mi vedono piangere pensano che non me ne freghi poi tanto. Già, è normale.

Incredibile, loro ancora parlano:

«Sì, ma se lei fosse meno de coccio…»

«Sì, ma se lui invece l’avesse presa…»

Se… Se… Se… I discorsi ipotetici non mi sono mai piaciuti, lo sanno tutti.

Infine, si rivolgono di nuovo a me:

«Insomma tu che pensi??»

So che sto per pronunciare quella frase che io stessa temevo di enunciare perché perfettamente conscia di cosa significhi. Quella frase che sottintende una serie di ragionamenti e tante, tantissime cose che non si possono più dire a voce alta, né a qualcuno, né tantomeno a me stessa.  Caso chiuso. Cuore anche.

Senza nemmeno alzare lo sguardo sentenzio un:

«Non ne voglio più parlare. E intendo Mai Più…»

«…Ehm… quindi che facciamo stasera?»

Visto? Ora sono loro a cambiare la rotta dei discorsi.

È stupendo avere gente che ti conosce così bene.

Sono consapevoli che, quando emetto quelle parole, faccio sul serio. Non si gioca più, per me è un “Basta” tatuato. E di Tizo-Caio non ne sentiranno  più parlare.

«Brava, brava, sei proprio brava. Non vedevi l’ora di trovare una scusa per non pensarci più. Ritirataaaaaaa!! Brava, ti faccio un applauso!»

Ecco, ci mancava solo il rimprovero da parte della Vocina nella testa!

Senti che accuse ridicole poi, diciamocelo. Vigliacca io?? Puà… non sa proprio che inventarsi.

Poi mi sono davvero rotta di addossarmi sempre tutte le colpe! Che palle! E lui allora?? Basta. Caso chiuso. Cuore anche.

Inevitabilmente penso a quando mi avevano detto:

«Sai, è per questo che ci si prova ancora… »

«Per cosa?»

«Per l’espressione che hai fatto quando hai sentito il suono del telefono, per il sorriso che fai se vedi che è lui e per la gioia nei tuoi occhi quando vi vedete… E non ti vedevamo così da tanto… per questo ne vale ancora la pena…»

«… non ti vedevamo così da tanto… »sex-and-the-city_470x305

Già, neanche io mi vedevo così da tanto. Peccato…

Eravamo così carini a quel tavolo del ristorante, eravamo così carini in generale… 

Squilla il telefono.

Ho paura…

Stavolta non vi lascio con la suspense: è LUI…

Sorrido.

(ma tanto non me ne frega più niente…)

«We know that we fear to win

And so we end before we begin.

If you go your way and I go mine?

Are we so helpless against the tide?»

U2

A TE, senza che tu lo sappia mai… 😉

PS: Questi articoli stanno diventando una sorta di libro a puntate, non programmato, né previsto. E non so bene neanche dove mi condurrà, ma spero che vogliate scoprirlo insieme a me…xx 😉

La prima parte la trovate QUI

I “Preliminari dei Preliminari”Saga Completa QUI

LA GUERRA DELLE GATTE MORTE

Siamo circondati! È ora di fare qualcosa. Vi annuncio la nascita di un movimento che vede Presidentessa me medesima sottoscritta, il movimento AGM: AMMAZZA GATTE MORTE! E non se ne può piùùù!!!keep-calm-and-ammazza-la-gatta-morta

Una volta erano rare, adesso si sono riprodotte in maniera preoccupante! Dobbiamo assolutamente agire…

Sono perfida? No, credetemi. Le perfide sono loro. È ora di smascherare una volta per tutte queste nauseanti pantomime di donne che celano un’anima da spietate strateghe.

Non mi credete? Ok allora leggete…

Già Chiara Moscardelli aveva portato alla luce il problema con il libro “Volevo essere una gatta morta”:

“La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio”.

(Questa cosa delle mestruazioni dolorose e invalidanti mi ha sempre fatto ridere, ma tant’è… Quante volte lo avete sentito? «Non posso, ho il ciclo… » E allora?? In questo preciso istante almeno un miliardo di persone ce l’avranno e quindi?? Le GM non lo possono sopportare, scherziamo??)

