BLOG-JOB: È DAVVERO UNO (S)PORCO LAVORO!

Sono approdata nel mondo dei blog diciamo perché non avevo scelta. Era, e rimane tuttora, un territorio sconosciuto per me, ma sono fiduciosa che, prima o poi, ne carpirò ogni segreto. Alzi la mano chi ci crede…

Nonostante questo, sono molto contenta dei risultati ottenuti.

Anzi, lo ERO

Ho scelto WordPress solo perché conoscevo già vagamente il programma, ma ignor(av)o del tutto il macrocosmo connesso che cela.Barbie Bastarda blog ev

Un bel giorno mi ha comunicato che c’era qualcuno che mi seguiva. Uh e ora?? Avevo dei “seguaci”.

I seguaci ecco. Innanzitutto GRAZIE: non so come mi abbiate trovata, ma grazie per l’interesse dimostrato.

C’è tutto un galateo che sto apprendendo, o magari non c’è, ma io la vivo così.

Quando qualcuno inizia a seguirti, sarebbe carino che tu segua lui. Indi ti fai un giretto sul suo blog per vedere di che si tratta. E da lì ti si apre un altro mondo di centinaia di blog…

Ho scoperto una funzione che ti suggerisce i siti che potrebbero interessarti – non ho ben compreso secondo quale logica… – ma, niente, mi sento una piccola particella di sodio in un oceano ancora tutto da scovare.

Quando WordPress mi ha fatto il resoconto annuale, bontà sua, mi ha detto che potevo migliorare con “L’Accademia”, per seguirne i corsi occorre prenotarsi mesi prima. Mi è venuto da ridere.

«BB, sei rimandata…»

Poi, altri suggerimenti che non sono riuscita bene a cogliere, perché, sebbene parli inglese, ignoro il lessico tecnico dei blog perfino in italiano…

Il problema basilare è che dovrei dedicarci più tempo, mooolto più tempo e ne sono consapevolissima. Oltre al fatto di essere totalmente ignorante, ovvio.

Il “Theme” che ho scelto, non ha esattamente l’aspetto dell’esempio, ma – sticavoli –  alla fine mi piace.

Solo di recente ho scoperto la funzione dei “tag” – credo, non ne sono sicurissima –  ancora mi è oscura la divisione in “categorie” e, niente, “Articoli collegati”, lo hanno tutti e io proprio non riesco a mettercelo!! (mi correggo, ci sono riuscita proprio due giorni fa… La considero un’immensa conquista e me ne vanterò nei secoli a venire. Se poi scoprirò pure come “collegare” quelli che dico io e non quelli che sceglie da solo, mi ubriacherò per festeggiare…! Esattamente come ho fatto quando sono riuscita a mettere l’iconcina in cima alla scheda. Hurrà per BB!!!)

E giuro che non ho capito la differenza col “Gravatar”.

Mi connetto quasi sempre col cellulare dal quale non ho effettuato l’accesso né su wordpress né sul famoso Gravatar. Ok, ammetto pure che credo di aver perso le password, che per fortuna sono riuscita a salvare sul pc così si connette automaticamente, appannaggio della mia nota pigrizia e della scarsa memoria. Sì, prima o poi le recupero…

Quando mi “piacia” qualcuno che non segue il blog, mi chiedo sempre quale forza misteriosa l’abbia portato verso il tale articolo, ma forse non lo scoprirò mai.

Questo giusto per farvi capire la mia latente sapienza tecnologica in materia.

Indi, vista la mia totale ignoranza e incapacità, ero mooolto soddisfatta di quel che ero riuscita a creare con le mie manine inette.

Nel momento in cui –quasi subito, a dire il vero – il blog ha iniziato ad avere visite quotidiane senza che io pubblicassi nulla, beh, devo dire che mi sono sentita davvero compiaciuta!!

