MI HA DETTO BABBO NATALE CHE VOI NON ESISTETE!

ATTENZIONE!!

***CONTIENE SPOILER SULL’ESISTENZA DI BABBO NATALE E SUL LIBRO “IT”***

 

Quando fui informata dell’esistenza di un caro vecchio signore che – la notte di Natale – si prendeva la briga di portare doni a tutti i bambini in giro per il mondo, ebbi molte perplessità.

Nonostante lo stupore e la gioia, mi ponevo innumerevoli domande:

  • Come fa a fare il giro del mondo in una sola notte??

  • Dove mette tutti i regali??

  • Come fa a ricordarsi di tutti i bambini e sapere se sono stati buoni??

  • Perché ha la stessa calligrafia di mamma??

  • Se ha la pancia, come ci passa dal camino??

  • E chi non ha il camino? Come fa??

  • Come riesce a non farsi beccare mai e da nessuno??

Scassapalle di Natale lo son sempre stata, sin da piccola.

Però, poi mi facevo bastare le spiegazioni che i miei mi davano.

Per esempio non ho mai confutato la sua capacità di volare a bordo di una slitta trainata da renne: LO RITENEVO POSSIBILE.

Perché avrei dovuto dubitare dell’esistenza di un essere così buono? Di una storia così magica e affascinante?

Gli ho anche scritto quella lettera, spedita fino in Lapponia e mi ha pure risposto.

Però quella mia amica mi ha detto che non è così, è tutta una messinscena degli adulti. Ma lei che ne sa? Lei non è capace di credere.

È tutto vero: Babbo Natale esiste.

Ho riletto, o meglio, ripassato “IT” quest’estate, per prepararmi al film. Ammetto che era un po’ che non lo sfogliavo, che non mi immergevo nella storia dei sette amici che affrontano e sconfiggono il male.

La prima volta lo lessi che ero ragazzina, con un vissuto e una visione del mondo molto diversa rispetto a ora, come è normale che sia.

Stavolta ho notato delle sfumature che mi erano sfuggite o che avevo dimenticato, magari sepolte sotto strati di razionalità adulta.

Il Re ci spiega che IT si nutre e si forma con la paura, assume le sembianze dei soggetti che temiamo: un licantropo, un lebbroso, un padre manesco. Sono i nostri incubi a generarlo.

E così come lo hanno creato, i sette amici riescono ad annientarlo. Nonostante non ci fosse mai riuscito nessuno prima di loro, nonostante fosse terribile e avesse tutta l’intenzione di ucciderli, nonostante fosse potente e magico, loro riescono a batterlo. Perché lo credevano possibile.

Da piccoli temiamo il buio perché sappiamo che può celare mostri.

Ci crediamo.

Esattamente come crediamo a Babbo Natale, a una Fatina che ci dà del denaro in cambio dei nostri dentini, a una vecchina che ci porta dolci o carbone, all’eterno dualismo bene/male.

Ci sono le creature buone, e ci sono le creature del buio.

Quest’ultime le possiamo sconfiggere lasciando una piccola lucina accesa, o convincendoci che non c’è niente sotto il letto, nell’armadio ci sono solo vestiti, guarda se non ci credi. Nulla.

La nostra realtà è plasmata da tutto quello in cui crediamo, una proiezione dei nostri pensieri che forma il nostro mondo, per questo la nostra infanzia era permeata di magia.

Come da bambini crediamo che tutto sia possibile, che le favole si avverano, così l’età adulta è formata dalla razionalità, dai doveri, dal disincanto, dalle preoccupazioni.

A questi pensieri prestiamo la nostra maggiore attenzione.

Non crediamo più alla magia, a tutto quello che può succedere, ai desideri e ai sogni che si avverano, al bene che sconfigge sempre il male.

Filtriamo lo scibile con la lente del disincanto, dimenticandoci della magia, dei poteri, dell’impossibile che diventa possibile.

Ma io credo ancora a Babbo Natale.

Credo che il male esista, ma credo di più nel bene. E credo pure che i portatori di male vadano presi a calci in culo, perché siamo buoni, mica coglioni.

Credo nella famiglia: guida, supporto, sopportazione, rifugio, calore.

Credo nei miracoli. Che siano riuscire ad arrivare a fine mese, o avere ancora la forza di sorridere, nonostante tutto.

Credo alle Fatine. Non si interessano solo ai miei denti, ma anche a tutto quello che c’è intorno. Non mi regalano soldi, ma presenza. Le chiamo amiche.

Credo nell’energia positiva, nel potere della mente.

Credo nell’empatia e nella telepatia affettiva, che quando due persone sono unite si stanno vicine anche coi pensieri.

Credo che il sorriso sia un’arma potentissima: dona forza a chi ci ama, spiazza tutti gli altri.

Credo nell’ironia e nell’autoironia, credo che dissacrare le esperienze negative aiuti a superarle e a depotenziarle.

Credo negli abbracci curativi, dimostrativi, avvolgenti, epidermici, necessari.

Credo nei baci. Quelli lunghi e profondi, che annullano il resto del mondo. E credo in quello che viene dopo.

Credo nella bellezza del cielo e delle stelle, e credo nel puntare il naso all’insù.

Credo nel cantare e ballare; nel ridere senza motivo; nelle telefonate; nei messaggi; negli “Stavo pensando a te”.

Credo nel mangiare e nel bere; nel passeggiare per i boschi; credo nello shopping curativo.

Credo nei vestiti e nei tacchi alti. E credo che un bel trucco possa cambiarti aspetto e umore.

Credo che il mare abbia il potere di riallinearmi con me stessa e col mondo.

Credo che “Ciò su cui ti concentri, cresce”, perciò credo a Babbo Natale. Che magari non è un pancione vestito di rosso, ma rappresenta chi riesce ad aiutarti senza nulla chiedere in cambio. Chi c’è sempre, chi riesce a mantenersi un ottimista innamorato della vita.

Rappresenta tutto questo, tutto quello in cui credo.

I pessimisti cronici; i lamentosi a oltranza; gli odiatori seriali; i disincantati; i gretti; i poveri d’animo; gli ipocriti; quelli che “ho ancora il vomito per quello che riescono a dire, non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare”; i sorrisi più finti dei miei ventinove anni; gli invidiosi; i portatori insani di malumore; i perfidi per sport; chi non ha cura del cuore degli altri; gli sprovvisti di empatia; i voltagabbana; gli amici finché serve; i visualizzatori senza risposta; i millantatatori di sentimenti; i contafavole; gli usa-e-getta; gli abbrutiti; gli incazzati col mondo; i boriosi…

A voi non credo.

Voi non esistete.

 

PS: È sorprendente. Forse ho fatto pace col Natale.

Ve l’ho detto, la magia c’è.

 

 

«Ragazzi, il romanzesco è la verità dentro la bugia,

e la verità di questo romanzo è semplice: la magia esiste».

Stephen King

 

«Io credo a Babbo Natale, credo al topolino dei denti, credo alla Befana e agli angeli ma non credo che tu esista. Questo è acido muriatico, adesso tu scomparirai!»