Invece io, che sono molto meno diplomatica, nel mio libro le ho definite “ Fregnette Mosce AKA Femmine gne-gne” :

“Queste donne sono le classiche bamboline tutte mascara, lucidalabbra e sorrisetti. Se vedi una donna che non sa parcheggiare a spina nel deserto, questa sarà sicuramente una FREGNETTA MOSCIA. Il termine gnegne infatti deriva proprio dal fatto che, oltre che ridacchiare, non sa fare nulla. Non sa cucinare, non stira, non sa cosa sia un forno, non sa parlare di nulla oltre che del tempo, è la fonte di ricchezza di parrucchieri ed estetisti. E, ahimè, è il prototipo più amato dal genere maschile. Infatti tale donna, avendo una personalità decisamente latitante, non dà nessun tipo di problemi perché l’unica preoccupazione che ha è solamente quella di riuscire ad abbinare il rossetto con la mutanda. Lungi dalla FREGNETTA MOSCIA intavolare qualsivoglia tipo di discussione col suo uomo. Anche perché arrabbiarsi fa venire le rughe e non sia mai!”

Ma non ci importa la definizione, ciò che conta è che – mentre leggete – vi sono venute in mente almeno un paio di esponenti di questa categoria, quindi sapete bene di cosa sto parlando.

L’unica cosa che mi chiedo da sempre e alla quale non ho mai avuto risposta è: ma loro, le GM, sono consapevoli di esserlo o no?! Questo vorrei proprio saperlo…

Per un periodo della mia vita, ho provato anche simpatia per tali soggette, ora no. Ora mi hanno davvero rotto.

Non fatevi ingannare dai sorrisetti, da questa presunta debolezza, dal loro sapiente fare da finte tonte, da questa dolcezza sciapa come la loro personalità, queste sono macchine diaboliche che non lasciano MAI nulla al caso.

Sbagliando, molti ritengono che l’opposto di una GM, sia una donna aggressiva. Non è così. L’antitesi è quella che io chiamo una Donna-Donna (DD): intelligente, capace, indipendente, sveglia, cazzuta quanto basta, una donna con le palle, signori! Il tipo di donna che può tener testa e affiancare un Uomo (la maiuscola non è a caso…)

Ora qualcuno obietterà che gli uomini adorano sentirsi utili, quindi per questo preferiscano le GM, perfetto. Ma non è proprio così. Avete presente il detto “Non sai mai quanto puoi essere forte finché essere forte è l’unica scelta che hai”? Le DD lo conoscono molto bene. La GM si aspetta che qualcuno le risolva i problemi, la DD agisce. Se qualcuno la aiuta è meglio, ma non può rimanere ferma ad aspettare. «In qualche modo ce la farò» chiosa la DD. «Qualcuno lo farà» risponde la GM.  Capito la differenza?

«Lei da sola non ce la farebbe…» Non so voi, ma io mi sono stancata di sentire questa frase. Questa difesa di questa presunta vulnerabilità di questi animi puri. Ma de che?? Queste hanno capito tutto!! Si celano dietro una fragilità d’animo e fisica per farsi servire come regine.

Conoscevo delle GM che si facevano venire a prendere a casa da qualche poveretto cotto di loro, così lo illudevano e attuavano uno ”Sfruttamento dell’infatuazione”. Sfruttare, sì, è il termine giusto. Perché se tu sei certa che a uno non gliela darai mai, ma fai leva sul suo debole per te per farti scarrozzare, quello fai. Lo sfrutti. E le state ancora a difendere??

Le GM si circondano di un bell’harem al maschile perché tutti possono tornare utili. E poi… puntano le loro prede e gli si dedicano con una cura minuziosa e dettagliata.

Una GM che stava circuendo un ometto, mi ha confessato:

«Io gli faccio la Goccia Cinese… »

«In che senso??»

«Lo martello, piano, piano… giorno per giorno, finché non cede. Capitolano tutti…»10914572_588677167930047_1226531644_n

Nooo… va be’… E io non gioco più!! Queste sono delle sicarie del corteggiamento, delle professioniste della conquista, delle tattiche implacabili, non posso competere! Io al massimo metto in atto il vecchio gioco di sguardi-sorrisi. Che, poi, quando ti giri per cercarlo con gli occhi e vedi che pure lui ti sta guardando e entrambi sorridete, per me non ha paragoni… Posso vestirmi carina e lasciare sottointendere che sotto i vestiti mi piace agghindarmi anche meglio, posso sfiorarlo per avere un contatto fisico garbato. E poi gli faccio fare l’Uomo, mi piace l’Uomo che fa l’Uomo, mi farei portare in capo al mondo da un Maschio deciso. Ma queste sono imbattibili! Queste giocano in maniera scorretta, dai! Io ho sempre paura di disturbare, queste hanno l’invadenza del prezzemolo! E il loro amor proprio viene sacrificato in nome dell’accalappiamento. E giuro che l’ho visto tante, tante, tantissime volte!! Un’onnipresenza che manco un gps!! Neanche un’ombra! ‘Sti poveretti non hanno né scampo, né tregua! Se le trovano così addosso che davvero arrivano ad un punto in cui, poi, non riescono a farne a meno!! Sarà abitudine?? Sarà l’essere lusingati da questa geisha smorta che li riverisce con una devozione ossequiosa?? Sarà un sentirsi così importanti da volerne tutti i giorni?? Io non lo so, ma non sapete quante volte succeda… Io la vedo più semplice: se uno non mi vuole, non insisto. Perché dovrei?