Ormai guardo la cartina delle visite come una maniaca di Risiko, incredula che ci sia Tizio Caio dall’altro capo del mondo che, davanti al suo pc, esclami: «Fammi un po’ vedere che dice ‘sta BB»

Vi rendete conto?? Io impazzisco!! Voi blogger seri e d’annata sarete abituati, per me è stato – ed è tuttora – sorprendente! E ogni piccolo traguardo, l’ho sempre vissuto come un trofeo.

Finché

Non so se capita anche a voi, ma quando avete bisogno di qualche esperto in qualcosa trovate il deserto intorno. Ma, appena avete risolto, compaiono tutti!

Appunto.

Nei giorni scorsi sono stata riempita di commenti del tipo:

«Però il tuo blog così non va bene, sai, io me ne intendo…»

«Lo stile che usi è superato, io lo so…»

«È banale, non accattivante, io ci capisco…»

«Dovresti mettere qualche foto tua. Non oscurata! Foto in cui ti si vede bene, magari in pose arrapanti. Sei gnocca, così attiri più utenti!»

«Ma mica è un sito porno…!!»

«Che ti frega? È per incrementare le visite! Non troverai mai uno sponsor, così!»

«Ah, perché potrei avere anche degli sponsor??»

«Ma tu sei Barbie sul serio, allora!!»

Ecco. Tutta ‘sta gente che “ne sa”, mesi fa, quando piangevo perché non sapevo che fare e come farlo (e vi assicuro che ancora non ho smesso né di piangere né di chiedermi come fare), dopo che avevo perso tutti i miei precedenti articoli e non sapevo dove postare i nuovi, dove stava??

Perché, nella mia mente paranoica, se non colmavo subito il vuoto virtuale, qualcuno che si era salvato i miei pezzi poteva pubblicarli spacciandoli per propri – come già successo – visto che io non potevo dare prove tangibili di maternità.

Allora ho aperto il sito, riportando tutti i precedenti scritti e l’ho lasciato fermo per un bel po’. Poi, passato il disgusto, ho ricominciato a scrivere.

Giuro che cerco di migliorarlo al meglio delle mie possibilità, ma se sono incapace, che ci posso fare??

Se ne sapete tanto, aiutatemi no?! E di nuovo il deserto…

In quei giorni – fomentata dalla ricerca del miglioramento –  ho letto su vari articoli i “numeri” di visite e seguaci che si dovrebbero raggiungere in breve tempo e mi sono davvero sentita una fallita.

E, niente, la somma di tutto ciò, mi ha un po’ abbattuta…

«Signori, ecco a voi: Come smontare BB in quattro semplici mosse!».

Ognuno si fa il blog che vuole, per fortuna e ognuno è libero di seguire – o smettere di farlo – chi vuole, per fortuna: c’è gente che ti “sbrocca” se non la segui; chi – semplicemente – riporta testi e citazioni altrui; chi racconta quotidianamente quel che fa ; ci sono quelli con intenti “erotici”, dei quali non perdo una singola pubblicazione e ne ho trovati diversi davvero molto interessanti, dai quali ho solo da imparare.

Una volta in uno lessi che bisogna pubblicare almeno due volte al giorno. ALMENO. Azz e chi ce la fa??

Mi sento arrivata se riesco a pubblicare una volta a settimana… (e, ahimè, non capita quasi mai…)

E poi non mi va di rompere le scatole al prossimo. Perché ogni volta che esce un tuo nuovo pezzo, chi ti segue, riceve la notifica via mail. Non so voi, ma io chi mi riempiva la casella di posta ho smesso di seguirlo. Eh lo so, sono bastarda!

Ma non è accettabile che apro la mail e impiego svariato tempo per scaricare duecento tue notifiche di altrettanti articoli! DUECENTO?? In un giorno?? E che cazzo sei, seriale?? Lo Speedy Gonzales della pubblicazione??

Una volta passi, due pure, alla terza Ciao! Mi dispiace!

E c’è anche un’altra cosa da dire: fare il resoconto della mia giornata, non rientra nella mission del mio spazio virtuale.

