Ogni femmina che si rispetti opera una doviziosa attività di stalkeraggio e controllo nei confronti del maschio oggetto dei propri desideri.
Tutte, nessuna esclusa, anche quella che dice di non farlo. Stateci, è così!
Nell’era dei social network, tale attività si manifesta anche nel setaccio minuzioso delle amicizie virtuali e delle interazioni ricevute dal suddetto maschio.
In anni e anni di onorata carriera da stalker ho imparato a riconoscere una categoria di femmine a dir poco invadenti e notevolmente fastidiose: le “MI PIACINE”. Le suddette, evidentemente, non hanno vita propria, ma fissano lo schermo del pc o dello smartphone in attesa di “mi piacere” qualcuno.
Ucci ucci, CHI ha messo “Mi piaciucci”?! ‘sta grandissima zoc***la!!!
Il commento è opzionale. Le seriali dei commenti sentenziano su ogni cosa, anche con un semplice smiley, giusto per marcare la propria presenza.
«Ooohiii… maschiettooo!! Sono quiiiiiii!!»
Ma la “Mi piacine” non fanno mai mancare la loro polliciata all’uomo, indipendentemente da cosa pubblichi, loro ci sono!
Anche nei maschi si annoverano esponenti di tale categoria, ma non raggiungeranno mai la costanza e l’onnipresenza delle femmine.
Ammetto che ho scoperto una funzione da stalker professionista: la notifica ogni volta che tizio/caio pubblica qualcosa. Ma devo dire che non l’ho mai attivata per nessuno, perché neanche io arrivo a tanto. Sospetto, però, che le “Mi piacine” se ne avvalgano costantemente, sennò non mi spiego come facciano a polliciare in maniera così repentina!
C’è da dire anche che non tutte quelle che esprimono apprezzamento ci arrecano un fastidio fisico, solo “certe”, in virtù di una Regola base: ogni donna SA di CHI deve essere gelosa. Ricordatelo sempre! Se la vostra lei, o se voi, nutrite una particolare antipatia per una fanciulla “vicina” al vostro uomo, un motivo c’è! Sempreee!!
Una volta ebbi l’incredibile opportunità di conoscere dal vivo una “Mi piacina” che mi stava violentemente sulle palle, in quanto apprezzava qualsiasi elemento – qualsiasi! – postasse il ragazzo con il quale, all’epoca, condividevo la vita.
Incontrata casualmente (o magari lo seguiva…), il maschio di BB, ignaro, ci presentò…
Eccola lì, proprio di fronte a me, colei che soleva “mi piacere” ogni cosa, in tutta la sua bassezza/bruttezza/insulsatezza/antipatichezza e… dai, c’è bisogno che continui??
«BB, lei è Gina…»
«Aaahhh! TU sei Gina. Tu sei quella baldracca che apprezza ogni cosa che fa il mio uomo! MIO, ciccia. MIO!! Ti è chiaro? Comunque la foto del profilo non ti rende giustizia, dal vivo sei molto più trucida. Se continui, dovrai metterne un’altra in cui sei senza denti. Ti è chiaro, tesoro?»
Questo è quello che avrei voluto dire.
Decisi fosse meglio filtrare un pochino il mio astio – onde evitare di dare spiegazioni al maschio sul motivo del suddetto, dando così prova inconfutabile della mia totale follia – perciò dissi semplicemente:
«Aaahhh! TU sei Gina. Ma che piaceeereee… Dove “piacere” è la parola chiave!!» Mentre le stritolavo la mano, le mostrai i canini, accompagnando il gesto da uno sguardo solo velatamente da serial killer e Il mio miglior ghigno da “TU-PROVA-A-RIMETTERGLI-MI PIACE-E-POI-VEDI-DOVE-TE-LO-FICCO-QUEL-CAZZO-DI-POLLICE”!
Sebbene non avessi proferito parola a riguardo, la fanciulla – da quel giorno in poi – non si azzardò più ad esprimere il proprio gradimento verso il maschio di BB.
Da qui, impariamo un altro principio fondamentale: le donne comunicano attraverso un linguaggio corporeo tutto loro, ma ben compreso da qualsiasi femmina.
Come avrete intuito, l’indagine piaciatoria avviene all’oscuro del pover’uomo per cercare di non arrivare a dire frasette del tipo:
«Chi è quella che ti mette sempre “Mi piace”??»
«Certo che je piace proprio tutto, eh!!»
«A cena vacci con quel troione che t’ha messo il cuore sulla foto!!!»
Su signore, manteniamo almeno una dignità apparente!
Va detto anche che lo stalkeraggio avviene nella fase iniziale dell’approccio, per cercare di capire chi abbiamo accanto, se ci sono altre giocatrici in campo e il ruolo che ci è stato affidato in questa partita. Ma quanto serve?
La tecnologia è incrementata e con lei, purtroppo, anche i social network. Sicché, se prima bastava aprire solo “Faccia libro”, ora – per operare un controllo chirurgico – occorre sbirciare anche Twitter, Instagram, Google+… e qualsiasi altro mezzo di socializzazione utilizzi il nostro uomo… In buona sostanza, bisognerebbe dedicarci tutta la giornata.
Il dilemma è quindi scegliere se immolarsi a costanti indagini, o… vivere. Io ho optato per la seconda.
Innanzitutto, poiché sposo il vecchio principio che “Se uno te deve frega’, te frega”, a prescindere dai controlli.
Poi perché sono consapevole che non potrei MAI arrivare a sapere tutto quel che succede al mio lui, con chi parla, con chi si scrive e quante sono ad apprezzarlo, non solo virtualmente.
Per cercare di capire impazzirei ancora di più e comunque rimarrei col dubbio. Non mi resta che fidarmi e affidarmi. Dopotutto anche io pollicio, in modo molto parco, poiché, come noto, non mi trovo bene nei pollai ma prediligo gli alveari, ma – magari inconsciamente – sono oggetto di altrui gelosie, sebbene sia disinteressata.
E, sopra ogni altra cosa, “Mi piaci” preferisco dirlo e sentirmelo dire e per questo sì, che vale la pena spendere il proprio tempo. Ma, se questo non avviene nel reale, tenere sott’occhio il virtuale servirà a ben poco.
PS: Ragazze, scusatemi. So bene di aver mentito, ma devo dare un piccolo spiraglio agli uomini, sennò, poverini, questi capiscono di non avere scampo e che saranno sempre soggetti a controlli continui. Non glielo diciamo, che è meglio…
Qualche mese fa, fomentata da eventi e qualche lettura tosta – e distaccandomi dalle influenze dannose degli “occhietti a cuoricino” – mi sono ritrovata a partorire una delle perle filosofiche più complete e strabilianti della mia vita.
Ringrazio di averla pronunciata – e quindi incisa – tramite messaggio vocale non solo perché me la risento quando mi sento giù, ma pure perché esistono prove di maternità e genialità estemporanea della stessa.
Pochi giorni fa mi sono ritrovata a ripeterla a una me stessa, nuovamente, disorientata e ad un’amica semidistrutta da un gentiluomo.
Oggi voglio elargirla al mondo intero…
Signore e Signori, con emozione, orgoglio e commozione, vi presento “La teoria della Pagnotta”!
Ho provato a dirvelo (dirmelo) con dolcezza, quando ho parlato della “Miopia Femminile” (leggi QUI) vi ho detto praticamente le stesse cose, ma tenendovi la mano e accarezzandovi i capelli. Non è servito.
Mi vedo costretta ad usare un pizzico di cafonaggine e brutalità in più che mi sono tanto congeniali. Ma almeno si spera che stavolta capiate!! (capisco…)
Tutte noi abbiamo letto “La verità è che non gli piaci abbastanza” e iniziato a vedere gli uomini con occhi diversi, per almeno una decina di minuti. Poi niente, poi ci scordiamo, poi capita sempre quello che ti piace particolarmente e dimentichi tutti i buoni propositi. La base quindi l’abbiamo, ma bisogna rafforzare i concetti. Vi garantisco che, apprendendo e applicando questa teoria, la vostra vita sarà più semplice. È molto facile e si basa sul motto:
Basta briciole, VOGLIAMO LA PAGNOTTA!!
Notare che parlo di pagnotta, non di sfilatino. Sì, lo so, i doppi sensi sono il mio forte, ma – in questo caso – non solo è fuori luogo, ma invaliderebbe la bella differenza che, invece, voglio sottolineare.