Dovrei prenderlo per sfinimento? Non funziona così… E non c’entrano principi, favole e illusioni, un uomo vero fa di tutto per averti, o no? E, soprattutto, dovrebbe essere un piacere la mia presenza, non un’imposizione coatta. Un uomo che alla fine si prende quello che passa e permane con insistenza, come lo dobbiamo considerare? Oppure è il contrario? Un uomo interessato ad un tipo di donna come la GM, non potrebbe essere mai attratto da una come me e viceversa.

Qui ci sono uomini che, se ti vogliono, ti vengono a citofonare a casa! Lo giuro! È successo due giorni fa! (non a me, ovviamente…) Invece queste qua attuano una politica di stalkeraggio fine allo sfiancamento! Questa è una guerra impari, signore mie!

Ma, se glielo chiedi, tutti i maschi ti dicono che le GM non valgono niente. Allora perché poi finiscono sempre con loro?? Quindi… Visto che sono stanca di vedere Uomini che cercano Donne (e le maiuscole ancora una volta, non sono a caso…) e poi si buttano tra le fragili braccia di fregnette mosce, visto che mi sono rotta di sentirmi ripetere che sono bellissima, taaanto simpatica, troppo intelligente, veramente SPECIALE, che con me si sta benissimo e poi… tutti prendono un biglietto solo andata per la Culonia o comunque per qualche posto abbastanza lontano da me… Ci tenevo a dire che: in realtà non sono poi ‘sta gran strafica, di sicuro non così simpatica, veramente stupida, direi decisamente, ultra normale se non, oserei, banale e con me non si sta poi così bene, è difficile sopportarmi cinque minuti di fila, sul serio! Ecco. Lo volevo dire. Non sia mai cambi qualcosa… Ma siccome dubito che cambi qualcosa, vi annuncio che io non gioco più! Ci vediamo in un’altra vita, perché – in questa – mi avete rotto il cazzo tutti, voi e le GM!!!!!!!!!!!!!

…Ecco. E io avrei finito qui. Avevo finito qui… se non fosse che…

Signori, nulla capita per caso! Mentre lavoravo alla stesura di questo articolo ed ero impegnata nello sbircio di Facebook, la mia attenzione è stata catturata da un testo di una canzone di Califano, riportato integralmente. Ancor di più mi ha colpito CHI avesse riportato tale testo: noto tombeur de femmes che, ultimamente soffriva le pene per colpa del pene, o – meglio – per una che prima aveva piantato e che ora lo stava facendo penare, appunto. Quando vi dico che il Karma è micidiale, mi dovete credere!!!

Tutti noi conosciamo il Califfo-pensiero, un mio ex lo usava come mentore e io lo redarguivo sempre con un: «Sì, ma ti ricordo che è morto solo…» (e pure lui è rimasto solo, senza di me sicuro…) Califfo: sciupa femmine, la mia libertà, svariate canzoni a testimonianza di ciò. Questa no, questa canta l’amore verso una sola donna, nonostante tutte le altre. (Se volete, la trovate QUI )

Neanche il tempo di “polliciare” il mio apprezzamento, che il playboy denoartri mi scrive in privato (niente, la gente non lo capisce che ogni cosa che mi viene detta verrà poi scritta! Continuate comunque, io sono contenta!!!)

E da lì è partito il lamento del latin lover, su quanto fosse pentito di aver lasciato la donzella e, disposto a tutto per riconquistarla:

«È lei BB… Stronza, egoista, acida. Sono anni che ci scorniamo forte ore e ore. Poi troviamo la pace e ci lasciamo col sorriso. C’è voglia di affrontare le situazioni, i problemi e risolverli… Hai visto cosa c’è in giro? Un puttanaio… Sì, ti ci diverti una sera, ma poi? Questa è una Donna vera…»

E un sicuro, quanto mozzafiato:

«Io me la sposerò…»

Bum! Colpita e affondata… (Io, non lei…)

Per me è stato illuminante!

Innanzitutto, lasciatemelo dire, vi prego: ma sempre dopo?? Vi rendete conto sempre dopo di quello che avete perso?? Ce dovevate pensa’ prima! Ora attaccateve a una gatta morta, grazie!!!