Eddie Kaspbrak – IT, il film

DONNE CHE ODIANO LE DONNE…

Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani un libro intitolato “Donne che odiano le donne”. Ho dato un’occhiata alla descrizione, ho sorriso e l’ho chiuso. Non lo leggerò mai. “Le prime nemiche delle donne sono le donne” è tristemente vero e non voglio leggere un testo che me lo confermi.
Diciamoci la verità: dagli uomini certe meschinità ce le aspettiamo, dalle altre donne quasi mai. Da donne che dicono di volerti bene, decisamente no. Eppure capita molto, molto spesso… Nessun uomo, per quanto cattivo, potrà mai raggiungere la perfidia di una donna. Quella stessa perfidia che troppo frequentemente viene indirizzata verso altre fanciulle: invidie, gelosie, ripicche… Quanta energia sprecata! Ci saranno sempre donne più belle e più intelligenti di noi, ma è vero anche il contrario, per fortuna! Perché farsi una guerra inutile, continua, alimentata dall’insicurezza, piuttosto che allearci e aiutarci l’una con l’altra?
Le sorellastre erano donne, le matrigne cattive pure, anche nelle favole più belle risiede la mesta consapevolezza che sul tuo cammino incontrerai molte streghe. Allora cerchiamo di avere cura delle nostre fate. Alcune sono sempre al nostro fianco, altre a chilometri di distanza, altre ancora sono presenti da anni ma magari non costantemente, ma ci va bene così e alcune hanno arricchito da poco la nostra esistenza.
Le nostre amiche ci ricordano che non siamo sole, MAI. Certi uomini sono di passaggio, le donne della nostra vita sono PER SEMPRE. Non dimentichiamolo. Un appuntamento non ha importanza se non puoi chiedere consiglio su cosa indossare, un pianto non è lo stesso se non c’è nessuno che ti abbraccia, un problema fa meno paura se viene condiviso e una bella notizia non è tale se non hai delle amiche cui raccontarla. Ricordiamolo, tutti i giorni.
Siate sorelle, siate buone e amatevi tanto, vi siete scelte PER SEMPRE.
È un periodo particolare, ma non voglio dimenticarmi di voi. A voi e alle donne della mia VITA, tutti i giorni…
BBxx

PERLE AI PORCI…

C’era una volta, e c’è tuttora, un antico modo di dire che recita: “Perle ai porci”.porci

Tale espressione significa che se vengono donati i prodotti delle ostriche a dei suini, costoro non sapranno comprenderne – indi apprezzarne – il valore. Per cui questi monili saranno del tutto sprecati.

Ma cosa ne pensa la perla? E il maiale?

Ora poniamo che per improbabili circostanze, contemplate solo dai detti popolari, una perla finisca con un porco, o con diversi porci.

Costoro sguazzano nel fango, non hanno preoccupazioni, trascorrono le proprie giornate a mangiare e hanno un orgasmo che dura circa trenta minuti.

Ok, li invidiamo tutti. Fatto salvo il trascurabile dettaglio che finiscano la propria esistenza sui vostri piatti, poi nel vostro stomaco e – infine – espulsi, sappiamo tutti come.

Ora passiamo alla perla.

«Ciao, sono la perla sono la più figa del creato. Mi cercano tutti, sono stupenda, così rara quanto pregiata!»

Io me la immagino così. In effetti ha un aspetto abbastanza da presuntuosetta, se la tira parecchio, è vero che può permetterselo, però è davvero narcisista.

Perla, guarda che stai in un porcile…

«Ciao, sono la perla e ora sto con un porco. Ma questo non mina assolutamente la mia figaggine!»

Sei sicura?

Benché nutra un’estrema simpatia ed empatia verso i maiali, poverini, delle perle non sanno proprio cosa farsene.

Me lo figuro, questo grosso porco, avvicinare il suo bel nasino tondo all’isolata rarità, emettere un curioso:

«Sgrunt sgrunt» per poi passare semplicemente oltre.

Magari è ignoranza o semplice disinteresse, in quanto non è né fanghiglia, né cibo. Sì, potrebbe regalarla alla sua scrofa, ma – al momento –  non rientra tra le sue priorità.

Non sa valorizzarla, non riesce a trattarla, non ne apprezza il valore. Non è cattivo, è limitato, o comunque vive in un mondo che non contempla interesse per i gioielli.

E la piccola perla rimane lì, a cercare di capire perché non venga stimata come merita.

«Ciao sono la perla, una volta mi sentivo figa, poi è arrivato un porco che mi ha sminuito…»perleaiporci

La perla si è convinta di non valere nulla, perché si trova in un ambiente che non celebra la sua preziosità. Ha perso la propria identità, la concezione di sé, convinta che il trattamento che sta ricevendo, sia quello che, effettivamente, le spetta. A dispetto delle sue precedenti convinzioni.

Supponiamo invece, che la perla – novella Tarzan – non si sa come, sia stata allevata dai porci. Perciò, il mondo in cui vive sia l’unico che conosce e che ritiene ammissibile. Tipo il brutto anatroccolo, in realtà cigno.

Trovandosi in quella realtà, crede di essere suina pure lei. Ovvio mica gliel’ha detto nessuno che lei è “diversa”.

Forse un bel giorno, proprio come Narciso, le capiterà di rimirarsi in uno specchio d’acqua, di rimanere colpita dalla propria bellezze e di rendersi conto di essere differente dall’ambiente circostante.

«Magari ci sono porci e porci, non sono tutti uguali, ma se uno non sa che farsene di me, se mi relega a un putridume a contemplare sola, senza darmi importanza, cosa sto a fare qui?»

O forse si renderà conto di essere “diversa” e che un porcile non le appartiene.

O forse rimarrà lì, perché ormai ci si trova, o perché è l’unico posto che conosce, magari in attesa che quel porco si accorga di lei…

Il bello delle favole, dei detti popolari, dei proverbi, delle metafore, è che ognuno ne coglie una sfumatura, una spiegazione, una parafrasi, che meglio si addicono al proprio modo di essere.

Quindi io lascio a voi l’interpretazione e la ricerca di adattare al meglio questa favolosa dissertazione, al vostro pensiero.

…E vissero per sempre felici, preziosi, porci e contenti.

 

“Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos,

ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos”

Matteo (7, 6)

Alle mie PERLE e ai miei Porci… 😉

L’ESERCITO DEGLI SS: SCOPA & SCAPPA!

Siamo nel 2015, c’è stata l’evoluzione sessuale, quella culturale, dello stile, quella lessicale, ma certi uomini non si sono ancora evoluti, praticano ancora il grazioso gioco dello “Scopa & Scappa”, ovvero scomparire con la stessa velocità con la quale sono venuti (sì, il doppio senso è voluto).2 (1)

Le donne si sono emancipate e – a volte – sono loro stesse a proporlo, ma di sicuro possono accettare di sentirsi dire: «Voglio solo una cosa e una volta sola».  Anzi lo sentono pure spesso e, dopotutto, questi uomini sono anche da ammirare per la loro onestà, sul serio! Certo, non è detto che le fanciulle accettino, ma di disponibili ad una amichevole “botta-e-via” ne trovate parecchie, ve lo garantisco!

E allora perché esistono ancora fieri arruolati dell’esercito degli SS??

Perché non manifestare apertamente i propri intenti, piuttosto che prodursi nello squallido numero della sparizione post-coitale? Non sarebbe più pulito e trasparente e senza feriti lasciati sul campo?

No, troppo semplice e poco divertente, perché i membri dell’SS sono un’altra storia.

Sono quelli che ordiscono tutto un bel piano ben preciso per raggiungere il loro unico obiettivo: l’accoppiamento.

Ti dicono quello che vuoi sentire, assumono comportamenti impeccabili, sono pazienti, possono aspettare anche mesi, esattamente come un predatore attende il momento preciso per cacciare senza errori fatali. Sono astuti e implacabili.

Di fronte a tutta questa messinscena molto ben congeniata, qualsiasi donna, anche la più disincantata, anche la più diffidente, anche la più prevenuta, inevitabilmente capitola.

