E ADESSO, CHE FACCIO?

E adesso, che faccio?

Questa domanda mi ha tamburellato nella testa per mesi.

Ero alle prese con una decisione molto importante, una di quelle che vengono definite “della vita”, perché – inevitabilmente – cambiano il corso della stessa, segnano un punto e un nuovo inizio e scatenano tanti “chissà”, conditi da quella sensazione ineluttabile di fallimento che accompagna certe scelte.

Un punto, una porta chiusa, un cambio radicale di vita.

Non sono una che ama i cambiamenti. Mi ci adatto molto bene, ma – se dovessi scegliere – vorrei mantenere sempre il mio piccolo mondo immutato, come lo conosco e senza sorprese.

Sono ossessivo-compulsiva e mi infastidisce se qualcuno sposta un oggetto posizionato da me, figuriamoci se posso tollerare cardini di vita divelti, abitudini cambiate, persone sparite, strade nuove.

Eppure mi sono sempre ritrovata a far fronte a degli ingenti stravolgimenti: punti fermi scardinati con violenza; nuovi inizi; nuove sfide; nuovi progetti, coadiuvata o in solitudine, e li ho superati tutti.

So che posso farcela, so che si affronta tutto, so che per ogni cosa (tranne una) c’è rimedio e soluzione.

Lo so molto bene.

So che in ognuno di noi è instillato un istinto di sopravvivenza che provvede a farci affrontare e superare qualsiasi ostacolo. So che la volontà è il motore che ci fa compiere ogni azione. So che la mente umana è lo strumento più potente e distruttivo che possediamo.

Lo so.

Ma a volte, semplicemente, non abbiamo voglia di variare e di lottare. A volte lasciamo che la vita e gli accadimenti ci scivolino addosso pur di non agire, non affrontare i cambiamenti, non ricostruire daccapo – un’altra volta – il nostro piccolo mondo.

Sono stata malissimo per giorni. Ci sto tuttora.

Ho convissuto con una morsa alla stomaco, l’insonnia, lacrime, tante lacrime. E un opprimente senso di smarrimento.

«E adesso, che faccio? E poi, che succederà?»

Io, la Signorina “Piano B”, Miss Risolvo Problemi, Nostra Signora delle soluzioni, la Paladina del NonMollareMai, io che mi ritrovo a sentirmi sopraffatta dagli eventi, ad avere una paura nera del futuro, a essere terrorizzata dalle incognite che mi aspettano.

Sono stata seduta parecchio davanti a quel bivio. In realtà, ho sentito ancora prima che mi ci stavo avvicinando, ma sono stata bravissima a far finta che non fosse vero, a procrastinare e a raccontarmi scuse per rimandare la decisione.

Poi – quando non è stato più possibile rinviare – mi sono presa del tempo.

E adesso che faccio?

Le decisioni. Le decisioni difficili, dolorose.

In questi casi vorrei sempre che qualcuno mi dicesse cosa fare, per viltà – forse – o perché è proprio difficile. Vorrei che qualcuno mi indicasse la strada corretta, quello che è giusto fare, e – soprattutto – mi rassicurasse che andrà tutto bene

Rappresentano un salto nel vuoto, materializzano un’incognita su quello che accadrà da quel punto in poi, spaventano i cambiamenti.

Ho incontrato persone che – senza sapere del mio periodo “decisionale” – mi hanno raccontato delle loro esperienze; delle loro scelte di vita radicali; dei punti e a capo; dei momenti di smarrimento quando si azzera tutto e si ricomincia, in diversi ambiti.

Mi piace pensare che l’Universo mi stia suggerendo e dando indicazioni.

Ho percorso a ritroso i miei ultimi anni, notando quanto fossi cambiata in peggio.

Constatando quanto abbia vissuto “appannata”. È il termine che credo esprima meglio come mi senta. Appannata, sbiadita, una copia di me stessa. Una che ha osservato il susseguirsi dei giorni, incapace di agire.

Troppo intimorita dall’ignoto per buttarvisi, seppure consapevole di stanziare in una situazione per niente appagante e molto deprimente.