Parliamoci chiaro: di sfilatini ne troviamo quanti vogliamo, ma è ben altro quello che cerchiamo: la Pagnotta, appunto.
La pagnotta grossa, piena, corposa e completa. Ecco, vogliamo l’intero pacchetto: imponenza, scorza, morbidezza e sostanza.
E ora vi spiego che intendo…
Siamo donne e solo noi, e i nostri provati neuroni, sappiamo di quante elucubrazioni mentali riusciamo a creare per analizzare i comportamenti maschili. Un lavoro che, non solo è sfibrante e ci distoglie dalla nostra vita, ma che NESSUNO dovrebbe mai fare. Gli uomini spesso sono bravi a non farci capire bene quello che sentono, noi – purtroppo – siamo altrettanto eccellenti nella nobile arte di comprendere solo quel che vorremmo. Ora basta. O, se continuate, poi almeno non lamentatevi. Se volete accogliere le briciole, fatti vostri, ma non sperate mai che un mucchio di molliche faccia una bella Pagnotta.
Impariamo a distinguere un Briciolaio da un Portatore sano di Pagnotta, per evitare di passare giorni, sere e notti a scervellarvi, bisogna capire in fretta CHI avete davanti e smetterla di fargli incarnare per forza il ruolo del buono nella vostra favola, solamente perché ci volete credere. Tante volte lo vorrei anch’io, ma non tutti sono buoni o magari non hanno il nostro stesso tipo di interesse. A volte, semplicemente, tra noi e queste persone, c’è una disparità di intenti e di sentimenti, ma occorre rendersene conto.
Se vi si presentasse uno dicendovi:
«Sai non è che mi interessi poi tanto, però qualche volta mi piace stuzzicarti, o mandarti un messaggio, spesso perché non ho niente da fare, poi lo vedi pure tu che mi scordo di te. Comunque una botta te la darei pure, ma non è che ti penso, ecco, non sei sicuramente in cima alla lista dei miei desideri… »
Che cosa fareste? Suppongo che rispondereste: «No, grazie». Io lo direi sicuramente. (a meno che non sia esattamente quello che cercate…)
Il problema invece è che troppo spesso rispondiamo «Sì, ancora» a palesi azioni che sottintendono esattamente questa frase tremenda!
Un lunedì sera raccontavo a un mio amico che stavo – finalmente – per uscire col fantastico ragazzo che – in quel periodo – mi faceva battere il cuore. Subito lui mi disse:
«BB posso darti un consiglio? Non accettare mai di uscire con uno che ti invita di lunedì…»
«Perché?»
«Perché è… brutto… »
Ovviamente lo ignorai e mi piccai pure abbastanza per l’ennesimo consiglio non richiesto.
Mi ci volle un bel po’ per capire esattamente quello che intendesse…
Il week-end inizia il venerdì sera e termina la domenica sera. Siamo tutti più liberi e rilassati in quei giorni. Tre giorni.
Il mio cavaliere dell’epoca se l’era spassata per fatti propri in quei tre giorni e aveva riservato a me il lunedì.
Io, talmente felice di incontrarlo, non avevo voluto vedere l’evidenza di quel che mi stava offrendo: un bel piatto di briciole riscaldate.
Avrei dovuto lasciar tacere gli occhietti a cuoricino e dare retta all’amico che, solo attraverso quell’ informazione, aveva ben inquadrato il soggetto che – infatti – si rivelò solo un piccolo briciolaio abbastanza comune, quanto squallido. Ovviamente parlo in generale. L’invito di lunedì da uno che ha solo quella sera libera e decide di passarla con me, lo accetterei di corsa… E questa è un evidente esempio di differenza tra Pagnottaro e Briciolaio.
È che siamo sempre pronte a sfornare un bel po’ di “però”…
Però mi ha invitata…
Però mi piace tanto…
Però ci esco, poi vedo…
Ti ha invitata e allora? Dici che bisognerebbe pure ringraziarlo per questo immane sforzo??
Ti piace?? E tu dovresti piacerti molto di più e non accettare mai NULLA che sia al di sotto di quello che desideri!!
La verità che cerchiamo di non vedere, di giustificare, è che, di fronte a certi comportamenti, non occorre sapere nient’altro…! Inutile cercare di capire, interpretare, spiegare, certe azioni urlano più di qualsiasi parola.
Altro esempio: Lui è carino, gentile, affettuoso, ma a tempo determinato. Perché a un certo punto – senza motivo – scompare, per svariato tempo, per poi ricomparire – come se nulla fosse – con messaggio o chiamata carinissimi.
Cosa traduce la donna: «Sì, va be’, è sparito un mese eh… Però poi mi ha mandato quel bel messaggio… Che dolce!»
Lo sai cos’è quel bel messaggio?? Una dannata briciola! Infiocchettata, ma sempre briciola!
Sparisce senza un motivo? Non occorre sapere nient’altro.
Il messaggio della ritrovata via di casa? Briciola!
Chiaro?
Altra pratica nella quale noi donne siamo campionesse mondiali è quella di addossarsi colpe che non abbiamo. Infatti, di fronte ad una sparizione, generalmente iniziamo ad elencare tutti i nostri comportamenti sbagliati, anche inesistenti, che hanno portato all’allontanamento dell’ometto. E giù di: «Sono sbagliata io, ho fatto/detto qualcosa, cos’ho che non va?» Probabilmente nulla, forse hai solo scambiato uno Spacciatore di Molliche per un Panettiere.
Sparisce senza un motivo? Non occorre sapere nient’altro.
Ed è perfettamente inutile continuare a cercarlo, sperando in una redenzione sulla via verso casa.
Anche io ero così e un tempo mi sarei fatta viva io, a oltranza, perché quando ci tieni è così che si fa. Ma evidentemente se rimane un contatto univoco, l’affetto non è ugualmente distribuito. Quindi ora mi adeguo.
Se una persona si dimentica di me, non mi occorre sapere nient’altro.
Se una persona non avverte la necessità di vedermi o sentirmi, non mi occorre sapere nient’altro.
Magari ho frainteso, magari mi sono sbagliata, magari non sempre qualcuno tiene a te come tu tieni a lui. E parlo di qualsiasi tipo di rapporto, amore, amicizia, a volte ci rendiamo conto che avevamo investito, e ci eravamo affidati, tanto su persone che non avevano fatto lo stesso con noi. Fa male, ma bisogna in primis capirlo e poi accettarlo. Perché chi ti vuole davvero bene, non si scorda mai di te… È così semplice quanto doloroso…
Ma meglio un dolore rapido ed efficace che consumarsi in un’agonia alimentata da croccantini per cani che – ogni tanto – qualcuno si ricorda di darti. No tesoro, meriti ben altro.
Ci sono rapporti che vanno bene così, ci sono persone che sentiamo una volta al mese, entrambi ne siamo consapevoli e non chiediamo di più. I problemi nascono quando c’è una discrepanza tra quel che vorremmo e quel che ci viene dato e, soprattutto, quando cerchiamo di farcelo bastare.
Quando lo usiamo per alimentare speranze:
È finita, eppure continua a scrivere, ad essere presente, ad interessarsi della sua vita. Nella mente della donna un uragano che a confronto Katrina era una leggera brezza estiva.
«Però mi scrive, però mi cerca, però mi ha detto così, fatto così… »
Però, però, però… Però, niente. State insieme? No. Allora tutti quei però sono fantastiche briciole. Punto.
E cosa vogliamo noi? La Pagnotta! Brave.
O, ancora, cercando di dare immane importanza a cose fin troppo banali. Scelgo per esempio una frase che ormai sento davvero troppo spesso:
«Però mi mette sempre i “Mi piace” su Facebook… Quindi mi “controlla”, si interessa…»
Ma ci rendiamo conto che ci siamo ridotte a dare importanza ai “Mi piace” di Facebook?? A misurare la nostra felicità in base alle polliciate ricevute?? Mi pollicia=Buono!=Ha interesse. Non mi pollicia=Non gli interesso=Potrei morire! Ci rediamo conto che ci attacchiamo a un mezzo virtuale, che con la socialità vera, il contatto autentico e un rapporto sincero – a qualsiasi livello – non ha NIENTE a che vedere?? Queste sono ancora meno delle briciole!!