Anziché dirsi: «No, non farlo» dice: «Be’ perché no? In fondo mi ha detto un sacco di cose! Mi sembra pure esagerato. Cioè se sta facendo la parte mi sembra pure troppo! No, non mi sta prendendo in giro. È seriamente interessato. Ma ti pare che ha architettato tutto questo solo per riuscire a portarmi a letto? In fondo sarebbe più corretto chiederlo! Tutti quei discorsi, tutte quelle telefonate, no, sicuramente è sincero… » Perché ogni fanciulla non vede l’ora di trovare qualcuno che la faccia ricominciare a credere alle favole…

Gli SS lo sanno molto bene e sfruttano la nostra ingenuità di bimbe cresciute per raggiungere l’agognato amplesso. Credo di schifare poche cose al mondo più di questa…

Ma vi specchiate? Sul serio??

Potrei riempire pagine e pagine con esempi dati dalle mie esperienze personali e da quelle vissute come spalla di supporto, a dimostrazione che, purtroppo, il fenomeno SS è molto diffuso quanto frequente. Potrei riempire piscine intere con le lacrime versate dalle loro vittime e, se si potessero misurare i livelli di delusione e rabbia, forse sarebbero pari al numero di volte che sono state pronunciate le frasi:

«Come ha potuto farmi questo?» ma, sopra ogni altra cosa: «Come ho fatto ad essere così stupida?»La_verità_è_che_non_gli_piaci_abbastanza

Noi donne non ci arriviamo. Per quanto macchinose, ossessive, paranoiche, non ce la facciamo a congegnare piani del genere. Rimango sconcertata pensando che un uomo riesca a fingere per giorni, sentimenti, progetti, sorrisi, parole.

È la presa in giro quella che proprio non tolleriamo. Ci sentiamo cretine, ci sentiamo ancora più insicure, ci sentiamo usate.

Se una storia finisce, è un discorso e – seppur doloroso – è accettabile, ma se tu sparisci subito dopo aver marcato il territorio, vuol dire che quello era il tuo traguardo e altresì quello era l’epilogo programmato.

Perché la logica imporrebbe che, se hai voluto fare sesso con una persona, ti piacerebbe rifarlo, e rifarlo, e rifarlo…

Invece no, ai membri dell’SS basta un obiettivo raggiunto: una bella “X” e si passa oltre. “Ce l’ho, ce l’ho, mi manca!” Ecco la prossima preda…. E, in questa battaglia, vengono usati TUTTI i mezzi messi a disposizione.

Ho davvero, davvero, davvero, sentito e visto l’impossibile: gente che ti chiama “Amore” dopo trenta secondi, che ti tempesta di messaggi per farti sapere quanto ti pensa, che ti presenta gli amici, che ti aspetta.

Signore mie, di fronte a tutto questo teatrino non c’è scampo, ahimè!

La domanda principe rimane sempre quella: ma possibile che un uomo possa fare tutto ciò solo per una tacca sulla spalliera del letto??

Perché se scappi subito dopo, tutto questo era una squallida messinscena. Perché se davvero hai interesse, se tutto quello che hai detto e fatto era vero, se ci tenevi come dicevi, rimani. Avoja se rimani.

Tutto questo piano solo per un orgasmo che dura quanto? Cinque secondi?

Ma perché?

Forse, inconsciamente, pure voi vi fate talmente schifo da essere consapevoli che –  per conquistare qualcuna – dovete per forza fingere di essere altro. Vi fate schifo? Bravi, avete ragione, perché fate schifo!

Mi dicono che alcuni scappano perché temono di ritrovarsi troppo stretti da queste donne piovra che poi si attaccano come koala in calore. Mi viene da sorridere per due motivi: non pensate che dopo una notte una vada di corsa a scegliere l’abito nuziale, non ci sperate, perché bisogna vedere quanto vogliamo tenervi. A volte una sera e basta è più che sufficiente. Nelle donne pare che si liberi l’ossitocina, l’ormone dell’amore, che fa sì che una donna si senta legata alla persona con la quale ha condiviso il letto. A parte che non è detto per niente, ve lo garantisco, ma, anche se fosse, deve essere davvero terribile per voi sapere che c’è qualcuna che desidera starvi accanto e vivervi. Vi compatisco tanto.

Mirate a un amplesso senza nessun tipo di conseguenze e responsabilità? La soluzione è semplice…

Perché non vi pagate una mignotta? Sul serio, risparmiate tempo e denaro! Perché tra telefonate, messaggi, cene per convincerci che siete bravi ragazzi, ma non vi costa di meno andare direttamente sulla Salaria?

Ah no, giusto. Non ci sarebbe gusto. Volete mettere la soddisfazione di veder cedere una, dopo averla riempita di bugie e falsità, per poi sparire con la stessa velocità della vostra ridicola prestazione?

Avete ragione. Immagino debba essere un’immensa ricompensa per il vostro minuscolo ego. Bravi, ci siete riusciti. E giù a riderne con gli amici.

Questo porta le donne – sempre campionesse olimpiche del famoso gioco “Come posso riuscire a incolparmi anche di questo?” – a pensare «Se è scappato vuol dire che gli ho fatto schifo, non gli è piaciuto, sono terribile…»

phone-callFortunatamente la natura ci aiuta a rispondere, perché è tangibile se l’uomo ha gradito o meno. Inoltre, già se il rapporto è stato possibile, vuol dire che la donna piaceva – perché mi insegnano che sennò, viceversa, il fratellino neanche collabora .

Forse siamo circondate da un manipolo di insicuri che hanno bisogno di distruggere qualcuno per sentirsi forti.

Mi scoccia dare soddisfazione al vostro patetico orgoglio virile, ma questo fate quando vi comportate in questo modo con una donna, la distruggete.

Quando vi ritrovate a ridacchiare di quella povera cretina che ha creduto alle vostre fandonie ricordatevi questo.

Pensate se qualcuno lo facesse a vostra sorella, vostra cugina, vostra FIGLIA. Non vi sentite neanche un po’ delle merde? Sbagliate, perché lo siete. Eccome.

Provo pena per voi. Ovviamente il disprezzo è sottinteso.

Se non vi fa effetto neanche questo, ricordatevi sempre che c’è il Karma che è micidiale e anche noi siamo molto pazienti. Vi aspettiamo su quella riva del fiume, vi garantisco che – prima o poi – passerete…

Nel frattempo ringraziateci comunque perché faremo girare l’economia affidandoci agli amici Cioccolata & Alcol, conditi con lacrime amare…

Uhm… Forse esiste un patto commerciale segreto tra le Associazioni dei maschi stronzi e le multinazionali produttrici di alcol e cioccolata, che sostengono la resistenza dell’Esercito degli SS. Se fossi una complottista, avrei risolto un bel quesito!

Va be’, ridiamoci su che è meglio…

Rimane l’infinita questione: lo chiamo per insultarlo o no?

Apparentemente chiamare per sfogare il proprio rancore, per dire esattamente quel che pensi di lui, per riversargli tutto l’astio e la delusione addosso, potrebbe sembrare l’unica via percorribile e non sapete quante volte lo abbia fatto io stessa.

Ora non la penso più così. Sono convinta che i membri dell’SS sappiano esattamente di essersi comportanti in maniera inqualificabile. Sono stronzi, non stupidi, né sbadati.

Far sapere loro pure QUANTO sono riusciti a fare grande il danno, mi sembra un po’ troppo. E comunque lo immaginano, purtroppo. Perciò consiglierei di smettere di pensare a loro, con la stessa rapidità che ci hanno messo a fuggire. Non meritano di più.

E soprattutto smettetela di incolparvi, di pensare di essere sbagliate, cretine a cadere per l’ennesima volta in trappole del genere. Vi dirò di più, avete fatto bene! Perché ogni tanto credere ancora in qualcosa non fa male, anzi!