Per quello ho la mia fidata agenda personale. Che, quando un giorno verrà trovata, sarà utilizzata come tomo di psicologia, per spiegare il disturbo bipolare e anche quello ossessivo-compulsivo.

Sì, sono una pignola patologica ed è pure per questo che non pubblico se un articolo non è perfetto e soprattutto COME-DICO-IO.

Però, per partorire articoli più “corposi” e pignoleschi, ho bisogno di più tempo e/o ispirazione e mi scoccia da morire pubblicare un pezzo tappa-buchi. Uno che non sento dentro, che non mi viene voglia di leggere e rileggere. Quelli meritano di vedere la luce, quelli COME-DICO-IO. Lavori scialbi, frettolosi, superficiali e iperconcisi non vorrei mai offrirli a chi mi legge.

Ammetto che dovrei dedicarci un po’ più di tempo, ma non ce l’ho. Non ce l’ho sul serio. Certe volte mi metto a scrivere, ma sono talmente stanca che, piuttosto che riempire righe di insulsi “gnegne”, preferisco smettere.

Questo chiaramente è il MIO punto di vista, il mio modo di vivere la scrittura, il MIO blog.

Un blog poco curato, poco tecnico, obsoleto, impersonale, banale e sciatto…

Barbie aBBattuta…

Poi, improvvisamente, ho pensato ad altro:

c’è chi mi dice:

«Ma quando esce il seguito dei “Preliminari”?? Lo sto aspettando!!»

«Ma quando scrivi su questo

«…e su quello??»

Pazientate. Arriverà tutto. Coi miei tempi, con la mia succitata scrupolosità maniacale, ma arriverà.

Oltre questo, c’è chi mi scrive per ringraziarmi, per raccontarmi le proprie impressioni, o anche solo per condividere. Nella pagina Facebook di Barbie Bastarda, ho creato un album di screenshot di queste conversazioni. (puoi vederlo QUI).

Qualcuno penserà che sia un’autocelebrazione, o una sorta di “Anvedi-quanto-so’-brava”, niente di tutto ciò. Mi aiuta.

Perché, dopo questi due, tre, giorni di abbattimento dovuto ai fatti di cui sopra, queste sono le gioie sulle quali mi sono concentrata.

Non posso fare a meno di scrivere, lo amo e mi diverte, a qualcuno arriva quello che scrivo, il blog sarà poco visitato e fatto malissimo, ma – visto l’esiguo tempo che gli dedico – io SONO molto felice dei risultati.

Punto.

Quindi credo che dovrete sopportarmi ancora per parecchio.

Un grazie immenso a chi c’è e a chi ci sarà. E grazie del benvenuto mondo blog. Sono certa che insieme ci divertiremo un bel po’.

Blog-Job:  è uno (s)porco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare! 😉

 

…Ah! Il manuale del blogger perfetto impone anche un robusto spam in ogni dove (che non ho mai il tempo, né la volontà di fare…) indi:

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Mi sento una marchettara, sappiatelo.

 

Se avete suggerimenti, ben graditi nei commenti, grazie.

SIAMO TUTTI SCRITTORI!