Le persone davvero importanti nella mia vita, neanche le seguo su Facebook! Perché non mi serve un calderone virtuale per mantenermi in contatto con loro. Non so dirvi né cosa pubblichino, né quanto tempo ci passino. Non lo so sul serio!! E vi dirò di più: certe volte non faccio neanche caso a CHI ha pubblicato l’elemento che apprezzo, perché magari scorro così velocemente che non mi soffermo nemmeno più di tanto a guardare.
E invece dite che i “Mi piace” valgono tanti punti nel conteggio della felicità? Dai su… Le Pagnotte sono ben altro…
Finora ho parlato come se noi donne fossimo tutte delle povere pazze che capiscono o interpretano male e che fanno film romantici sulla base del nulla. In realtà non è del tutto così…
È finita? Allora perché cavolo mi continui a scrivere??
Non mi vuoi?? Idem. Ovvio, no?
Per motivi sconosciuti, gli uomini spesso attuano dei comportamenti ambigui (se lo si chiede loro, lo negheranno fino alla morte…) e sono esattamente quelli a destabilizzarci. Parole che contraddicono fatti e viceversa, premure che vanno oltre il semplice affetto, semplici sguardi parlanti… E poi? E poi un bel po’ di nulla. Briciole alla griglia.
Io li chiamo gli “Uomini Gambero”: un passo avanti e dieci indietro. Anche se dicono di no, lo fanno, lo fanno…
Appunto per questo, mie care, dobbiamo farci doppiamente furbe se vogliamo salvaguardarci e imparare a distinguere le pietanze. Non vi sto dicendo che sia semplice, che sia indolore, tutt’altro.
Ma, per evitare di passare la vita ad analizzare, ad essere alimentate da molliche fritte, occorre concentrarci sulla concretezza, sulle azioni, sulla Pagnotta!
Pagnotte sono: uno che fa di tutto pur di vederti cinque minuti e non quando non ha di meglio da fare; uno che ci tiene a sentirti sempre e non solo quando si ricorda; uno che si scorda di avere Facebook e non che lo controlla quando sta con te; uno che è presente effettivamente, non che promette solo di farlo. Chiaro?
Di fronte alle azioni di cui sopra, non occorre sapere nient’altro.
Ah ok… Ora devo elencare anche le attenuanti per sparizioni e indecisioni:
Magari ha perso il telefono (sì certo…)
Magari è partito (Sì come no…)
Magari è stato colto da Alzheimer precoce (sicuramente…)
Magari ha paura (questa lo sapete che non la reggo più…)
E, se qualcuno obiettasse che – certe volte – ci possono essere degli impedimenti tangibili e giustificabili, ricordo a tutti che esiste il Signor “Uso della Parola”, perché noi, purtroppo, il pensiero ancora non lo leggiamo. Quindi magari ditecele le cose, grazie. (se è così, ma indovinate quanto ci credo? Bravi! )
Rimane l’annoso dilemma: Perché lo fanno? Perché sono stronzi? Perché sono insicuri? Perché sono superficiali? Perché sono seriali? Perché non si rendono conto? Perché dicono le stesse cose a tutte?
Non lo so, non lo so davvero…
Quello che sicuramente so, è che non si può sprecare del proprio tempo a cercare di capirlo. Non si può e non si deve. E, anche qui, occorre sapere solo questo.
Ricordate: Basta briciole, VOGLIAMO LA PAGNOTTA!!
Tutto il discorso vale anche per gli uomini, perché mica solo noi siamo vittime dei briciolai folli, esistono delle graziosissime venditrici di sbocconcelli davvero niente male. State in guardia pure voi!
Con tutto questo non vi sto dicendo di analizzare per bene chiunque si presenti al vostro cospetto… e invece ve lo sto dicendo, eccome!! Ve lo sto inculcando e gridando!! Basta briciole, VOGLIAMO LA PAGNOTTA!!
Liberiamoci di questi novelli Pollicino che ci tengono legate attraverso un percorso zeppo di miserrime briciole e ricerchiamo dei portatori sani di Pagnotta.
Cosa siamo? DONNE!
Cosa non vogliamo? LE BRICIOLE!
Cosa vogliamo? LA PAGNOTTA!!!
Nuove adepte del Pagnottaresimo, ricordatevi di predicare e soprattutto razzolare, non concedetevi più miseri spuntini bricioleschi ma pretendete sempre una bella Pagnotta sostanziosa. In mancanza di essa, digiunate. Per quanto si possa essere affamate, le briciole non ci appagheranno mai. Potranno spegnere momentaneamente il languore, portando fastidiosi effetti collaterali, ma un pasto decente è ben altro. Ripeto, il digiuno è preferibile.
Io ho sviluppato una curiosa intolleranza ai cibi minuti, forse sono diventata Piccoliaca…
State meglio? Be’ ve l’avevo promesso…
Qual è il motto??
Grandi! Siete diventate proprio brave… Sono fiera di voi… 😉
RICETTA PER DUE:
Prendere un bel Pagnottone e una Patata di egual misura. La patata ce l’abbiamo in casa,
il Pagnottone va scelto con cura.
Aggiungere sale, peperoncino e taaanto pepe. È sempre preferibile accompagnarli con taaanto riso e, facoltativo, un buon vino. Aggiungere poca zucca ma tanto cuore, sia del Pagnottone che della Patata.
Oliare sempre e non distogliere mai lo sguardo dalla fiamma. Cuocere finché entrambi non saranno cotti a puntino.
Ma non troppo, che si bruciano.
Assaggiare e saggiare.
Aggiustare secondo necessità, a volte c’è troppo sale, altre poco pepe e così via. Dovremmo
raggiungere un giusto equilibrio di tutti gli elementi: q.b.
Unire gli ingredienti.
Mangiare a volontà.
Buon appetito!
NdBB: Se sei uomo, rileggi tutto sostituendo “Patata” con “Zucchina”…
Sì questa è piena di doppi sensi… Fantastici, vero? 😉
A TE e A TE, affinché non perdiate più né la vista né la PAGNOTTA… 😉
…E a TE, “Padrino” della Pagnotta… 😉
“Chi ti ama c’è sempre,
c’è prima di te, prima di conoscerti…”
M. Mazzantini
PS: Altra storia sono gli uomini che si fingono eccelsi Pagnottari per raggiungere il loro scopo e poi si rivelano enormi PDM. Ma ve ne parlerò prossimamente. Contro questi non c’è scampo mie care, solo il Karma. Ma tranquille che quello è micidiale e non scorda nessuno.
Siamo circondati! È ora di fare qualcosa. Vi annuncio la nascita di un movimento che vede Presidentessa me medesima sottoscritta, il movimento AGM: AMMAZZA GATTE MORTE! E non se ne può piùùù!!!
Una volta erano rare, adesso si sono riprodotte in maniera preoccupante! Dobbiamo assolutamente agire…
Sono perfida? No, credetemi. Le perfide sono loro. È ora di smascherare una volta per tutte queste nauseanti pantomime di donne che celano un’anima da spietate strateghe.
Non mi credete? Ok allora leggete…
Già Chiara Moscardelli aveva portato alla luce il problema con il libro “Volevo essere una gatta morta”:
“La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio”.
(Questa cosa delle mestruazioni dolorose e invalidanti mi ha sempre fatto ridere, ma tant’è… Quante volte lo avete sentito? «Non posso, ho il ciclo… » E allora?? In questo preciso istante almeno un miliardo di persone ce l’avranno e quindi?? Le GM non lo possono sopportare, scherziamo??)
Invece io, che sono molto meno diplomatica, nel mio libro le ho definite “ Fregnette Mosce AKA Femmine gne-gne” :
“Queste donne sono le classiche bamboline tutte mascara, lucidalabbra e sorrisetti. Se vedi una donna che non sa parcheggiare a spina nel deserto, questa sarà sicuramente una FREGNETTA MOSCIA. Il termine gnegne infatti deriva proprio dal fatto che, oltre che ridacchiare, non sa fare nulla. Non sa cucinare, non stira, non sa cosa sia un forno, non sa parlare di nulla oltre che del tempo, è la fonte di ricchezza di parrucchieri ed estetisti. E, ahimè, è il prototipo più amato dal genere maschile. Infatti tale donna, avendo una personalità decisamente latitante, non dà nessun tipo di problemi perché l’unica preoccupazione che ha è solamente quella di riuscire ad abbinare il rossetto con la mutanda. Lungi dalla FREGNETTA MOSCIA intavolare qualsivoglia tipo di discussione col suo uomo. Anche perché arrabbiarsi fa venire le rughe e non sia mai!”