A quei tre, quattro uomini decenti che sono rimasti:

perdonateci se siamo diventate troppo prevenute, se ce l’abbiamo con voi a prescindere, se vi scoraggiamo e allontaniamo, ringraziate i vostri colleghi per questo e magari anche voi stessi se mai avete praticato l’abile piano.

E voi Sorelline, tranquille che passa. Passa tutto. Il sorriso tornerà e la delusione svanirà. A noi alla fine va pure bene. A loro decisamente meno, perché invece se sei una merda, no quello non cambierà mai.

«Gli uomini che nascono sono figli delle donne,

ma non sono come noi…»

Mia Martini

A TE, meravigliosa donna miope,

sempre dalla stessa parte mi troverai…

…A parole l’ho insultato, adesso gli posso menare???

SE L’AVESSI FATTO IO…

Qualche sera fa, c’è stato l’ennesimo passaggio televisivo di “Dirty Dancing” e noi, povere romantiche derelitte composte di adipe e ‘Lieto Fine’ – manco a dirlo – per l’ennesima volta ce lo siamo visto, sognando e singhiozzando. dirty-dancing2Non è un fenomeno isolato, guardiamo a ripetizione “Pretty Woman”, “Love Actually” e ogni filmetto adolescenziale anni ’80 che ci lasci con un sorrisino ebete e una lacrimuccia all’arrivo del “The End”.

Perché lo facciamo? Perché sogniamo! Perché (in)consciamente pensiamo: «Se capita alla protagonista brutta e sfigata, perché non dovrebbe capitare anche a me, scusa?» E questa frase di danni ne ha creati non pochi.

È cosa nota e risaputa, ritengo che le favole e i film abbiamo rovinato la vita a tutte le donne.

A tal riguardo ho già scritto molto, ma oggi vorrei provare scientificamente e razionalmente quello che sostengo. Mi sono immaginata cosa sarebbe successo se mi fossi trovata io, donna comune, al posto delle eroine dei film o delle fiabe. Cosa succederebbe nella vita reale, a parità di condizioni, se fosse una qualunque a pronunciare determinate frasi o compiere gesti disperati.

Chiedo umilmente scusa a tutti i lettori fuori da GRA, ma ritengo che certe risposte date in romanesco rendano molto di più l’idea di ciò che intendo.

Partiamo, in generale, dai film:

lui torna sempre, oppure lei va da lui e lui non la lascia più andar via. Loro si rincontrano “per caso” e non si lasciano più. E bla, bla, bla… Quante ne abbiamo viste e sentite? Troppe. A quante di noi è successa una “scena di un film”? Se state alzando la mano non vi vedo…

Bene.

Innanzitutto, se lo facessi io, di farmi trovare sotto casa di uno, verrei presa per una molestatrice oltre che, chiaramente, per una patetica stupida. E dubito, dubito fortemente che un “Lui” che se ne va, possa cambiare idea di fronte a una simile scena pietosa. Ma alle protagoniste dei film accade, eccome.

Prendiamo “The wedding date”: una povera sfigata è costretta a noleggiarsi uno stallone figo da pauuura per andare al matrimonio della sorella e far rosicare l’ex (che, nel frattempo, con la sorella ci è andato. Non al matrimonio, ma ben oltre). Ovviamente si innamorano, in due giorni – DUE – lui, oltre che figo da pauuura,  si dimostra pure una personcina più che decente e tutto va bene fino a quando litigano e lui se ne va. Però poi lui si rende conto e torna da lei, ovviamente, affermando quanto segue:The-Wedding-Date-Lamore-ha-il-suo-prezzo

«…Ma poi mi sono accorto che è meglio litigare con te che fare l’amore con chiunque altra». Non so a voi, ma a me non l’hanno mai detto. Anzi, tendenzialmente se litighi sei una che ha un cervello, rompe, quindi vai eliminata e lui preferisce non avere discussioni con “chiunque altra”. Tu stai lì che pensi «Però io sono speciale, lui lo sa e si pentirà». Forse… Ma intanto si consola con “chiunque altra” respiri e, sinceramente, non mi pare così rammaricato.

Ma analizziamo il filmetto che l’altra sera ci ha tenute incollate alla tv per la milionesima volta:

«Era l’estate del ’63 tutti mi chiamavano ancora Baby, ma a me non dispiaceva…»

A Baby, anzi che qualcuno te chiamava, perché, insomma, diciamo che non è che brilli in bellezza e simpatia!! Tanto tutte ce lo siamo chiesto: ma perché hanno scelto una protagonista così cessa?? E non fate le buoniste: «Dai, però è carina» l’abbiamo pensato tutte! Tutte!! Comunque per me, l’hanno fatto proprio per farci sognare, vedi discorso precedente, “se è successo perfino a lei”…

Lei si innamora di questo fighissimo maestro di ballo e, appena rimangono soli, gli dice:

«Ho paura ddirty_dancing edi tutto, di quello che sono, di quello che faccio, di quello che dico e, soprattutto, ho paura che se me ne vado da questa stanza non proverò mai più quello che sto provando adesso… adesso che sono qui con te». 

A lui basta, si avvinghiamo e il resto è storia. Ecco. Probabilmente se mi fossi trovata io al posto suo, donna vera nella vita vera, cessa che tenta di abbordare un bell’insegnante di “movimento di colita”, probabilmente mi sarei sentita rispondere più o meno così:

«A Baby… A parte che te chiami come il maialino coraggioso, ma secondo te? Ma m’hai visto? Lo vedi quanto sò figo? Ma secondo te uno come me va appresso a ‘na cozza come te?! Te credo che c’hai paura, che te sei specchiata?! Ma dai su! Va be’ esse ottimisti, ma tu esageri!»

Ma questo è nulla in confronto a “Pretty Woman”, perché lì lei è sì bellissima, ma è una zoccola! Una zoccola vera! Di Rodeo Drive ma sempre prostituta! Non so perché, ma tendiamo sempre a dimenticarcene…Pretty_Woman

Lui, oltre che figo, è multimiliardario e la affitta! «Ti prego, fai questo sforzo e stai con me una settimana, ti pago!!» Ci rendiamo conto a cosa crediamo?! Stanno benissimo, lei si innamora e va tutto alla grande finché lui non pronuncia quella frase che tutti gli uomini, a un certo punto, pronunciano:

«Cosa vuoi da me?» lei, che già avrebbe dovuto ringraziare il fato per tutto quello che le era capitato, rilancia senza vergogna:

«Voglio la favola…»

E lui la va a prendere con la limusine, in luogo del cavallo bianco, e vissero felici e contenti. Ci rendiamo conto? Se quella frase l’avessi detta io – anzi, io non l’avrei mai detta perché mi sarei sentita davvero troppo, troppo, patetica e sfigata – mi figuro questa schietta replica:

«A come-te-chiami… Siamo seri! Ma la favola de che? Che m’hai preso pe’ Walt Disney? Che famo? “Il miliardario e la strappona”? Daje su, essi seria!»

(Ehm… visti i film e recenti fatti di cronaca, non so voi, ma io ci sto facendo più di un pensierino sull’intraprendere l’antico mestiere: sarei ricca, non pagherei più le tasse e inizierei ad essere rispettata. Potrei perfino fare carriera in politica! E considerate che non ci sarebbe più neanche nessuno ad additarmi come “Zoccola” perché ora si dice “Escort”, volete mettere?)