Notando come negli ultimi mesi (se non anni) io abbia sorriso molto poco e abbia dato spazio a rabbia, frustrazione, apatia, indolenza, un malumore diffuso e logorante.

Inghiottita dall’abulia, troppo triste e troppo spaventata per ricominciare.

Questa non sono io, mi sono detta, tutto questo non fa parte di me.

Sono quella che ha scelto la singletudine nel periodo più brutto della sua vita, sono quella che sdrammatizza tutto con l’ironia, sono quella che chiude porte e non si volta indietro

Perché, adesso, mi sembra così dura?

Forse perché avrei voluto finalmente fermarmi, trovare una dimensione, finalmente un punto fisso tra tanti punti indefiniti.

Ma non era così. Non era quello che cercavo.

Quando qualcosa e qualcuno non vanno bene per noi, il nostro corpo ha un modo molto persuasivo per farcelo capire: ci fa star male.

E sono stata male in tutti i modi possibili…

E adesso, che faccio?

Ma come fanno gli altri?

Come ci riescono?

Come fanno quelli che non hanno ancora trovato una strada e sembrano così sereni?

Sarà questa la felicità?

Questo stato di incertezza e indefinizione in cui tutto è possibile?

Come spesso mi è accaduto, non so quel che sarà, ma sono certa di tutto quello che non voglio che sia più.

Perché, subito dopo aver deciso, ho iniziato a sentirmi meglio.

Quello che tendiamo a dimenticare, quando dobbiamo prendere delle decisioni drastiche, è che quando tutto si azzera, tutto può succedere!

Non consideriamo le innumerevoli opportunità positive che potremmo cogliere.

In un coacervo di offerte che ci sono, ma pensiamo di no.

Come quando ci fissiamo su un uomo solo, dimenticandoci che ce ne sono miliardi.

Come quando stanziamo in una situazione dolorosa piuttosto che agire, scordandoci che la vita offre infinite possibilità per chi ha il coraggio di cambiare.

Come quando temiamo i salti nel buio, senza considerare che potrebbero rappresentare salti nella luce.

Stavolta, voglio pensarla così.

Sono terrorizzata, non so cosa succederà domani, ma voglio ricordarmi questo:

quando tutto si azzera, tutto può succedere!

Il fatto che questa fine coincida con la fine dell’anno, che il nuovo inizio parta da un nuovo anno intonso e tutto da scrivere, è di un simbolismo che voglio investire di carica positiva. E aspettative positive.

Sicuramente so che, nei prossimi mesi, mi prenderò del tempo solo per me. Per riacchiapparmi, coccolarmi, e fare tutte quelle cose che non avevo il tempo di fare.

Poi, si vedrà.

“I cambiamenti sono sempre una cosa buona” mi hanno detto. E ci credo.

Siamo uomini, non alberi! Se qualcosa non ci piace, possiamo scappare!” lessi in quel libro, secoli fa. E l’ho sempre portato con me.

Ho gambe che sanno correre, testa e cuore di una notevole lungimiranza e sono tornata a sorridere come so fare io.

Il resto si vedrà.

E adesso, che faccio?

Vivo, non sopravvivo più.

E tutto verrà da sé.

Buon anno, buoni cambiamenti, buoni inizi, buona vita, buon coraggio!

 

Ad Maiora, semper!

 

 

«La logica vi porterà da A a B.

L’immaginazione vi porterà dappertutto»

Albert Einstein

ERASE AND REWIND

«BB, azzera tutto. Lascia andare qualsiasi cosa non ti occorra più e ricomincia da capo».barbie bastarda cancellare

Il mio telefonino ha più di tre anni e mezzo e, probabilmente, era già “vecchio” quando l’ho comprato io. Ma non mi importa, non sto dietro alla tecnologia e quel che conta è che asserva  al suo scopo: telefonare, navigare e messaggiare. Non me ne frega niente se il filippino che vende le cover tarocche, mi guardi sempre con disprezzo e mi dica con stizza: «No ho niente pe’ “quello”…».