Ma non ci importa la definizione, ciò che conta è che – mentre leggete – vi sono venute in mente almeno un paio di esponenti di questa categoria, quindi sapete bene di cosa sto parlando.
L’unica cosa che mi chiedo da sempre e alla quale non ho mai avuto risposta è: ma loro, le GM, sono consapevoli di esserlo o no?! Questo vorrei proprio saperlo…
Per un periodo della mia vita, ho provato anche simpatia per tali soggette, ora no. Ora mi hanno davvero rotto.
Non fatevi ingannare dai sorrisetti, da questa presunta debolezza, dal loro sapiente fare da finte tonte, da questa dolcezza sciapa come la loro personalità, queste sono macchine diaboliche che non lasciano MAI nulla al caso.
Sbagliando, molti ritengono che l’opposto di una GM, sia una donna aggressiva. Non è così. L’antitesi è quella che io chiamo una Donna-Donna (DD): intelligente, capace, indipendente, sveglia, cazzuta quanto basta, una donna con le palle, signori! Il tipo di donna che può tener testa e affiancare un Uomo (la maiuscola non è a caso…)
Ora qualcuno obietterà che gli uomini adorano sentirsi utili, quindi per questo preferiscano le GM, perfetto. Ma non è proprio così. Avete presente il detto “Non sai mai quanto puoi essere forte finché essere forte è l’unica scelta che hai”? Le DD lo conoscono molto bene. La GM si aspetta che qualcuno le risolva i problemi, la DD agisce. Se qualcuno la aiuta è meglio, ma non può rimanere ferma ad aspettare. «In qualche modo ce la farò» chiosa la DD. «Qualcuno lo farà» risponde la GM. Capito la differenza?
«Lei da sola non ce la farebbe…» Non so voi, ma io mi sono stancata di sentire questa frase. Questa difesa di questa presunta vulnerabilità di questi animi puri. Ma de che?? Queste hanno capito tutto!! Si celano dietro una fragilità d’animo e fisica per farsi servire come regine.
Conoscevo delle GM che si facevano venire a prendere a casa da qualche poveretto cotto di loro, così lo illudevano e attuavano uno ”Sfruttamento dell’infatuazione”. Sfruttare, sì, è il termine giusto. Perché se tu sei certa che a uno non gliela darai mai, ma fai leva sul suo debole per te per farti scarrozzare, quello fai. Lo sfrutti. E le state ancora a difendere??
Le GM si circondano di un bell’harem al maschile perché tutti possono tornare utili. E poi… puntano le loro prede e gli si dedicano con una cura minuziosa e dettagliata.
Una GM che stava circuendo un ometto, mi ha confessato:
«Io gli faccio la Goccia Cinese… »
«In che senso??»
«Lo martello, piano, piano… giorno per giorno, finché non cede. Capitolano tutti…»
Nooo… va be’… E io non gioco più!! Queste sono delle sicarie del corteggiamento, delle professioniste della conquista, delle tattiche implacabili, non posso competere! Io al massimo metto in atto il vecchio gioco di sguardi-sorrisi. Che, poi, quando ti giri per cercarlo con gli occhi e vedi che pure lui ti sta guardando e entrambi sorridete, per me non ha paragoni… Posso vestirmi carina e lasciare sottointendere che sotto i vestiti mi piace agghindarmi anche meglio, posso sfiorarlo per avere un contatto fisico garbato. E poi gli faccio fare l’Uomo, mi piace l’Uomo che fa l’Uomo, mi farei portare in capo al mondo da un Maschio deciso. Ma queste sono imbattibili! Queste giocano in maniera scorretta, dai! Io ho sempre paura di disturbare, queste hanno l’invadenza del prezzemolo! E il loro amor proprio viene sacrificato in nome dell’accalappiamento. E giuro che l’ho visto tante, tante, tantissime volte!! Un’onnipresenza che manco un gps!! Neanche un’ombra! ‘Sti poveretti non hanno né scampo, né tregua! Se le trovano così addosso che davvero arrivano ad un punto in cui, poi, non riescono a farne a meno!! Sarà abitudine?? Sarà l’essere lusingati da questa geisha smorta che li riverisce con una devozione ossequiosa?? Sarà un sentirsi così importanti da volerne tutti i giorni?? Io non lo so, ma non sapete quante volte succeda… Io la vedo più semplice: se uno non mi vuole, non insisto. Perché dovrei?
Dovrei prenderlo per sfinimento? Non funziona così… E non c’entrano principi, favole e illusioni, un uomo vero fa di tutto per averti, o no? E, soprattutto, dovrebbe essere un piacere la mia presenza, non un’imposizione coatta. Un uomo che alla fine si prende quello che passa e permane con insistenza, come lo dobbiamo considerare? Oppure è il contrario? Un uomo interessato ad un tipo di donna come la GM, non potrebbe essere mai attratto da una come me e viceversa.
Qui ci sono uomini che, se ti vogliono, ti vengono a citofonare a casa! Lo giuro! È successo due giorni fa! (non a me, ovviamente…) Invece queste qua attuano una politica di stalkeraggio fine allo sfiancamento! Questa è una guerra impari, signore mie!
Ma, se glielo chiedi, tutti i maschi ti dicono che le GM non valgono niente. Allora perché poi finiscono sempre con loro?? Quindi… Visto che sono stanca di vedere Uomini che cercano Donne (e le maiuscole ancora una volta, non sono a caso…) e poi si buttano tra le fragili braccia di fregnette mosce, visto che mi sono rotta di sentirmi ripetere che sono bellissima, taaanto simpatica, troppo intelligente, veramente SPECIALE, che con me si sta benissimo e poi… tutti prendono un biglietto solo andata per la Culonia o comunque per qualche posto abbastanza lontano da me… Ci tenevo a dire che: in realtà non sono poi ‘sta gran strafica, di sicuro non così simpatica, veramente stupida, direi decisamente, ultra normale se non, oserei, banale e con me non si sta poi così bene, è difficile sopportarmi cinque minuti di fila, sul serio! Ecco. Lo volevo dire. Non sia mai cambi qualcosa… Ma siccome dubito che cambi qualcosa, vi annuncio che io non gioco più! Ci vediamo in un’altra vita, perché – in questa – mi avete rotto il cazzo tutti, voi e le GM!!!!!!!!!!!!!
…Ecco. E io avrei finito qui. Avevo finito qui… se non fosse che…
Signori, nulla capita per caso! Mentre lavoravo alla stesura di questo articolo ed ero impegnata nello sbircio di Facebook, la mia attenzione è stata catturata da un testo di una canzone di Califano, riportato integralmente. Ancor di più mi ha colpito CHI avesse riportato tale testo: noto tombeur de femmes che, ultimamente soffriva le pene per colpa del pene, o – meglio – per una che prima aveva piantato e che ora lo stava facendo penare, appunto. Quando vi dico che il Karma è micidiale, mi dovete credere!!!
Tutti noi conosciamo il Califfo-pensiero, un mio ex lo usava come mentore e io lo redarguivo sempre con un: «Sì, ma ti ricordo che è morto solo…» (e pure lui è rimasto solo, senza di me sicuro…) Califfo: sciupa femmine, la mia libertà, svariate canzoni a testimonianza di ciò. Questa no, questa canta l’amore verso una sola donna, nonostante tutte le altre. (Se volete, la trovate QUI)
Neanche il tempo di “polliciare” il mio apprezzamento, che il playboy denoartri mi scrive in privato (niente, la gente non lo capisce che ogni cosa che mi viene detta verrà poi scritta! Continuate comunque, io sono contenta!!!)
E da lì è partito il lamento del latin lover, su quanto fosse pentito di aver lasciato la donzella e, disposto a tutto per riconquistarla:
«È lei BB… Stronza, egoista, acida. Sono anni che ci scorniamo forte ore e ore. Poi troviamo la pace e ci lasciamo col sorriso. C’è voglia di affrontare le situazioni, i problemi e risolverli… Hai visto cosa c’è in giro? Un puttanaio… Sì, ti ci diverti una sera, ma poi? Questa è una Donna vera…»
E un sicuro, quanto mozzafiato:
«Io me la sposerò…»
Bum! Colpita e affondata… (Io, non lei…)
Per me è stato illuminante!