Nei vari episodi di “Love Actually”, assistiamo alla commovente storia del Primo Ministro inglese che si innamora dell’assistente sempliciotta, volgare e culona. Non per mio giudizio, ma per sceneggiatura. Gli approcci sono stentati e impacciati da ambo le parti, viene quasi sfiorato perfino l’incidente diplomatico con gli USA, per salvaguardare l’onore di lei e poi il destino li separa. Tempo dopo, lei ci prova, gli manda un biglietto d’auguri per Natale, firmandolo con un «Sono davvero tua» Ha rischiato. A Natale, compleanni e feste comandate, queste mosse sono accettabili, perché tutti si scrivono ed è un’ottima scusa per manifestarsi, per avere il coraggio di farlo.love_actually

Come quando noi prendiamo coraggio e mandiamo QUEL messaggio. Ma perché non capita mai che qualcuno ci venga a cercare?! Ormai al massimo speriamo che quel qualcuno ci risponda, perché non è neanche garantito!!

Lui allora parte alla sua ricerca, si ricorda in che via abita, ma non sa precisamente dove. E allora io Primo Ministro, la vigilia di Natale, citofono ad ogni casa, ambo i lati, per trovarti.

Sì lo so, già solo questo basterebbe, senza ulteriori commenti. Perché una cosa del genere, nella vita vera, non credo sia mai accaduta. Neanche di quinta mano. Neanche all’amica, dell’amica, della cugina, della zia, della sorella, di un’amica di un’amica. Mai. Ma voglio esagerare.

«A culona, te chiamano tutti culona, un motivo ci sarà, non pensi?? Io so’ er Primo Ministro a Chicca!! Er Primo Ministro!! Non so se rendo! N’è che faccio er portiere!! Tu calcola che a livello mondiale – mondiale! – dopo Obama ce sto io! IO!! E secondo te io me metto a batteme tutte le porte de ‘na via pè trovatte a te? ‘na sciacquetta culona? Sei mia? No, guarda, recicla er regalo pe’ qualcun altro, grazie!»

Concluderei con la mia preferita, l’eroina del mio cuore alla quale ho dedicato perfino un libro: Cenerentola, cenerentola5ovvero il riscatto di tutte le povere sfigate! Perché solo in una favola, se sei buona vieni ripagata, la ruota gira, ti ricompensa da tutte le angherie subite e raggiungi il lieto fine.

Se l’avessi fatto io, di imbucarmi a un ballo, perdermi il tacco dodici e incontrare un vero Principe, probabilmente  questi mi avrebbe salutata con un:

«A lercia-de-cenere… Io che? Sposare che? Scarpetta che? ‘a scarpetta taa sarai persa perché se sarà suicidata a sta’ addosso a li piedi zozzi tui, no che io te la dovevo raccoje e venitte a cercà. Cioè: ma che davero? Io so er Principe abbbellla. Me sbavano tutte dietro, c’ho i sordi, il castello e me vengo a pijà a te?? Ma de che te fai, oh?  Ma che te sei sniffata ‘a cenere??»

Rendo pubblicamente grazie all’unico che riscatta un pochino noi donne comuni e che, una volta su un milione, ridimensiona e fa crollare i sogni della protagonista di un film.

Lei gli dice:via-col-vento

«Se te ne vai, che sarà di me? Che farò?»

E il Sig. Rhett Butler risponde:

«Francamente, me ne infischio!»

Aho… e mica sempre e solo a noi!!

PS: non ci posso fare niente… Io credo SEMPRE nel Lieto Fine, quindi vi racconto una favola accaduta: lui è tornato quando sembrava impossibile, dopo mesi di silenzio. Però che lui poi se n’è andato di nuovo non ve lo dico che sennò vi rovino la favola, ecco.

…SWEET JULY

«Hai mai visto il film “Sweet November”? Di un romanticismo fiabesco e delirante.

Allora… Lei propone a lui di frequentarsi per un mese intero e basta. Un mese, non un giorno di più né uno di meno. Un mese. «Abbastanza per conoscersi, ma non abbastanza per coinvolgersi sentimentalmente». Che poi è opinabile, a volte basta anche meno per innamorarsi. Comunque… Va be’, non te lo racconto tutto, ma lui accetta e fanno questa “prova”.  Il finale non te lo dico, però è scontato che si innamorano subito e passano un mese da favola, ecco. Un mese.

E lo sai che ti dico? È un’idea geniale!! Allora io te lo dico…

Voglio stare con te per un solo mese! Io voglio che tu sia il mio Luglio! È il mese del caldo, dell’estate, perfino del mio compleanno! Un mese tu ed io.29 - sweet-november_50 EV

E sai perché? Perché la prima volta che ci siamo visti… No, non te lo dico, lo sai! Perché mi piace il suono della tua voce e vorrei sentirlo davvero, davvero, tutti i giorni, più volte al giorno, per almeno un mese.

Perché adoro il tuo sorriso e vorrei vedertelo sfoggiare mentre guardi me.

Perché sono certa che scopriremo che ci piace ridere insieme e tenerci per mano.

Qualcuno ha usato l’espressione “Senza filtri né censure”. Capisci che intendo?

Ok te lo spiego. Tu e io per ora ci piacciamo e basta. Non sappiamo quasi niente l’una dell’altro, ma immaginiamo, nel bene e nel male. Poi abbiamo vari schemi che seguiamo: non farsi sentire spesso, non concedersi del tutto, non raccontare troppo di sé, evitare comportamenti che “in passato” hanno causato problemi… Io voglio abbattere questi paletti e voglio te per un mese intero senza limiti.

Sarebbe bello dirsi tutto senza paura, fare tutto quello che ci va senza seguire una cadenza dettata dalla ragione. «È troppo presto, è troppo tardi, andiamo con calma…»  No! Niente di tutto questo! Non abbiamo tutta l’eternità e quando il tempo è limitato, si deve dare il massimo. Un mese di tutto quello che ci passa per la testa e ci fa stare bene, senza preoccupazioni, senza paure, senza l’angoscia dei passi obbligati.

Tendiamo a rimandare, a mettere scuse, a filtrare i nostri pensieri che «Poi chissà che pensa…» Be’ non mi interessa cosa pensi, questo è quello che vorrei, pulito, puro e splendidamente folle. E vorrei essere capace di vivere così tutti i giorni… Un mese tu ed io. Non puoi avere paura di me. Perché per un mese io avrò cura di te, la mia missione sarà la tua felicità. E, credimi, io so, lo so per certo, che dopo questo mese tu non potrai fare a meno di me.

E non devi preoccuparti per me, so cosa faccio e quello a cui vado incontro e, credimi, sono felice già solo per averti detto questo. La mia felicità può solo aumentare, succeda quel che succeda. Ma io so già come andrà…

Un mese, poi si vedrà.

Quanto tempo sprechiamo? Troppo. Se va male, alle brutte, hai buttato un mese. Puoi dire in tutta onestà di non averlo, purtroppo, già fatto? La risposta la conosco.

Un mese tu ed io. Dimmi che ne pensi…»

…Mi sono svegliata sgomenta. Un sogno decisamente troppo romantico, un’audacia che non mi appartiene. E quei pensieri? Quelli, forse, un po’ sì…

Partendo dal presupposto che comunque non sono Charlize Theron, se facessi io una proposta del genere, quanto mi sentirei ridicola da uno a dieci? Un milione… Verrei presa per pazza. E se la facessero a me? Be’, devo dire che sarebbe stuzzicante…

Qual è il limite tra il romanticismo e la ridicolaggine? E chi è che lo stabilisce? Dovrebbe farlo un uomo per essere romantico e sarebbe patetico solo se fatto da una donna? O valgono entrambe le opzioni?