Faccio parte di diversi gruppi facebookiani di pseudo-scrittori (e scrittori molto, molto convinti). Quando mi sono iscritta pensavo che mi sarebbe stato utile per spammare un po’ i miei lavori, ma non lo faccio mai. Credevo che fosse un mondo in cui poter condividere le proprie idee, dubbi e per scambiarsi dritte e suggerimenti. Teoricamente è così. In pratica sono tutti post personali di “Questo è il mio libro, questo è il mio lavoro, compra qui, ecc…” Abbastanza noioso, a dire il vero. Avevo pensato di abbandonarli (o di nasconderli dalla mia home), ma l’unico motivo per il quale resisto è che ogni giorno si può godere della lettura di notevoli perle, come questa:
Senza titolo 1
Notare la profusione di metafore, l’arricchimento di aggettivi, la mancanza delle maiuscole e le virgole messe a caso, come elemento decorativo. Frasi prive di significato ma ricche di costrutti prolissi. Non so davvero cosa preferire in tutta questa opera estemporanea, ma nemmeno tanto, visto che l’ha pure modificato – indi perfezionato – e giuro che non ho avuto il coraggio di andare a sbirciare gli strafalcioni corretti. Mi verrebbe da dire: pensa prima che era!! Ho pensato che fosse tutta una costruzione ironica affinché cozzasse meglio col “merda” finale, ma sospetto che, invece, sia proprio convinto. Come, purtroppo, capita alla maggior parte degli autori che affollano questi gruppi. Ribadisco che, tra tutti gli artisti, gli scrittori sono la razza peggiore e sono fiera di non essermi mai considerata tale… 😉 
Ah, a ‘sto punto al confronto io, che faccio pena, mi sento la Fallaci. Che si sappia!!
Cari Scrittori seri, la mia autostima vi sarà per sempre riconoscente… 😉

L’AVVELENATA

«Cara, carissima BB,

 come ti ho accennato ho letto e riletto l’articolo di ieri. Stampato, sottolineato. Preso tempo per risponderti, per trovare il tempo giusto per farlo. Non ho mai letto “alla leggera” i tuoi articoli, quindi non volevo certo iniziare ora. Né intendo farlo mai.

Allora…. Che dire. Prima di tutto: hai trovato il modo di capovolgere al meglio una delle situazioni più misere che il cv di una donna possa contenere: ne hai scritto, hai tirato fuori quel sasso che nella scarpa (tacco 12, soprattutto…) proprio non si può tenere, se si vuole continuare a camminare e andare verso qualcosa. E farlo sorridendo.

Ho provato le stesse sensazioni di quando lessi alcune pagine del tuo libro. Un misto di ammirazione per il coraggio che hai di metterti in gioco davanti un foglio bianco, di soddisfazione nel leggere un testo così intensamente ricercato (nel senso dell’uso delle parole) in cui ogni vocabolo è frutto di una scelta attenta e consapevole. Tu arrivi decisa a chi legge. Ogni parola è quella. Cercata, voluta. E ciò nel complesso si capisce… eccome se si capisce. Infine, un po’ di rabbia nel leggere che proprio a te capitino queste cose e che pur se molto diverse da quelle che può vivere un uomo, lasciano poi di base la stessa eredità psico-emozionale. 

Il pezzo è più che un articolo e, a chi legge, risulta una vera e propria pagina di diario. Essendo la tua non una rubrica nel senso tradizionale o convenzionale del termine, bensì uno spazio “tuo” (nel senso di “proprio”) il pezzo ci sta molto bene. Se Barbie Bastarda è in forma e ha voglia di prendere in giro il mondo che lo faccia. Se Barbie Bastarda è triste e ha il coraggio di scriverlo è giusto che lo faccia! (soprattutto se questo la fa stare meglio!). Inoltre credo che il pezzo sia molto “emozionale”, molto femminile e che il suo pubblico lo troverebbe proprio. Credo che il metro per pubblicare un articolo in realtà debba essere sempre uno e uno soltanto: se ciò che hai scritto ti ha fatto stare meglio, allora va pubblicato. Perché molto probabilmente farà star bene anche gli altri. E questo a te, credimi, riesce benissimo.

 “Non permetterò più a nessuno di farmi sentire sbagliata. Non permettete a nessuno di farvi sentire sbagliati”. I.Santacroce. Ieri, status Facebook».

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Non sono le quattro del mattino, non c’è né angoscia né un po’ di vino, sono sobria, libera, sveglia e lucidamente incazzata. Barbie Bastarda è triste, ha il coraggio di ammetterlo e di scriverne ed è giusto che lo faccia, come hai detto tu. In questi ultimi mesi ho letto e riletto questa mail, l’ho analizzata, consumata e, mentre lo facevo, sempre le solite domande nella testa: «Ma perché?» E, soprattutto: «Ma come si fa?»