Però… bisogna anche riconoscere il merito di quelli che hanno il coraggio di tornare indietro e ammettere i propri errori. Perché mica lo fanno tutti…

Forse è vero che tutti gli uomini, nessuno escluso, ambiscono a una Donna-Donna, ma – spesso – finiscono con una gatta morta perché più gestibile. Forse è vero che non tutti gli uomini hanno la forza di affrontare una donna forte. Forse è vero che alcuni uomini si scelgono le GM per essere sicuri di avere il controllo.

«…Perché quando vedi una cosa così bella, le altre non possono reggere il confronto…»
Così mi ha detto l’uomo che stavo aiutando a scegliere un regalo per la compagna. Sul tavolo tre borse: due belle ma abbastanza comuni, poco impegnative, una botta sicura, diciamo. E poi c’era LEI: la più diversa, complessa, non paragonabile a nessun’altra, lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso…
«Quando vedi una cosa così bella le altre non reggono il confronto. Sì, puoi trovarne altre che ti piacciono, ma non saranno mai come lei. È sicuramente la migliore… Però… Non lo so…»
Ho sorriso, abbassato il viso, scosso la testa e bisbigliato:
«È come con le persone…»
«Cosa?»
«È come con le persone… A volte ne incontri qualcuna così dannatamente diversa dalle altre da spiazzarti. E lì che fai? Come la gestisci? Pensi davvero di riuscirci? Meglio lasciar perdere…»
Avrei voluto tanto dirglielo, ma invece gli ho risposto:
«Nulla… Allora ha scelto?»
«Non lo so…»
E l’ha lasciata lì, non l’ha presa. Proprio come con le persone. Forse era troppo bella, sicuramente era la più impegnativa, ma particolare, differente e lui l’ha comunque lasciata lì.
«Ci penso…» mi ha detto.
Magari non tornerà, magari tornerà e scoprirà che qualcun altro, con più coraggio, l’ha portata via e si racconterà che non era poi così speciale, magari andrà sul sicuro e ne prenderà un’altra più “comune”… Ma, in cuor suo, saprà per sempre che lei è la migliore di tutte quante!

fare-la-gatta-morta-testoQuindi, scusatemi, ritiro tutto. Niente Movimento AGM, perché le GM ci servono vive. Ci servono nella grande catena alimentare della riproduzione perché sono le donne minuscole adatte agli uomini minuscoli. Quindi è giusto e sacrosanto che copulino tra di loro.

Sono stronza? No, sono una fiera DD, una leonessa, una Pantera viva, almeno non fingo di essere una mansueta femminuccia e sarò sempre orgogliosa di questo. Nonostante tutto. E sapete anche voi che siamo le migliori.

E lo sanno pure quelli che, mentre stanno con voi a coccolarvi perché siete stanche, vi si sono spezzate le unghie e avete addirittura guidato, sognano di spassarsela con noi che siamo sempre sveglie.

È una magra consolazione? Forse… ma pensando questo, mi sento già molto meglio. 😉

PS: Anche questo me lo chiedo da una vita: ma le GM si stancheranno pure a fare sesso?? Perché si suda e fatica, eh!!

“Questo mio apparire forte e che supero tutto, è come se m’avesse marchiata.

È un po’ come se avessi scritto in fronte: “Passatemi sopra, schiacciatemi a dovere,

tanto mi rialzo comunque…”
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino

 

 

«Ok, non ero riuscita a domare Big,

ma il vero problema era che lui non era riuscito a domare me…

Forse certe donne non sono fatte per essere domate,

forse hanno bisogno di restare libere…

Finché non trovano qualcuno altrettanto selvaggio con cui correre…»

Sex and The City 2×18

INDAGINE SCIENTIFICA: L’ABITO FA LA MONACA?!

Il dilemma ancestrale è questo: L’abito fa o no la monaca?!

Per rispondervi ho personalmente, seppur involontariamente, condotto le seguenti indagini per valutare le reazioni maschili di fronte all’abbigliamento del gentil sesso.15 - uomo-che-fischia-passare-donna-19853212_edited ED

 

INDAGINE NUMERO UNO: Ovvero L’abito fa la monaca (ma non fa di un uomo un monaco).

Domenica pomeriggio estiva, la vostra BB si appropinquava ad andare a depositare buste contenti panni dismessi negli appositi raccoglitori.