Innanzitutto, lasciatemelo dire, vi prego: ma sempre dopo?? Vi rendete conto sempre dopo di quello che avete perso?? Ce dovevate pensa’ prima! Ora attaccateve a una gatta morta, grazie!!!
Però… bisogna anche riconoscere il merito di quelli che hanno il coraggio di tornare indietro e ammettere i propri errori. Perché mica lo fanno tutti…
Forse è vero che tutti gli uomini, nessuno escluso, ambiscono a una Donna-Donna, ma – spesso – finiscono con una gatta morta perché più gestibile. Forse è vero che non tutti gli uomini hanno la forza di affrontare una donna forte. Forse è vero che alcuni uomini si scelgono le GM per essere sicuri di avere il controllo.
«…Perché quando vedi una cosa così bella, le altre non possono reggere il confronto…»
Così mi ha detto l’uomo che stavo aiutando a scegliere un regalo per la compagna. Sul tavolo tre borse: due belle ma abbastanza comuni, poco impegnative, una botta sicura, diciamo. E poi c’era LEI: la più diversa, complessa, non paragonabile a nessun’altra, lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso… «Quando vedi una cosa così bella le altre non reggono il confronto. Sì, puoi trovarne altre che ti piacciono, ma non saranno mai come lei. È sicuramente la migliore… Però… Non lo so…» Ho sorriso, abbassato il viso, scosso la testa e bisbigliato: «È come con le persone…»
«Cosa?»
«È come con le persone… A volte ne incontri qualcuna così dannatamente diversa dalle altre da spiazzarti. E lì che fai? Come la gestisci? Pensi davvero di riuscirci? Meglio lasciar perdere…»
Avrei voluto tanto dirglielo, ma invece gli ho risposto:
«Nulla… Allora ha scelto?»
«Non lo so…»
E l’ha lasciata lì, non l’ha presa. Proprio come con le persone. Forse era troppo bella, sicuramente era la più impegnativa, ma particolare, differente e lui l’ha comunque lasciata lì.
«Ci penso…» mi ha detto.
Magari non tornerà, magari tornerà e scoprirà che qualcun altro, con più coraggio, l’ha portata via e si racconterà che non era poi così speciale, magari andrà sul sicuro e ne prenderà un’altra più “comune”… Ma, in cuor suo, saprà per sempre che lei è la migliore di tutte quante!
Quindi, scusatemi, ritiro tutto. Niente Movimento AGM, perché le GM ci servono vive. Ci servono nella grande catena alimentare della riproduzione perché sono le donne minuscole adatte agli uomini minuscoli. Quindi è giusto e sacrosanto che copulino tra di loro.
Sono stronza? No, sono una fiera DD, una leonessa, una Pantera viva, almeno non fingo di essere una mansueta femminuccia e sarò sempre orgogliosa di questo. Nonostante tutto. E sapete anche voi che siamo le migliori.
E lo sanno pure quelli che, mentre stanno con voi a coccolarvi perché siete stanche, vi si sono spezzate le unghie e avete addirittura guidato, sognano di spassarsela con noi che siamo sempre sveglie.
È una magra consolazione? Forse… ma pensando questo, mi sento già molto meglio. 😉
PS: Anche questo me lo chiedo da una vita: ma le GM si stancheranno pure a fare sesso?? Perché si suda e fatica, eh!!
“Questo mio apparire forte e che supero tutto, è come se m’avesse marchiata.
È un po’ come se avessi scritto in fronte: “Passatemi sopra, schiacciatemi a dovere,
tanto mi rialzo comunque…” Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
«Ok, non ero riuscita a domare Big,
ma il vero problema era che lui non era riuscito a domare me…
Forse certe donne non sono fatte per essere domate,
forse hanno bisogno di restare libere…
Finché non trovano qualcuno altrettanto selvaggio con cui correre…»
Qualche sera fa, c’è stato l’ennesimo passaggio televisivo di “Dirty Dancing” e noi, povere romantiche derelitte composte di adipe e ‘Lieto Fine’ – manco a dirlo – per l’ennesima volta ce lo siamo visto, sognando e singhiozzando. Non è un fenomeno isolato, guardiamo a ripetizione “Pretty Woman”,“Love Actually” e ogni filmetto adolescenziale anni ’80 che ci lasci con un sorrisino ebete e una lacrimuccia all’arrivo del “The End”.
Perché lo facciamo? Perché sogniamo! Perché (in)consciamente pensiamo: «Se capita alla protagonista brutta e sfigata, perché non dovrebbe capitare anche a me, scusa?» E questa frase di danni ne ha creati non pochi.
È cosa nota e risaputa, ritengo che le favole e i film abbiamo rovinato la vita a tutte le donne.
A tal riguardo ho già scritto molto, ma oggi vorrei provare scientificamente e razionalmente quello che sostengo. Mi sono immaginata cosa sarebbe successo se mi fossi trovata io, donna comune, al posto delle eroine dei film o delle fiabe. Cosa succederebbe nella vita reale, a parità di condizioni, se fosse una qualunque a pronunciare determinate frasi o compiere gesti disperati.
Chiedo umilmente scusa a tutti i lettori fuori da GRA, ma ritengo che certe risposte date in romanesco rendano molto di più l’idea di ciò che intendo.
Partiamo, in generale, dai film:
lui torna sempre, oppure lei va da lui e lui non la lascia più andar via. Loro si rincontrano “per caso” e non si lasciano più. E bla, bla, bla… Quante ne abbiamo viste e sentite? Troppe. A quante di noi è successa una “scena di un film”? Se state alzando la mano non vi vedo…
Bene.
Innanzitutto, se lo facessi io, di farmi trovare sotto casa di uno, verrei presa per una molestatrice oltre che, chiaramente, per una patetica stupida. E dubito, dubito fortemente che un “Lui” che se ne va, possa cambiare idea di fronte a una simile scena pietosa. Ma alle protagoniste dei film accade, eccome.
Prendiamo “The wedding date”: una povera sfigata è costretta a noleggiarsi uno stallone figo da pauuura per andare al matrimonio della sorella e far rosicare l’ex (che, nel frattempo, con la sorella ci è andato. Non al matrimonio, ma ben oltre). Ovviamente si innamorano, in due giorni – DUE – lui, oltre che figo da pauuura, si dimostra pure una personcina più che decente e tutto va bene fino a quando litigano e lui se ne va. Però poi lui si rende conto e torna da lei, ovviamente, affermando quanto segue:
«…Ma poi mi sono accorto che è meglio litigare con te che fare l’amore con chiunque altra». Non so a voi, ma a me non l’hanno mai detto. Anzi, tendenzialmente se litighi sei una che ha un cervello, rompe, quindi vai eliminata e lui preferisce non avere discussioni con “chiunque altra”. Tu stai lì che pensi «Però io sono speciale, lui lo sa e si pentirà». Forse… Ma intanto si consola con “chiunque altra” respiri e, sinceramente, non mi pare così rammaricato.
Ma analizziamo il filmetto che l’altra sera ci ha tenute incollate alla tv per la milionesima volta:
«Era l’estate del ’63 tutti mi chiamavano ancora Baby, ma a me non dispiaceva…»
A Baby, anzi che qualcuno te chiamava, perché, insomma, diciamo che non è che brilli in bellezza e simpatia!! Tanto tutte ce lo siamo chiesto: ma perché hanno scelto una protagonista così cessa?? E non fate le buoniste: «Dai, però è carina» l’abbiamo pensato tutte! Tutte!! Comunque per me, l’hanno fatto proprio per farci sognare, vedi discorso precedente, “se è successo perfino a lei”…
Lei si innamora di questo fighissimo maestro di ballo e, appena rimangono soli, gli dice:
«Ho paura di tutto, di quello che sono, di quello che faccio, di quello che dico e, soprattutto, ho paura che se me ne vado da questa stanza non proverò mai più quello che sto provando adesso… adesso che sono qui con te».
