POTERE DELLO “STICAZZI”, VIENI A ME!

Oggi vi voglio raccontare una storia…

Sapete che sono appassionata di psicologia, energia, spiritualità e tutta questa roba qui.

Bene, qualche giorno fa avevo un esercizio quotidiano da svolgere, facente parte di un percorso di una certa durata.

Leggo in cosa consisteva, arrivo fino in fondo e si concludeva con un invito a lasciare andare e a trovare sempre e comunque conforto nella parolina magica “STICAZZI”!

Ops, avrò letto male…

No, no. C’è scritto proprio STICAZZI.

Ora, da romana, lo Sticazzi – al pari di Mortaccitua – è un qualcosa con il quale convivi sin dalla più tenera età, con cui cresci, ti forgi. Fa parte del background socio-culturale della nostra città, possibile che io da sempre abbia avuto in mano lo strumento per essere più serena e non me ne sia mai resa conto?

Può una semplice parolina sottintendere una filosofia ben più complessa e benefica?

Mah…

Poi, è successo un altro fatto: un mio caro amico, ignaro delle mie dissertazioni della giornata, su WhatsApp mi manda il buongiorno e un’immaginetta divertente (che vedete a lato) corredata da… Sticazzi!

Era un segno, dovevo provare empiricamente la funzionalità del prodigioso mantra.

Da quel giorno, e nei successivi, ho iniziato ad applicarlo con dedizione, in ogni aspetto della mia vita.

Tizio mi ha tagliato la strada. Ma brutto str@#*!! No, aspe’… Sticazzi. Ok.

Caia mi ha dato una risposta non proprio garbata. Mo te pijo e te faccio la plastica nova che quella vecchia non t’ha risolto il probl- No. Calma. Sticazzi. Bene.

Non solo mi iniziavo a divertire da morire, ma mi sono resa conto che davvero – DAVVERO! – stava cambiando il mio modo di vedere e vivere le situazioni, nonché il mio umore. Ho realizzato quanto spesso, durante il giorno, ci preoccupiamo di affari non di nostra competenza, ci imbronciamo per inezie, così, quasi per abitudine. E di come sia salvifico il potere dello Sticazzi!

Perciò ho continuato e ho ampliato il campo di applicazione.

Al momento ho cinque chili in più? Sticazzi!

Ho tardato di qualche ora la consegna di un lavoro, IO, Miss Puntualità, Nostra Signora del Rispetto delle Scadenze, io! Prima che iniziasse un attacco di gastrite ho pronunciato un fiero Sticazzi! E mi sono sentita meglio. Ho compreso che non era successo nulla di irreparabile, né di catastrofico, che un ritardo, uno, non inficiava la mia professionalità. E poi, comunque, Sticazzi!

Sempronia ha delle paturnie che forse io potrei, ma magari… Ma Sticazzi! Perché me ne devo preoccupare io?

Quello si è offeso solo perché ho avuto l’ardire di essere sincera e mi stavano iniziando a consumare i sensi di colpa e ho provato a cercare modi per rimediare, ma no! STICAZZI! Ho fatto bene come ho fatto!

Quella la credevo un’amica e invece? Sticazzi! Au-revoir, Good-bye, Ciaone!

E poi lui, quello, sì… Dai, colui, illo…LUI! Non mi fa sentire come vorrei. STICAZZI! Perché devo perdere tempo appresso a lui? Sarà mica l’unico uomo sulla terra! MASTICAZZI!

E se poi lo perdo? Sticazzi! Dovrebbe preoccuparsi lui di non perdere me! STICAZZI!!

Quell’altro è sparito? Sticazzi! Ciao e saluta a casa!

E quel tipo che forse, ma no, però sì, o anche boh… STICAZZI!!! Non posso mica passare la vita ad aspettare che si decida! Sticazzi!

Non mi ha risposto al messaggio. Sticazzi!

Non mi ha richiamata. Sticazzi!

Non gliene frega niente. Sticazzi!

Non c’è il sole. Sticazzi!

Non mi va di fare quella cosa. Sticazzi! Non la faccio.