Ti ricordi quante volte lo abbiamo detto? «Ma come si fa?» Di fronte alle meschinità gratuite, a comportamenti vigliacchi e perfidi, ce lo chiedevamo sempre: «Ma come si fa ad essere così? A comportarsi così?» Era sempre la nostra domanda. Non ci arrivi, sai. Se non sei geneticamente bastardo, infame e stronzo, non ci arrivi a capire certe azioni “umane”, è questo il problema. Devi incassare, accettare e basta. Ti torturi, certo, ti torturerai sempre. «Ho fatto qualcosa di sbagliato? Capita sempre così! Che cos’ho che non va?» Ma, alla fine, capirai che non sei stato tu a generare certe condotte schifose.  Quelli come noi – scusa – quelli come ME, con queste torture ci convivono da sempre. Tu lo sai bene. Conosci gran parte degli episodi indegni che ho dovuto subire, molti dei loschi personaggi che hanno attraversato la mia vita e tutte le risate dissacranti che mi facevo mentre ti raccontavo le mie disavventure. Lì sì c’era un po’ di vino, innumerevoli calici che accompagnavano le nostre confidenze. Barbie Bastarda nasce da qui: dalla vita vera, dall’ironia usata per esorcizzare la dura realtà, dalla perenne sensazione di essere“vasi di coccio tra vasi di ferro” e dalla voglia di non mollare mai, comunque e nonostante tutto.

Alla fine concludevamo sempre le nostre torture con un’amara consolazione: «Per fortuna noi non siamo così!» Già. Per fortuna noi siamo brave persone. Limpide, vere, oneste e trasparenti. Scusa, SONO.

«… un po’ di rabbia nel leggere che proprio a te capitino queste cose». Non sai le risate bagnate che mi sono fatta leggendo questa tua frase, alla luce dei fatti recenti. Ho riso davvero fino alle lacrime…

È impensabile per tutti quello che hai fatto, lo sai? È inconcepibile per tutti che tu l’abbia fatto soprattutto a ME e per me. Se dovessi descrivere come mi sento, potrei solo dire che mi vergogno per te. E non riesco ancora a credere che sia successo davvero, che tu viva la tua vita senza problemi, che non abbia la necessità di sentirci, né di dare spiegazioni, coltivando solo indifferenza nei nostri confronti. Ma chi sei? Chi eri? Chi era quello che conoscevo?

Chiudo e sigillo porte, sono brava in questo, lo sai. Non ho più voluto parlare di te e mi irrita quando qualcuno ti nomina.

Sai che adoro i soprannomi, quindi ora, se devo menzionarti, per me sei solo il “TDC”, il “PDM”, a volte “quella cara persona”, o semplicemente “Lo Stronzo”. Non voglio sentire neanche più il tuo nome.

Questo non è uno dei “momenti TILT di BB” che ben conosci. Li ho avuti, certo, ma non ho agito. Avrei voluto venire sotto casa tua e dare sfogo a tutta la mia rabbia. Sarebbe stato davvero un’azione perfettamente nel mio stile e, forse, conoscendomi, sei anche rimasto stupito che non l’abbia fatto. Credimi, lo sono anch’io.

Penso che in ognuno di noi – e Barbie Bastarda lo rappresenta in pieno – alberghino due anime ben distinte: una più istintiva, passionale, governata dai sentimenti e dalle pulsioni. L’altra più fredda, distaccata, che applica il raziocinio per tenere a bada il cuore e, molto spesso, sopravvivere. La maggior parte delle volte io faccio vincere la seconda e il motivo è semplicissimo: mi chiedo «Perché? Tanto è inutile…» Ci dovrebbe far sentire meglio urlare, sbraitare contro chi ci fa del male, vendicarci, ma non sempre è così. E serve a molto poco. Perché urlare contro una persona che dimostra, con i fatti, di non tenere a te? A cosa servirebbe farlo? È semplice: chi ti vuole davvero bene, non compie ai tuoi danni azioni meschine, né ti lascia appeso ad aspettare. È semplice. E, quando questo succede, io ormai, semplicemente, prendo atto. E prendo le distanze. Chiudo e sigillo porte, sono brava in questo, lo sai e faccio sempre quello che dico: non ti cercherò mai più. Non è per arroganza, né per superbia, presunzione ed orgoglio, ma c’è una la linea sottile tra orgoglio e Amor proprio e se il primo è deleterio, il secondo è necessario.