Ha entrambe le memorie sature di qualsiasi cosa e di quasi cinquanta mesi di chiamate, messaggi, foto, note vocali…

È stremato. E il mio trucco ha reso il suo display perennemente unto e opaco.

Non ha filtri nella fotocamera (dell’esistenza dei quali sono venuta a conoscenza da pochissimo…) il che mi spiega perché tutte le altre nelle foto vengano figherrime e io appaia sempre come la Signora Pina che va a fare la spesa, sciatta.

Le applicazioni che modificano le foto non le scarico perché, come ho detto, le memorie straripano e, cosa più importante, non le so usare.

Avrò al massimo cinque app e ne uso sempre un paio.

Poiché anticuccio, non ha la tastierina con le emoticon nuove e carucce, per cui, quando ricevo messaggi che le contengono, vedo solo quadratini e, per quanto mi riguarda, potrebbero esprimere anche insulti, tanto non me ne accorgo.

Ma il mio telefonino è, da sempre, intelligentissimo.

L’altro giorno è successo un fatto abbastanza strano e curioso: quando la mattina sono andata a prenderlo, mi sono accorta che aveva cancellato tutti i dati memorizzati fino a quel momento: niente credenziali di accesso a siti e applicazioni, nessuna stazione radio, niente ricerche effettuate in Google, SoundHound o Youtube, delle quali ricordavo dove fossi quando le avevo fatte e soprattutto con CHI.

Niente di niente, tutto andato.

Mi è dispiaciuto immensamente, ma non ho potuto farci nulla. Ho commentato col mio solito: «Pazienza!» e, da brava, ho reimpostato tutto.

Whatsapp risultava intonso, come se l’avessi appena installato.

Fortunatamente ha recuperato le vecchie conversazioni, dall’ultimo backup automatico eseguito, risalente, però, a più di un giorno prima.

Quindi le più recenti disquisizioni altamente filosofiche e i miei famosi rebus, sono andati persi per sempre.

Pazienza.

Ma oggi mi sono resa conto che ha cancellato anche tutti gli “stati”. barbie bastarda

Non so come, ha mantenuto solo l’ultimo, che avevo impostato il 9 marzo 2015 (data a me cara…): “Tutto è possibile…

Per il resto solo quelli di default. Tutti gli altri, che avevo creato nel corso degli anni e che avevo lasciato per ricordarmi di periodi particolari o come monito per non dimenticare alcuni avvenimenti, cancellati per sempre.

Il mio telefonino – che ha più di tre anni e mezzo e, ogni giorno, sembra mi supplichi: «Pietà!» – da sempre si è dimostrato intelligentissimo. Si spegne, si impalla o perde la copertura quando sto per comporre numeri che non dovrei proprio comporre, o quando ricevo telefonate e messaggi che sarebbe mooolto meglio che non ricevessi. A volte non mi invia i messaggi. Giuro, succede.

In questa occasione si è dimostrato tale ancora una volta e con un tempismo eccellente. Poiché successo in un periodo in cui sto mettendo in discussione e rivoluzionando (di nuovo) tutta la mia vita.

È come se mi avesse voluto dire: «BB, azzera tutto. Lascia andare qualsiasi cosa non ti occorra più e ricomincia da capo».

Ci vuole coraggio per mollare, ci vuole più coraggio a mollare che a perseverare.

A volte ci fa comodo permanere nei nostri stati preimpostati e conosciuti. Purtroppo, spesso, lo facciamo anche con le persone: non le lasciamo andare. Le teniamo legate a noi attraverso i ricordi, la rabbia, il pensiero, piuttosto che liberarcene e continuare la nostra vita.

È tutto più semplice, quando riceviamo una spintarella che ci aiuta:

«BB, azzera tutto…»

Ed è esattamente quello che sto facendo.

Grazie my Phone, sei veramente SMART… 😉

«Coraggio, lasciare tutto indietro e andare

partire per ricominciare…»

C. Cremonini

Erase and rewind