A lui basta, si avvinghiamo e il resto è storia. Ecco. Probabilmente se mi fossi trovata io al posto suo, donna vera nella vita vera, cessa che tenta di abbordare un bell’insegnante di “movimento di colita”, probabilmente mi sarei sentita rispondere più o meno così:
«A Baby… A parte che te chiami come il maialino coraggioso, ma secondo te? Ma m’hai visto? Lo vedi quanto sò figo? Ma secondo te uno come me va appresso a ‘na cozza come te?! Te credo che c’hai paura, che te sei specchiata?! Ma dai su! Va be’ esse ottimisti, ma tu esageri!»
Ma questo è nulla in confronto a “Pretty Woman”, perché lì lei è sì bellissima, ma è una zoccola! Una zoccola vera! Di Rodeo Drive ma sempre prostituta! Non so perché, ma tendiamo sempre a dimenticarcene…
Lui, oltre che figo, è multimiliardario e la affitta! «Ti prego, fai questo sforzo e stai con me una settimana, ti pago!!» Ci rendiamo conto a cosa crediamo?! Stanno benissimo, lei si innamora e va tutto alla grande finché lui non pronuncia quella frase che tutti gli uomini, a un certo punto, pronunciano:
«Cosa vuoi da me?» lei, che già avrebbe dovuto ringraziare il fato per tutto quello che le era capitato, rilancia senza vergogna:
«Voglio la favola…»
E lui la va a prendere con la limusine, in luogo del cavallo bianco, e vissero felici e contenti. Ci rendiamo conto? Se quella frase l’avessi detta io – anzi, io non l’avrei mai detta perché mi sarei sentita davvero troppo, troppo, patetica e sfigata – mi figuro questa schietta replica:
«A come-te-chiami… Siamo seri! Ma la favola de che? Che m’hai preso pe’ Walt Disney? Che famo? “Il miliardario e la strappona”? Daje su, essi seria!»
(Ehm… visti i film e recenti fatti di cronaca, non so voi, ma io ci sto facendo più di un pensierino sull’intraprendere l’antico mestiere: sarei ricca, non pagherei più le tasse e inizierei ad essere rispettata. Potrei perfino fare carriera in politica! E considerate che non ci sarebbe più neanche nessuno ad additarmi come “Zoccola” perché ora si dice “Escort”, volete mettere?)
Nei vari episodi di “Love Actually”, assistiamo alla commovente storia del Primo Ministro inglese che si innamora dell’assistente sempliciotta, volgare e culona. Non per mio giudizio, ma per sceneggiatura. Gli approcci sono stentati e impacciati da ambo le parti, viene quasi sfiorato perfino l’incidente diplomatico con gli USA, per salvaguardare l’onore di lei e poi il destino li separa. Tempo dopo, lei ci prova, gli manda un biglietto d’auguri per Natale, firmandolo con un «Sono davvero tua» Ha rischiato. A Natale, compleanni e feste comandate, queste mosse sono accettabili, perché tutti si scrivono ed è un’ottima scusa per manifestarsi, per avere il coraggio di farlo.
Come quando noi prendiamo coraggio e mandiamo QUEL messaggio. Ma perché non capita mai che qualcuno ci venga a cercare?! Ormai al massimo speriamo che quel qualcuno ci risponda, perché non è neanche garantito!!
Lui allora parte alla sua ricerca, si ricorda in che via abita, ma non sa precisamente dove. E allora io Primo Ministro, la vigilia di Natale, citofono ad ogni casa, ambo i lati, per trovarti.
Sì lo so, già solo questo basterebbe, senza ulteriori commenti. Perché una cosa del genere, nella vita vera, non credo sia mai accaduta. Neanche di quinta mano. Neanche all’amica, dell’amica, della cugina, della zia, della sorella, di un’amica di un’amica. Mai. Ma voglio esagerare.
«A culona, te chiamano tutti culona, un motivo ci sarà, non pensi?? Io so’ er Primo Ministro a Chicca!! Er Primo Ministro!! Non so se rendo! N’è che faccio er portiere!! Tu calcola che a livello mondiale – mondiale! – dopo Obama ce sto io! IO!! E secondo te io me metto a batteme tutte le porte de ‘na via pè trovatte a te? ‘na sciacquetta culona? Sei mia? No, guarda, recicla er regalo pe’ qualcun altro, grazie!»
Concluderei con la mia preferita, l’eroina del mio cuore alla quale ho dedicato perfino un libro: Cenerentola, ovvero il riscatto di tutte le povere sfigate! Perché solo in una favola, se sei buona vieni ripagata, la ruota gira, ti ricompensa da tutte le angherie subite e raggiungi il lieto fine.
Se l’avessi fatto io, di imbucarmi a un ballo, perdermi il tacco dodici e incontrare un vero Principe, probabilmente questi mi avrebbe salutata con un:
«A lercia-de-cenere… Io che? Sposare che? Scarpetta che? ‘a scarpetta taa sarai persa perché se sarà suicidata a sta’ addosso a li piedi zozzi tui, no che io te la dovevo raccoje e venitte a cercà. Cioè: ma che davero? Io so er Principe abbbellla. Me sbavano tutte dietro, c’ho i sordi, il castello e me vengo a pijà a te?? Ma de che te fai, oh? Ma che te sei sniffata ‘a cenere??»
Rendo pubblicamente grazie all’unico che riscatta un pochino noi donne comuni e che, una volta su un milione, ridimensiona e fa crollare i sogni della protagonista di un film.
Lei gli dice:
«Se te ne vai, che sarà di me? Che farò?»
E il Sig. Rhett Butler risponde:
«Francamente, me ne infischio!»
Aho… e mica sempre e solo a noi!!
PS: non ci posso fare niente… Io credo SEMPRE nel Lieto Fine, quindi vi racconto una favola accaduta: lui è tornato quando sembrava impossibile, dopo mesi di silenzio. Però che lui poi se n’è andato di nuovo non ve lo dico che sennò vi rovino la favola, ecco.
È tutto qui: dentro e fuori… Sento di essere completamente fuori di testa, fuori tempo, fuori luogo. Dentro troppe voci, troppi volti, troppi ricordi, troppi pensieri, ridicoli, inopportuni, contrastanti.
Mi interrogo, mi rispondo, analizzo, accuso, mi accuso e cerco di sconfiggere quella morsa soffocante sul petto, quella tristezza opprimente che giunge a farmi visita non appena rimango da sola. Mi sento come una falena, creatura del buio ma irrimediabilmente attratta dalla luce. Una luce però, troppo spesso, artificiale, ingannevole, fatua.
Qualcuno dice che «La speranza è l’ultima a morire» altri che «Chi di speranza vive, disperato muore». Ok, che si fa?
(Lo sai che devi fare…)
Sono sola con i miei pensieri, come sempre. Sono sola con pensieri che non si possono esternare. Certe frasi dette a voce alta fanno paura, creano imbarazzo, preoccupazione e vergogna, quindi spesso le teniamo per noi. Come sempre, pensieri terribili a farmi compagnia e nessuno con cui condividerli.
Tutto il giorno siamo impegnati a dare il meglio di noi stessi, siamo circondati da persone disposte a ridere e sollazzarsi con noi, nessuno disposto ad ascoltare lamentele. Realizzo che avrei bisogno di qualcuno con cui piangere. Vorrei avere una persona che mi stia accanto mentre piango, mentre mi sfogo e mi dispero. Mentre libero la parte puerile della bimba bisognosa di cure e attenzioni. Vorrei potermi sentire libera di farlo senza essere giudicata, senza paura di mostrarmi debole, senza temere che questo mi venga rinfacciato o venga usato contro di me.
(ci sono io…)
Ed ecco che qualcuno ascolta e risponde alle mie lacrime silenziose…
Eccomi.
Hai provato a ignorarmi per tutta la vita ma finalmente sono qui.
Fingevi di non vedere me e continuavi ad anelare al buono, al bello, alla luce.
Hai sempre creduto che un giorno sarebbe andato tutto come volevi tu, ti ripetevi che il meglio doveva ancora venire, sì? Dov’è adesso?
Patetici esseri umani attaccati ai sogni, non vi stancate di essere continuamente delusi?
Quante lotte… Vi vedo stringere sempre i denti e andare avanti, ma perché?
Ci hai provato, arrenditi a me e basta, non ti deluderà più niente e nessuno, perché non avrai più aspettative.