Non ho avuto problemi di orgoglio a cercarti, invano, ripetutamente. Non li ho mai, se ci tengo. E, più ci tengo, più ti cerco. Viviamo nell’era dell’ipercomunicazione: abbiamo smartphone, svariate mail, Facebook, Whatsapp, chiunque può ricercarti, se lo vuole. SE LO VUOLE. Alcune volte mi mancano certe persone, allora scrivo loro, anche con una scusa banale. Ma poi aspetto… Se non ricevo mai un «Come stai?» Vuol dire che io non manco a loro, che loro non sentono la necessità di avere mie notizie. È semplice.  Sposo la vecchia filosofia secondo la quale non bisogna mai supplicare le persone di accoglierti e tenerti nella loro vita. Me lo dicevi anche tu, quando cercavi invano di instillarmi un briciolo di autostima e Amor proprio. «BB tu sei fantastica, chiunque dovrebbe ritenersi fortunatissimo di averti nella sua vita». Lo sai? Ora lo penso anch’io…

In teoria, questo discorso fila liscio e perfetto, nella pratica è stata dura, durissima e lo è ancora. Mi sono preoccupata, tanto. Ti ho giustificato finché ho potuto, perché non riuscivo ad accettare che tutte quelle azioni provenissero da te.

E, sopra ogni altra cosa, non accetto il tuo maledetto silenzio e che tu non senta il desiderio di parlare con me. Forse è il mio amor proprio ferito, perché credo debba nascerti spontaneamente la voglia di sentirmi.

La mia bimba interiore perennemente insicura, crede che, in tutti questi anni, non ti abbia lasciato niente, visto che in un attimo hai fatto a meno di noi due come se nulla fosse. Questo pensiero mi devasta. Come si fa, se vuoi bene a una persona? Come si fa? È questo che mi ferisce di più: ormai non credo che il tuo affetto per me fosse sincero. Non posso proprio più crederlo tale. E fa male, tanto.

Ogni volta che vedo quella maledetta schermata – che hai avuto anche cura di reimpostare, il che dimostra che sei vivo, vegeto e coscientemente meschino – provo un dolore indescrivibile.

Dalla tua ultima “bassezza” – ultima di una lunga serie – non ho più scritto. Come ben sai, non mi va di scrivere nei momenti down: «No, evitiamo, che poi divento troppo “Barbie triste” e non mi piace!!». Ero troppo amareggiata per farlo. Ho pensato lungamente ai miei infiniti articoli in “bozza” che non avrebbero mai visto la luce della pubblicazione. A uno in particolare, lungo VENTICINQUE pagine, che mi aveva assorbito ogni energia e pensiero e fatta ancor più innamorare della meraviglia della scrittura. Il mio articolo perfetto, ricercato, curato, nutrito e adorato, che non ho più voluto aprire, tanta era la mia amarezza. Più di ogni altra cosa, era questo che non riuscivo a sopportare. Tutti i miei lavori, i nostri lavori, andati persi. La mia passione distrutta dalla tristezza, i “cattivi” che, ancora una volta vincono e restano impuniti. Non potevo sopportarlo.  Allora mi sono rialzata e ho costruito una nuova strada, “Per ogni fine c’è un nuovo inizio…” come dice il nostro amato Principe.