Essendo pigra come pochi, non si preoccupava, nel dì di festa e di riposo, di cambiarsi appositamente per l’occasione e usciva di casa sfoggiando nell’ordine:

Capelli da “domenica mattina”, ulteriormente peggiorati da oltre tre ore di “accipollamento”;

Viso struccato (ma rigorosamente “incremato”) corredato da occhiaie post serata-brava;

Vestitino succinto da casa, non per vanità, semplicemente per contrastare la calura;

Zoccolo con rigoroso tacco 12, solo perché senza tacchi non so nemmeno guidare…

Parcheggiata la macchina in prossimità dei raccoglitori, si apprestava a compiere i circa tre/quattro andirivieni necessari per completare il lavoro. Lasso di tempo stimato: al massimo un minuto.

Nel suddetto lasso di tempo la vostra beniamina ha rilevato quanto segue:

la totalità dei veicoli condotti da uomini (anche se involontariamente) ha partecipato all’indagine.

Le reazioni degli uomini di fronte a una donna intravista per un nanosecondo che compiva un atto sicuramente non intrigante sono state le seguenti:

Rallentamento semplice;

Rallentamento con clacsonata;

Rallentamento e compresenza di stato di ipnosi temporanea;

Rallentamento, stato di ipnosi, clacsonata furiosa e frontale sventato all’ultimo secondo;

Rallentamento corredato da fischio;

Rallentamento con proclamazione fiera di un «Abbbbbeeelllaaa».

Ricapitolando: non ero curata, non ero truccata, non ero pettinata, non ero profumata, ma i maschi alfa hanno comunque notato e apprezzato la mia presenza.

Risultato: se vuoi attirare l’attenzione di un uomo, non servono grandi cose, basta che ti “scosci”. (ora mi spiego taaante cose…)

INDAGINE NUMERO DUE: Ovvero L’abito non fa la monaca (Ma la monaca si fa uno Strafico…)

Nella migliore congiuntura della sfiga atavica impastata alla iella e per la serie “Quando esci che sei un cesso incontri TUTTI” (non è vero??) quel giorno si presentò al cospetto della BB non un omuncolo qualsiasi, ma l’esemplare maschile più arrapante e più apprezzato sul globo terrestre dalla vostra BB e per questo appositamente denominato LO STRAFICO.

In precedenza LO STRAFICO, bontà sua, aveva già avuto modo di manifestare svariate volte, il suo apprezzamento nei confronti della BB. Ma in quei giorni la stessa aveva il solito aspetto curato, truccato, agghindato, profumato.

Ma quel giorno no. Perché quel giorno la poverina era stata posseduta dalla “voglia-di-imbiancare-il-bagno” che mal si concilia con la “voglia-di-agghindarmi-e-mettermi-in-tiro”.

Abbigliamento di BB:

Jeans di due taglie più grandi;

Maglietta della ditta bianca, di due taglie più grandi;

Anfibi, rigorosamente cambiati in loco, perché nessun tacco 12 merita di sporcarsi di vernice!

Perché, appunto, Il TUTTO risultava sporco di vernice bianca…

Capelli accipollati e, ovviamente, sporchi di vernice;

Trucco minimo indispensabile;

Possibili reazioni alla vista dello STRAFICO: ok mi butto sotto la scrivania, magari non mi ha visto… Ah no? Allora perché starebbe bussando?

Ok gli dico che sono mia sorella gemella sciatta, anche se sa che non ho sorelle;

Ok lo affronto. È stato bello finché è durato STRAFICO mio, ma se tu oggi mi vedi così, è sicuro che io non ti vedrò mai più.

Ricapitolando: non ci posso credere di essermi fatta vedere in giro conciata così!! Ma che ero lobotomizzata?? Non succederà più… Mea Culpa, Mea Culpa, Mea Maxima Culpa!!!

Inaspettatamente, vedendo la BB, lo STRAFICO disse l’ultima frase al mondo che si sarebbe aspettata:

«Sei davvero molto sexy… »

E lei rispose nell’unico modo che riteneva possibile:

«Mi stai sfottendo??? Sono un cesso!!!»

«No… Sei proprio sexy… »

(Allora mi sa che tutti i giorni quando esco non ci capisco niente… Ma senza tacco 12 non posso stare!!!)

Risultato: se piaci davvero a uno, gli piaci anche in tuta… (per fortuna…! ;- )

Conclusioni: se vuoi attirare l’attenzione di un uomo, basta che ti scosci o ti scolli. Ma sarà questo quello che guarderà di te, sarà questo ad attrarlo di te: le cosce e il decolletè. È meglio attrarre un uomo con e per tutto il resto, poi magari dopo inizi a fargli dei “regali” e ti scosci solo per lui. 😉

Prima pubblicazione: 12.07.2013