Qual è la giusta tempistica? Ma poi c’è?? Prima telefonata almeno tre giorni dopo che ti ha dato il numero, per non mostrarsi troppo bramosi. Sesso dopo tre appuntamenti, almeno. Dirsi «Ti Amo» dopo parecchio, perché se lo dici subito sembra che non è vero, se lo dici subito poi diventi quello più coinvolto,  dovrebbero passare dei mesi, almeno.

Tentare o rinunciare? Se va male? E se va bene? Questo tendiamo a non pensarlo mai, eppure la probabilità è la medesima. Anzi, è rassicurante pensare che un fallimento non cambia la situazione attuale, mentre un successo la muta, eccome! Ma non tentando…

Ma se uno sta bene con me, non dovrebbe venirgli naturale voler passare del tempo con me, senza che glielo chieda, e quasi imponga, io??

Ah ecco, perfetto! “Dovrebbe”! Ecco gli schemi, ecco i paletti, ecco i “dovrebbe”!

Continuo a girarmi, fantasticando su di un tipo fantastico che vuole farmi sua per almeno un mese, senza limiti, avendo come unico scopo la mia felicità.

Concludo che no, non succederà mai che io faccia a qualcuno una proposta del genere, perché mi vergogno, non ho il coraggio e non sopporterei un rifiuto. E penso che, da qualche parte nel mondo, magari un tipo fantastico sta pensando la stessa identica cosa e ha deciso di desistere.

Torno a dormire che forse è meglio… Cercando di ignorare la vocina nella mia testa che ripete: «Siamo noi che la complichiamo, la vita è semplice…»

Prima pubblicazione: 04.07.2014

IL MILFOMANE

22 - keep-calm-and-love-milf-33…C’ERA UNA VOLTA CENERENTOLA… OGGI C’E’ LA MILF!

Chi ha avuto il piacere di leggere il mio libro (tattatarattatatà: Pubblicità!) sa che mi sono divertita a classificare uomini e donne in diverse categorie. Non avevo la presunzione di pensare di averle esaurite, ma, ultimamente, ne sto riscontrando di mooolto interessanti. Uno di questi è IL MILFOMANE. Il Milfomane è, appunto, l’amante delle MILF: acronimo inglese di… No, non lo scrivo! Indica una categoria di donne, dotate di prole, sugli “anta”, particolarmente procaci e provocanti, ma… Non è detto!  MILF è proprio un modo di vivere: non tutte le quarantenni e madri sono MILF e non tutte le MILF sono quarantenni e/o madri.

Forse è accaduto quando le MILF si sono accorte di essere oggetto di attenzioni da parte dei giovincelli, o forse per un dato meramente numerico, poiché, statisticamente, le donne sono in numero superiore. E in un paese in cui i divorzi sono due su tre e l’insoddisfazione personale è ai massimi livelli, l’offerta delle MILF è in imbarazzante aumento. Dove “imbarazzante” è la parola chiave. Infatti talune MILF mi fanno vergognare del  genere femminile.  Soprattutto le appartenenti al tipo peggiore: cesse che si sentono strafighe.

La strafigaggine se la sentono anche caratterialmente, infatti le MILF sono davvero simpatiche! Pazze! Sanno solo loro divertirsi! E si vestono come le Veline (o Velone?!).

A volte mi chiedo se l’ostentazione della propria persona (tette) e del proprio  fisico (culo) da parte della quasi totalità delle MILF sia una sorta di rivalsa verso un matrimonio fallito, una vita immolata al sacro focolare domestico, molteplici sacrifici fatti per allevare la prole, o se sia, piuttosto, una semplice, quanto evidente, profferta sessuale del tipo classico: offerta speciale, apertA per saldi, quasi fine attività, si da via TUTTO!

La MILF tecnologica, col proliferare dei social network, sfrutta il nuovo campo d’azione come vetrina, come sfoggio di perle di saggezza matura ma provocante e come gps corredato di foto: MILF a pranzo, MILF al mare, MILF in discoteca…

Non solo, vi sono innumerevoli gruppi e pagine che nascono con lo scopo di fare amicizia, farsi compagnia, scambiare due chiacchiere tra pari (Tutti separati, single –anta, ecc..) o tra consapevolmente intenzionati (ventenni e MILF…) celando il vero scopo primordiale: l’accoppiamento.

I più squallidi sono quelli in cui le “offerenti” postano foto in stile Playboy e video chat da 144.

Quasi una realtà parallela, sembra ma non è un film: Il Fantastico mondo delle MILF.

I maschietti, bontà loro, si sentono quasi in dovere di soddisfare una così elevata e palese richiesta.

Avete presente quando siete ospiti in casa di qualcuno e vi offrono qualcosa? Se provate a declinare vi dicono subito: «Aho che fai i complimenti?» Perché è cattiva educazione rifiutare qualcosa che ci viene offerta con cotanto slancio! Orsù Signore mie, rallegriamoci! Siamo circondate da uomini “educati”…!

A tal uopo mi sovvengono le parole di un tipo, che solo dopo ho scoperto essere un consumatore abituale di MILF, che rispondendo con insistenza ed evidentissima costrizione (in mia presenza…) a dei messaggini sul cellulare di una MILF sposata che reclamava la sua compagnia, raccontandomi la faccenda con sentito rammarico e fastidio, aveva concluso con: «Comunque se proprio insiste, una botta gliela do!». Che filantropo! Non sono a conoscenza dell’aspetto della  signora, posso solo presumere che se fosse stata avvenente il tipo in questione avrebbe ceduto all’istante e non solo a seguito di ripetuta insistenza.  Mi viene in mente una frase che ho letto qualche tempo fa che recitava: «In questi tempi mesti fatti di indecisi, irrisolti e anaffettivi perennemente in cerca di vie d’uscita e scorciatoie, perennemente preoccupati di fare una scelta perché anche agli scarti una botta non si nega». (o la ben più nota: “Una botta non si nega neanche a un pesco”).

…Perché, ovviamente, le MILF non sono mica solo separate…  Anzi!!!

Un non-consumatore di MILF mi raccontò un delizioso aneddoto: dopo essere stato irretito da una, si presentò al luogo dell’appuntamento e l’aspettò. Di lì a poco vide arrivare la MILF con figlio piccolo al seguito e, subito dietro, amica della MILF, appositamente convenuta, cui venne affidato il pargolo.

La scena era abbastanza chiara. La suddetta si era temporaneamente congedata dal sacro vincolo del Matrimonio dicendo:

«Caro, esco con Pierino e lo porto al parco giochi…»

…che suonava decisamente meglio di:

«Caro, faccio finta di uscire con Pierino, lo deposito a un’amica, così posso trombarmi liberamente uno sconosciuto…».

Quello che non si aspettava, è che lo sconosciuto in questione, vedendo quella scena, non se la sentì di assecondare il piano:

«Credimi non ce l’ho fatta, vedere quel bambino “usato” e lasciato apposta per farsi i fatti i propri mi ha disgustato. L’ho piantata lì e me ne sono andato…».

Forse qualche uomo decente esiste ancora e per noi che crediamo SEMPRE nel Lieto Fine è una bella notizia!

Alla suddetta MILF oltre che il mio personale disprezzo, non posso assegnare ulteriori premi, perché il premio “Madre del secolo” lo darei, senza dubbio, a quella che usufruiva di un consumatore abituale di MILF, in casa propria e… Udite! Udite! In presenza della prole affidata (testuali parole) alla Playstation-che-hanno-inventato-apposta! Un applauso alla mamma e alla Sony!!!

Ma se le MILF hanno qualche difficoltà con uomini più maturi (ma de che?) trovano terreno più che fertile tra i ventenni, in fondo il termine MILF l’hanno inventato loro!