Ma, per ricominciare davvero, avevo bisogno di mettere un punto, per me stessa. Questo è il primo pezzo che scrivo dopo tutto lo schifo che ci hai fatto subire.

Lo sai, alla fine, ho sempre bisogno di sfogarmi, di liberarmi. La razionalità mi abbandona e poi avevi ragione: certi sassolini non riesco a tenerli nel mio tacco dodici, mi impediscono di rialzarmi e di camminare spedita.

Poi mi dà fastidio covare rancore, mi intristisce, mi abbrutisce e mi inquina. È davvero un veleno e non voglio portarlo con me. Riverso tutto il mio astio in queste parole, così mi libero. E le regalo a te. In fondo sono  state generate da te, quindi è giusto che sia tu a conservarle e custodirle. Lascio tutto scritto qui. Ora mi sono liberata e posso continuare il mio cammino. Ti sarò sempre grata per avermi dato l’opportunità di conoscere persone stupende e per aver creduto in me, anche se non fino in fondo.

Non ti odio, l’odio è un sentimento impegnativo come l’Amore e non mi sento di provarlo per nessuno.

Non ti auguro il bene perché non sono un’ascetica  santa, ma non ti auguro neanche il male. Primo perché non ne sono capace in assoluto e con nessuno e poi perché sei TU. Nonostante tutto. Ti riservo solo indifferenza. La stessa che tu hai usato con noi, con ME. E forse capirai quanto faccia male. Anche se ormai non so più chi sei e cosa sei ancora in grado di provare. E, quando tornerai – perché tu sai che da me tornano sempre tutti e tu non farai eccezione – non so quale anima troverai ad accoglierti. Sono curiosa anche io di scoprirlo.

Ho chiuso un’altra porta, ho una nuova crepa nel cuore. Mi ripeto costantemente: «Passerà, passa tutto…» e lo credo davvero. Sono acciaccata, ma la mia Luce stavolta non mi ha abbandonata.  Devo dire che, alla fine, hai fatto un buon lavoro: ormai sono conscia del mio valore e non consento al giudizio e al comportamento altrui di offuscare la mia neoconosciuta autostima. Grazie, per avermelo fatto capire.

Continuo ad essere un vaso di coccio tra vasi di ferro, continuo a torturarmi per i comportamenti altrui, a piangere per ogni sciocchezza e a riderne un secondo dopo, continuo a tenermi per me dei «Mi manchi», perché vorrei sentirli, ma sono anche quella che chiude e sigilla porte senza guardarsi indietro.

Sai? Non mi vergogno più di essere così. Sono questa: qualche pregio, innumerevoli difetti, ma mi sento PULITA. Non mi interessa più il «Ma come si fa?» Mi interessa solo che, ogni volta che mi guardo allo specchio, mi sorrido pensando: «Per fortuna io non sono così…»

Ciò che ho scritto mi ha fatto stare meglio, quindi è giusto pubblicarlo, come hai detto tu.

Con affetto andato a male e stima scaduta,

Non più Tua, non più avvelenata e rinata, Barbie Bastarda.

«…Non permetterò più a nessuno di farmi sentire sbagliata…»

  

«…parlavano di stile, di impegno e di valori,ma non appena hai smesso di essere utile per loro eran già lontani, la lingua avvicinata a un altro culo. E allora avanti un altro, almeno chiedi scusa del disturbo…»

Ligabue

 

«Ho messo campanelli alle porte
caso mai dovessi tornare mentre dormo.
Ho messo campanelli alle finestre
caso mai da lì tu dovessi entrare
– potrei non accorgermene.
Ho messo tagliole negli angoli
nel caso tu volessi tornare
ma con cattive intenzioni,
nel caso tu volessi dirmi
che non è più tempo di sogni.
Ho messo tagliole,
e campanelli su tutte le porte… »

D. D’Angelo.

 A Katya, Tony, Marianna, Marty, Manu, Lidia, Cristina, Dalila e Giovanni.

Noi sì che siamo “La grande Famiggghia”…