La speranza ti ha rovinato la vita, il tuo credere sempre ti ha distrutto. Basta. Non soffrirai più se ti lasci andare…
Vuoi che ti ricordi un po’ di cose che sono successe?
Sai chi ha lottato per te? Nessuno. Sai chi si sveglia e si addormenta pensando a te? Nessuno. Sai chi ti ha supplicato di tornare o urlato che gli mancavi? Nessuno.
Vuoi che ti ripeta tutte le menzogne che hai ascoltato? Vuoi che ti ricordi una a una delle lacrime che hai versato?
Ma tu, niente, continuavi ad avere fiducia, a illuderti. Io ero lì che ti chiedevo di abbandonarti a me, ma nulla.
Ti ho sentito chiedere tante volte «Perché?».
Pensavi a quando stringi la mano a una persona e la senti così tua. Quando percepisci quella stretta potente, un’appartenenza istantanea, quando poi tutto questo si dissolve e ti chiedi come ci si possa sbagliare così tanto, come, sensazioni così belle, possano risultare alla fine fatue.
Hai passato giornate intere a chiederti come sia possibile, come ci si possa sbagliare così tanto nel giudicare qualcuno. Perché la gente mente! Non è mai sincera! Come puoi fidarti ancora?
Vogliamo parlare degli amici? Ci sono sempre, quando sono loro ad avere bisogno. Poi? Puff! Spariti! Quando non servi più, scompaiono tutti. Persone che dicevano di volerti bene, che ci sarebbero sempre state, che proclamavano amicizia assoluta, volate via appena trovavano di meglio da fare. La chiami amicizia questa?
Quando hai provato a parlare cosa ti è stato detto? Superficialità malcelata da parole spicciole, la faciloneria fastidiosa con cui TUTTI si sentono in diritto di giudicarti e ripeterti frasi fatte e trite del tipo «La vita è meravigliosa e merita di essere vissuta e goduta».
E tu? Hai cercato di comportarti sempre correttamente con tutti! Ahahah! Patetica! La lealtà, la sincerità, il bene, il perdono,l’aiutare il prossimo, il porgere l’altra guancia! Mi fai pena…
E infatti dopo cosa hai fatto? In entrambi i casi hai incassato e guardato avanti. Col dispiacere soffocato dall’imperitura fiducia nelle persone.
Quanto hai aspettato? Tanto! Quanto hai perdonato?Tantissimo! A cosa è servito? A nulla.
L’abbiamo visto tutti, hai sperato, ci hai provato e ora è normale che tu non ci riesca più. La tua vita non è mai andata come volevi e non puoi continuare ad essere ulteriormente delusa. Non sei stanca di soffrire?
Dai abbandonati completamente a me, non sentirai più nulla. Lasciati andare e chiudi gli occhi…
Io sono la Disperazione.
È vero, sono stanca. Stanca di sperare, di aspettare, di essere delusa. Di guardare sempre avanti col sorriso, stanca di essere forte. Voglio fermarmi, voglio essere debole e abbandonare il gioco. Per una volta, voglio mollare.
(per favore, non farlo…)
Mi sembra che niente abbia più un senso, che tutti i miei sforzi siano stati vani, che ogni giorno sia uguale all’altro, che senso ha continuare?
Non darle ascolto, io sono la Speranza, resta con me, non cercare di oscurarmi.
È vero, la vita può essere dura ma non devi concentrarti su quello. Devi guardare a ciò che ti rende felice, sempre. Anche quando non ti sembra possibile, motivi di gioia ne hai tanti. Tu come qualsiasi altra persona.
«La vita è meravigliosa e merita di essere vissuta e goduta» è così!
Ci sono molte persone che ti vogliono bene, anche se non ti sembra, anche se, ormai, lo dai quasi per scontato, prova a immaginare come sarebbe stata o sarebbe la tua vita senza tutte le belle anime che hai incontrato. Con loro hai riso, hai pianto, hai giocato, mangiato, dormito, lavorato, loro ti hanno aiutato ad essere quello che sei. Ognuno ti ha donato una piccola parte di sé. Certo, molti ti hanno deluso ma fa parte del gioco. Non è un motivo sufficiente per smettere di giocare.
Tu hai mai ferito qualcuno? Sarà sicuramente successo… A volte è quasi inevitabile.
Vuoi che ti ricordi di tutte le volte che hai riso fino alle lacrime? Chi c’era con te lo ricordi, vero?
Non è meraviglioso pensare che potrai ridere fino alle lacrime tanto e tanto ancora? Pensa, è gratis. E possono farlo TUTTI.
Vuoi che ti ricordi di tutti gli “sconosciuti” improvvisamente piombati nella tua vita che poi sono diventati pilastri di essa?tutto è possibile e tutto può cambiare in un attimo…
Non ti basta? Allora pensa…
C’è il sole, la musica, una carezza, un bacio, una risata. Le chiacchiere tra amiche. Il caffè con la sigaretta la mattina, una telefonata. Il mare, un abbraccio sincero, ballare, i tacchi alti!
Lo shopping, una cena fuori, lavarsi i capelli e il tepore del fon. Andare a letto sotto il piumone mentre fuori piove. Leggere un bel libro, piangere per un film.
Fare l´amore, mangiare, la luna piena, il vento tra i capelli, guidare, annusare un fiore, fare fotografie. Indossare quel vestito che ti piace tanto.
Pensaci, la lista è infinita e puoi aggiungere tutto quello che vuoi.
Spalanca gli occhi, tutto questo merita di essere ammirato…
È tutto qui: dentro e fuori. Fuori il mondo con le sue tragedie e le sue meraviglie. Dentro sento di essere sollevata di non dover più soffrire e terrorizzata di non avere più aspettative positive.
“La vita è meravigliosa e merita di essere vissuta e goduta” è solo una frase fatta? È da pazzi continuare a sperare anche se si viene sempre delusi?
Sono al bivio tra la speranza e l’abbandono alla disperazione.
Tu cosa pensi di fare?
Io ho scelto di…….
«Sono così stanca di stare qui…
Queste ferite non sembrano guarire, questo dolore è troppo reale…
C’è semplicemente troppoche il tempo non potrà cancellare…»
Non mi faccio contagiare dal falso buonismo che imperversa in questi giorni, lo vendono al supermercato vicino ai panettoni, si chiama “Falsa aria felice festaiola”.
Dovrei fingere e mettermi una maschera di allegria perché è Natale! Ma non mi va per niente, in questi giorni mi gira male e pure parecchio.
Adoravo il periodo delle Feste…
Mi inebriavo dell’odore dell’abete quello vero, pungente: sapeva di casa, di calore, di gioia. Addobbarlo doveva essere un’impresa perfetta: il filo delle luci da mettere per primo, a spirale, di modo che l’albero si accendesse in maniera omogenea e armonica, i colori delle palline perfettamente alternati, la punta sempre dritta e sempre più grande e doveva risultare coperto per bene in ogni punto. Tutti i regali disposti sotto, tanti, sperando di non aver dimenticato nessuno.
Poi c’era il presepe. Si dava la caccia al muschio quello vero, quello con la zolla, di quel verde intenso che sembrava finto. Ogni anno compravo un personaggio in più per arricchirlo, il ciabattino, il falegname, il fabbro… Il filo delle luci non si doveva assolutamente vedere e, se non trovavo degli specchi, facevo l’acqua con la carta stagnola. Aspettavo la Mezzanotte esatta per posizionare Gesù Bambino e mi dispiaceva davvero tanto che i tre Re Magi si godessero quello spettacolo per un giorno soltanto! Perché il 7 Gennaio si smontava tutto, finito. Bisognerà aspettare un intero anno! Troppo! Chi ce la fa?
A volte tiravo addirittura fuori le lucine quando non era periodo, solo per vedere quello scintillio. Adoravo ammirare al buio l’accendi-spegni luminoso, di una cadenza perfetta, rassicurante.
Adoravo tutto questo, ora mi disgusta. Ora vorrei addormentarmi l’8 Dicembre e svegliarmi il 7 Gennaio.