Un ragazzo di ventiquattro anni (ovvero potenziale figlio di una MILF) consumatore abituale e devoto, fu sottoposto a un mio piccolo interrogatorio. Dopo aver ammesso che, sì, luogo comune e squallido, era attratto dalle MILF poiché più esperte e, presumibilmente, più “affamate”, aggiunse anche:

«Non è solo un fatto di pensare che una donna più grande ha più esperienza, non è solo una cosa sessuale, con le donne più grandi mi piace anche il confronto visto che sono abituato con le mie coetanee, mi piace anche solo parlare con loro…»

«Ciao Pinocchio, sono la Fata Turchina!»

«Mi stai prendendo in giro?»

«Sì, ma hai cominciato tu…»

La cosa davvero divertente era che il ragazzo, come tutti gli altri coetanei, era assolutamente convinto di essere un conquistatore tale da riuscire a far capitolare una MILF. Ignorando la regola basilare: la donna decide, tu esegui e basta. E quella che abbiamo, or ora, appreso: più offri, più trovi…

La maggior offerta ha fatto sì che molte volte un uomo indeciso tra varie MILF e me, optasse per la scelta più “semplice” e durante i miei interrogativi sul perché mi venisse spesso preferita una MILF, non ho potuto fare a meno di analizzare nel dettaglio i vantaggi – costi comparati BB/MILF:

MILF: soggetto non libero e/o senza pretese,  nessun impegno, incontri sporadici, telefonate non dovute, notevole livello di “fame”, maggior esperienza, combinabile con sue pari;

BB: soggetto libero, relativa esperienza, relativa fame, probabile impegno, potenziale legame SERIO, certezza di monogamia. (Allarme rosso e fuga…)

Il “Caso” ha voluto che, molto spesso, sono venuta a sapere che anche le MILF, asservito l’uso, nel Lungo Periodo  venivano sovente scaricate non appena iniziavano ad accampare pretese. Ma che non lo sapevate? Noi donne siamo fatte in serie che è una novità? Quale donna, se ha un uomo per un certo periodo, poi non desidera averlo più a lungo? Se non abbiamo un uomo su cui sfogarci, che senso hanno le nostre giornate??

Il risultato finale, signore e signori, vede un bel pareggio BB/MILF. Stesso identico esito.

In sostanza, a parità di risultato, il fatto che sia stata battuta da una MILF solo perché si presume sia più brava e più affamata di me, mi fa scaturire un solo tipo di commento: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!

Oltre a farmi delle grasse risate, suggerirei ai MILFOMANI di buttarsi allora sulle GILF (Grandma …) perché, come dice il grande G. G. Giacobbe: «… le più brave in assoluto sono le ultraottantenni. Innanzitutto hanno un’esperienza mostruosa e poi ce la mettono davvero tutta, lucidamente consapevoli che ogni volta potrebbe essere l’ultima».

Ma una cosa accomuna le MILF e me, entrambe offriamo TUTTO.

Io: “L’Amore”(che è TUTTO).

Le MILF: ”Va bene TUTTO”…

So di averlo già detto, ma vorrei ricordare che c’è una bella e grande differenza…

In conclusione, Milfomani cari, non so se voi vi pentirete mai di avermi preferito una MILF, ma una cosa è certa: … sappiate che un giorno i vostri figli sbaveranno per me!

Prima pubblicazione: 15.01.2014

SE TE LA VOGLIO DARE, TE LA DO GRATIS (E VICEVERSA…)

FATTI: Udine, tempi moderni. Un ragazzo di 27 anni denuncia ai Carabinieri una ragazza di 24 perché, dopo aver speso ben 200 euro al primo appuntamento, lei non si è concessa.16 - spende 200 euro denuncia perchè non gliela da

Il gentiluomo ha così commentato (cito testualmente): «È uno schifo, se Dio ti ha fatto la figa è perché devi darla, sennò ti faceva un altro braccio. Ho speso 200 euro per lei e sta scema nemmeno un pompino mi fa! Ragazze così andrebbero denunciate per falsità d’intenti, prima si fanno offrire le cose e poi nemmeno in camporella vogliono andare! Noi ragazzi dobbiamo unirci, anzi, creerò una fondazione in nostra tutela..»

…Creala, ti prego. Così magari vi riunite tu e tutti quelli che la pensano come te e riusciamo ad  identificarvi più facilmente.

Mio caro, permetti che ti dica un paio di cosine…

Considera che lei aveva dimostrato almeno una certa propensione a dartela. Avendo accettato di uscire con te, stava sinceramente considerando di dartela. Perché se una non se lo sogna proprio non ci esce con te, fidati.

Considera che, generalmente, una ragazza ne ha un pochino le scatole piene di quelli che la cercano solo per… Le chiedono il numero solo per… La riempiono di complimenti solo per… La invitano ad uscire solo per… E la maggior parte delle volte neanche le accetta tutte queste proposte!

Poi arrivi tu. Il tuo aspetto lo ignoro, ma le proponi un cinema, una cena e un dopocena. Quindi vi vedete sul presto, quindi hai REALMENTE l’intenzione di passare tutta una serata con lei per conoscerla meglio. Questo passa nella testa di lei. Già con questo partivi in vantaggio, lo sai? Se le avessi proposto vediamoci DOPO cena, già lei avrebbe storto il naso, fidati. DOPO cena è tardi, già sa di losco, uhmmm non mi piace come proposta. Ma la tua era perfetta! Accetto sì!

Perché noi donnine siamo così, siamo impastate col Lieto Fine e il Principe Azzurro, non ci possiamo fare niente, ci crediamo sempre!

E che purtroppo le favole finiscono spesso in tragedie e i principi si rivelano dei veri cretini…

Ma tu no! Tu sei un gentiluomo! Tu vuoi passare più tempo possibile con me e non mi permetti di pagare nulla, perché un gentiluomo fa così! Almeno le prime volte…

Ecco con quale spirito la poverina è uscita con te.

E l’hai fatto sul serio! La sei andata a prendere, avete chiacchierato, mangiato, bevuto, riso, entrambi intenti a dare il meglio di voi stessi (sicuramente tu di più) cercando argomenti, interessi comuni, battute brillanti, non lesinando sguardi sornioni e ammiccamenti vari. La serata perfetta. Lei avrà pensato (ma non te lo dirà mai) «È eccezionale, quanto sto bene, non posso sbagliare con lui. Non posso andarci a letto la prima sera, poi chissà che pensa di me?? Poi dovrà essere perfetto, un’occasione speciale, dovrà essere naturale…»

Perché noi donne siamo sceme così, lo sai. Una donna che porti fuori per un’intera serata lo sai che ragiona così, no? Perché sennò ci avresti provato subito appena conosciuta, o sbaglio?

Ecco.

Io mi immagino la scena in cui lei, sicuramente giustificandosi, confidando che il gentiluomo avrebbe senz’altro capito e un pochino disturbata dal fatto che tu gentiluomo ci abbia provato la prima sera (perché il gentiluomo serio la prima uscita neanche ci prova…) ti ha detto quasi piangendo:

«No, tesoro scusa ma stasera non me la sento proprio… »

E tu, che sei un vero gentiluomo, le hai risposto:

«Va bene, allora fammi un pompino!»

Ecco.

Lei non solo si è sentita delusa, umiliata, scoraggiata, frustrata, e tutti gli aggettivi in -ata che ti vengono in mente che descrivono sentimenti di tristezza e delusione, ma alla fine si è anche sentita dire:

«E adesso ti denuncio pure!» …denunciATA…

Mio caro, non dovrei dirtelo – perché a 27 anni dovresti saperlo – ma forse quelli come te sono abituati a comprare tutto e non le sanno queste cose. Comunque ogni uomo comune sa che, non dico tanto, ma se ripetevi quella sera almeno un altro paio di volte, lei te la dava eccome. Anzi, pure se la portavi a mangiare dallo “Zozzone” spendendo 5 euro, se lei te la voleva dare, te la dava.