Mi sono resa conto di non essere la sola a odiare le Feste. Mi capita troppo spesso di sentire qualcuno che dice «A me le Feste non piacciono per niente…» mentre lo dice noti negli occhi un velo di tristezza e avverti che pronuncia quelle parole con sentito dispiacere, perché tutti dovrebbero adorare le Feste. Le famiglie si riuniscono, si mangia, si beve, ci si fanno i regali, si torna bambini. Quelli che lo dicono, da tanto tempo non parlano con il loro bambino interiore. Li riconosci. Qualcosa li ha induriti, non godono più dello scintillio e se la prendono con le Feste. È così facile poi! Sotto le Feste c’è sempre traffico, la gente impazzisce, a fare shopping non si può andare, i prezzi si triplicano e ti fanno sempre regali del cavolo. Dannatissime Feste!
Negli ultimi anni, poi, iniziano con panettoni e lucine già da metà ottobre tanto per allungarci l’agonia.
Il rodimento stona con le feste natalizie. Per questo tanti fanno solo finta di essere felici. Se non sei felice in questi giorni, sei strano e sei un guastafeste, appunto. C’è una ghettizzazione verso quelli-che-non-amano-le-feste. Noi siamo il male. Noi siamo come il Grinch.
A me e a questi tipi qui, capita SEMPRE quello (o quelli) che dicono «Ma perchééé??? È così bello il Nataleee!!! Non puoi essere così arido! Dovresti essere felice, dovresti amare questi giorni, dovresti…» DOVRESTI…
Già dobbiamo sopportare questo periodo sperando che passi il più presto possibile, poi, come al solito, c’è sempre qualcuno pronto a biasimarti che ti dice come DOVRESTI sentirti.
Miei cari “Moralizzatori”, sappiate che c’è un motivo per cui abbiamo iniziato a odiare le Feste. C’è un motivo se abbiamo soffocato con la neve artificiale il nostro fanciullino, c’è un motivo se abbiamo spento tutte le luci e sicuramente questo fa molto più male a noi che a voi. Quindi, per favore, non rompeteci le palle, soprattutto quelle di Natale!
Dedicato a chi è solo, a chi vorrebbe festeggiare il Natale con chi non c’è, a chi ha amato tanto le Feste che ora le odia. Vi auguro e mi auguro, con tutto il cuore, tanto calore e luce e non soloa Natale. BBxx
Il gentiluomo ha così commentato (cito testualmente): «È uno schifo, se Dio ti ha fatto la figa è perché devi darla, sennò ti faceva un altro braccio. Ho speso 200 euro per lei e sta scema nemmeno un pompino mi fa! Ragazze così andrebbero denunciate per falsità d’intenti, prima si fanno offrire le cose e poi nemmeno in camporella vogliono andare! Noi ragazzi dobbiamo unirci, anzi, creerò una fondazione in nostra tutela..»
…Creala, ti prego. Così magari vi riunite tu e tutti quelli che la pensano come te e riusciamo ad identificarvi più facilmente.
Mio caro, permetti che ti dica un paio di cosine…
Considera che lei aveva dimostrato almeno una certa propensione a dartela. Avendo accettato di uscire con te, stava sinceramente considerando di dartela. Perché se una non se lo sogna proprio non ci esce con te, fidati.
Considera che, generalmente, una ragazza ne ha un pochino le scatole piene di quelli che la cercano solo per… Le chiedono il numero solo per… La riempiono di complimenti solo per… La invitano ad uscire solo per… E la maggior parte delle volte neanche le accetta tutte queste proposte!
Poi arrivi tu. Il tuo aspetto lo ignoro, ma le proponi un cinema, una cena e un dopocena. Quindi vi vedete sul presto, quindi hai REALMENTE l’intenzione di passare tutta una serata con lei per conoscerla meglio. Questo passa nella testa di lei. Già con questo partivi in vantaggio, lo sai? Se le avessi proposto vediamoci DOPO cena, già lei avrebbe storto il naso, fidati. DOPO cena è tardi, già sa di losco, uhmmm non mi piace come proposta. Ma la tua era perfetta! Accetto sì!
Perché noi donnine siamo così, siamo impastate col Lieto Fine e il Principe Azzurro, non ci possiamo fare niente, ci crediamo sempre!
E che purtroppo le favole finiscono spesso in tragedie e i principi si rivelano dei veri cretini…
Ma tu no! Tu sei un gentiluomo! Tu vuoi passare più tempo possibile con me e non mi permetti di pagare nulla, perché un gentiluomo fa così! Almeno le prime volte…
Ecco con quale spirito la poverina è uscita con te.
E l’hai fatto sul serio! La sei andata a prendere, avete chiacchierato, mangiato, bevuto, riso, entrambi intenti a dare il meglio di voi stessi (sicuramente tu di più) cercando argomenti, interessi comuni, battute brillanti, non lesinando sguardi sornioni e ammiccamenti vari. La serata perfetta. Lei avrà pensato (ma non te lo dirà mai) «È eccezionale, quanto sto bene, non posso sbagliare con lui. Non posso andarci a letto la prima sera, poi chissà che pensa di me?? Poi dovrà essere perfetto, un’occasione speciale, dovrà essere naturale…»
Perché noi donne siamo sceme così, lo sai. Una donna che porti fuori per un’intera serata lo sai che ragiona così, no? Perché sennò ci avresti provato subito appena conosciuta, o sbaglio?
Ecco.
Io mi immagino la scena in cui lei, sicuramente giustificandosi, confidando che il gentiluomo avrebbe senz’altro capito e un pochino disturbata dal fatto che tu gentiluomo ci abbia provato la prima sera (perché il gentiluomo serio la prima uscita neanche ci prova…) ti ha detto quasi piangendo:
«No, tesoro scusa ma stasera non me la sento proprio… »
E tu, che sei un vero gentiluomo, le hai risposto:
«Va bene, allora fammi un pompino!»
Ecco.
Lei non solo si è sentita delusa, umiliata, scoraggiata, frustrata, e tutti gli aggettivi in -ata che ti vengono in mente che descrivono sentimenti di tristezza e delusione, ma alla fine si è anche sentita dire:
«E adesso ti denuncio pure!» …denunciATA…
Mio caro, non dovrei dirtelo – perché a 27 anni dovresti saperlo – ma forse quelli come te sono abituati a comprare tutto e non le sanno queste cose. Comunque ogni uomo comune sa che, non dico tanto, ma se ripetevi quella sera almeno un altro paio di volte, lei te la dava eccome. Anzi, pure se la portavi a mangiare dallo “Zozzone” spendendo 5 euro, se lei te la voleva dare, te la dava.
Pure se le dicevi «Tesoro ci prendiamo della pizza a taglio, una birra e andiamo a vedere le stelle?»
Te le avrebbe fatte vedere lei le stelle, fidati.
Perché noi donne saremmo sceme ad amare queste cose, ma tu hai dimostrato di essere ancora più scemo di noi. E hai speso pure 200 euro per fare il figo, coglione!
Perché non è che te l’ha chiesto lei di spendere 200 euro. Libero arbitrio… Hai presente?
Quindi tu con questa bravata della denuncia non la vedrai mai.
Non solo. Sarai identificato per sempre come “Quel coglione che ha denunciato quella perché non gliel’ha data”
Quindi qualsiasi donna, per solidarietà o per principio, non te la darà più.
…Mi correggo. Potrai puntare a quelle cerebrolese che generalmente scrivono ai serial killer in galera «Da quando ti ho visto in tv al processo non faccio che pensare a te… Sono certa che sono state quelle donne a provocarti perché nei tuoi occhi ho visto la bontà. Mi vuoi sposare?»
È vero. Spesso sopravvaluto il genere femminile. Quindi consolati mio caro, che qualcuna che te la darà sicuro la troverai. Anzi, qualcuno per favore consoli me per questo…
Se fossi in lei ti denuncerei io per truffa, falso ideologico, e soprattutto per delusione multipla!
Comunque, per il futuro, se non vuoi correre rischi ed essere certo di portare a casa il risultato, quando avrai 200 euro e sarai infoiato, a Roma c’è la Salaria, ad Udine ci sarà qualche via equivalente pregna di “signorine da compagnia”. Perciò ti consiglio vivamente di rivolgerti a loro, stai tranquillo maschio alfa che con 200 euro non ti diranno mai di NO…!
NdBB: la notizia era una bufala, ma il divertimento scaturito dalla mia risposta è stato assolutamente reale. Questo articolo è stato, per oltre un anno, al vertice della classifica degli articoli più letti e commentati del sito Notizie.it. A distanza di ANNI, continuo a ricevere messaggi di insulto o di complimenti per il suddetto. 😉