Pure se le dicevi «Tesoro ci prendiamo della pizza a taglio, una birra e andiamo a vedere le stelle?»

Te le avrebbe fatte vedere lei le stelle, fidati.

Perché noi donne saremmo sceme ad amare queste cose, ma tu hai dimostrato di essere ancora più scemo di noi. E hai speso pure 200 euro per fare il figo, coglione!

Perché non è che te l’ha chiesto lei di spendere 200 euro. Libero arbitrio… Hai presente?

Quindi tu con questa bravata della denuncia non la vedrai mai.

Non solo. Sarai identificato per sempre come “Quel coglione che ha denunciato quella perché non gliel’ha data”

Quindi qualsiasi donna, per solidarietà o per principio, non te la darà più.

…Mi correggo. Potrai puntare a quelle cerebrolese che generalmente scrivono ai serial killer in galera «Da quando ti ho visto in tv al processo non faccio che pensare a te… Sono certa che sono state quelle donne a provocarti perché nei tuoi occhi ho visto la bontà. Mi vuoi sposare?»

È vero. Spesso sopravvaluto il genere femminile. Quindi consolati mio caro, che qualcuna che te la darà sicuro la troverai. Anzi, qualcuno per favore consoli me per questo…

Se fossi in lei ti denuncerei io per truffa, falso ideologico, e soprattutto per delusione multipla!

Comunque, per il futuro, se non vuoi correre rischi ed essere certo di portare a casa il risultato, quando avrai 200 euro e sarai infoiato, a Roma c’è la Salaria, ad Udine ci sarà qualche via equivalente pregna di “signorine da compagnia”. Perciò ti consiglio vivamente di rivolgerti a loro, stai tranquillo maschio alfa che con 200 euro non ti diranno mai di NO…!

Prima pubblicazione: 18.07.2013

Lo trovi anche QUI.

NdBB: la notizia era una bufala, ma il divertimento scaturito dalla mia risposta è stato assolutamente reale. Questo articolo è stato, per oltre un anno, al vertice della classifica degli articoli più letti e commentati del sito Notizie.it. A distanza di ANNI, continuo a ricevere messaggi di insulto o di complimenti per il suddetto. 😉

Lei (oltre le apparenze…)

Lei è una come tante, ma nessuna è come lei.8 - Gustav-Klimt-1862-1918.....

Lei è una che con lo specchio è sempre una guerra.

Lei è splendida. Ma l’unica che non se ne rende conto è Lei.

Lei è una che ha una paura terribile che qualcuno entri nella sua vita, ma ancora di più che non voglia farlo.

Lei è una che si fa un milione di problemi solo per dire una parola e, dopo che l’ha fatto, su come poteva dirla meglio o diversamente o affatto. Per questo è una che parla poco, perché ha sempre il terrore di sbagliare, ma questo viene scambiato per “asocialità”.

Lei è molto timida e difficilmente riesce ad attaccare bottone. Ma questo viene scambiato per “tirarsela”.

Lei è una che ci mette il cuore, anche se si fa sempre male.

Lei è una che preferisce farsi vedere sempre sorridente, piuttosto che farsi compatire.

Lei è una che incassa i colpi pensando «Io non lo avrei mai fatto, io non mi sarei mai comportata così».

Lei è una che non si sente mai “abbastanza” perché considera gli altri sempre “troppo”.

Lei è una che non chiede mai Aiuto perché ha paura di disturbare e perché non vuole annoiare gli altri con i suoi casini… Ma questo viene visto come “altezzosità” e “chiusura”.

Lei è una che se deve mandare un messaggio sceglie ogni singola parola perché l’insicurezza le fa sempre temere di sbagliare e molto spesso le impedisce anche di mandarlo, ma questo viene visto come “indifferenza”.

Lei è una che si dispiace che molto spesso con Lei non si vada oltre l’apparenza e che non si voglia scoprire se l’etichetta messa corrisponda o meno a quella che è davvero Lei.

Lei è una che non si vergogna di dire due delle parole più temute al mondo e che forse ne abusa anche: «Scusa» e «Grazie».

Lei è una che giustifica sempre gli altri e mai se stessa.

Lei è piena…

È piena di «Però tu sei speciale» detti da persone che non l’hanno voluta vedere più.
È piena di chiamate non ricevute, sms senza risposta, consigli non richiesti, convinzioni altrui su come debba comportarsi, cosa dire… È piena di doveri. Di “Si fa” e “Non si fa”, di regole, troppo spesso non scritte da Lei. È piena di «Mi manchi»  non detti e non sentiti…  È piena di porte chiuse con gioia. È piena di bugiardi «Non importa».  È piena di paure. Ma è anche piena di entusiasmo, di abbracci dati e ricevuti, emozioni inaspettate, fragilità e forza, ripartenze…

Lei è una che va in pezzi in un momento, incolla tutti i pezzi con le sue lacrime, tira su con il naso, asciuga il mascara colato e si sorride allo specchio, perché si vuole ancora bene.

Lei è una che quando sorride illumina il mondo…

Lei è una che crede: crede nei sogni, spesso vuole credere ancora nelle favole, crede in quello che raccontano i suoi libri, i suoi film e le sue canzoni preferite, crede nelle sue amiche, crede nei suoi “pezzi di vita” che custodisce e non dimenticherà mai, fatti di volti, di sguardi, di posti, di date, di risate, di parole, di emozioni… Crede che se continua a credere forse diventerà tutto realtà, che poi credere non le costa nulla… E soprattutto e nonostante tutto continua a credere in se stessa.

Lei è una che aspetta di sentirsi dire «Mi prenderò cura di te» e intanto Lei si prende cura di tutti.

Lei è una che non finge e non mente, anche se sa che questo non a tutti piace, ma Lei è una che di questi se ne frega.

Lei è una che se ti cancella dal suo cuore lo fa per davvero, perché sa che ti ci ha tenuto anche troppo.

Lei è “buona”: buona figlia, buona amica, buona fidanzata, buona moglie, buona amante, buona madre… E si chiede se gli altri si preoccupino di essere abbastanza “buoni” per Lei.

Lei è Ogni Volta…

Ogni volta che ha voltato le spalle sperando in un «Resta». Ogni volta che è rimasta, consapevole che non era nel posto giusto. Ogni volta che ha anteposto qualcuno a Lei, sbagliando. Ogni volta che si è buttata via dimenticandosi del suo valore o pensando che c’era sempre qualcuno che valesse molto più di Lei, sbagliando. Ogni volta che si è sentita al culmine della felicità, tanto da avere paura che la favola finisse. E ogni volta che il dolore si è impadronito di Lei spegnendole gli occhi. Ogni volta che ha riso fino alle lacrime, che ha ed è stata supportata, consolata, ascoltata o è stata cattiva come solo una donna può esserlo.

Ogni volta che ha parlato, sparlato, chiesto, indagato, pianto, urlato, bevuto, cantato, ballato, creduto, sperato, Amato… È stata lei. Perché Lei è tutto questo e molto di più.

Lei è proprio come me e proprio come te.

E quelle come te e me di chi non va oltre l’apparenza se ne fregano, perché noi sappiamo di essere Stelle e nessuno può offuscare la nostra luce, non solo l’otto marzo ma tutti i giorni!

 Prima pubblicazione: 08.03.2013