E tutti quelli che non mi hanno voluta o trattata di melma e sui quali continuo a rimuginare chiedendomi perché, per come, per favore… STIGRANCAZZIII!

Ooohhh…

Sentite come suona bene:

S-T-I-C-A-Z-Z-I-I-I!

Ora, dovete sapere che ci sono molte probabilità che, quando mi racconterete qualcosa, accuserete, rimprovererete, biasimerete, dimenticherete, aspetterete, ignorerete, ferirete, infastidirete, deluderete, risponderete o no, ci sarete o no, mi vorrete o no, darete o no, io vi sorrida ripetendomi STICAZZI!

E non mi sentirò in colpa per questo, anzi. E vorrei che voi faceste lo stesso con me.

La gente felice è quella che pensa di meno agli altri e io devo pensare a me per essere spudoratamente felice e priva di paturnie inutili.

Andate e diffondete il verbo.

Che lo STICAZZI sia con voi.

SEI FELICE?

Mi ha fatto un bel po’ di domande: il lavoro, la famiglia, il fidanzato, una panoramica completa, niente escluso.

Però sentivo che ne teneva una in serbo che gli premeva più delle altre, che ci teneva proprio a pormi, della quale voleva conoscere assolutamente la risposta.

Ma ignoravo di cosa si trattasse.

Non capivo quale altro argomento spinoso potesse tirare fuori.

E l’ho invitato, con gli occhi, a farmela, anche se un po’ la temevo.

Infine ha preso coraggio e ha bisbigliato:

«Sei felice?»

Boom.

LA DOMANDA.

Se me l’avesse posta qualche mese fa, non avrei esitato un attimo a rispondere:

«No, sto di merda. Va tutto male, non riesco a riprendermi…»

Ma adesso, no.

Non lo so come riesca la nostra mente a formulare così tanti pensieri in una manciata di secondi. A passare in rassegna innumerevoli immagini, istanti, frasi, ricordi.

Questi ultimi mesi li ho percorsi col pensiero e poi sono andata ancora più indietro.

La felicità.

In un suo famoso monologo, Benigni ne parla così:

«Cercatela, tutti i giorni, continuamente. Chiunque mi ascolta ora si metta in cerca della felicità. Ora, in questo momento stesso, perché è lì. Ce l’avete. Ce l’abbiamo. Perché l’hanno data a tutti noi. Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli. Ce l’hanno data in regalo, in dote. […] E anche se lei si dimentica di noi, non ci dobbiamo mai dimenticare di lei…»

Condivisibile, a volte difficile da mettere in pratica.

Totò, invece, affermava che:

«Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza»

Come la mia Prof di filosofia che diceva che, appunto, la felicità è fatta di momenti. E bisogna notarli quei momenti e custodirli e gioirne.

Ho rammentato  tutti i libri che ho letto, le meditazioni; la LoA; il potere della mente; la connessione psicofisica; il Karma; l’atteggiamento; la profezia che si autoavvera; il pensiero positivo; la legge di Murphy; la gratitudine; l’Aura; i concetti di “Luce” e “Amore” e – perché no – pure i “Vaffa” liberatori, tutte queste nozioni e pratiche con le quali ho saturato il mio già straripante cervello, che però mi aiutano, quando non sembra riuscirci nulla. Che mi hanno fatto pure guadagnare l’epiteto di “Strega”.

Tutta questa roba qui che, tutta insieme, ha contribuito a farmi creare il mio concetto di felicità.

La felicità è un modo di pensare, di agire, di atteggiarsi, di plasmarsi, di forgiare le proprie giornate, di reagire alla vita, agli imprevisti, agli intoppi, di guardare al mondo e agli altri.

L’ho verificato empiricamente.

Se la mattina ti alzi male, le cose andranno peggio. E viceversa.

Sperare non costa nulla, sorridere, nemmeno. Potremmo sempre e comunque incappare nelle delusioni, ma non dovremmo permettere loro di cambiarci, di abbrutirci, di demoralizzarci, come spesso – purtroppo – accade. Non dovremmo concentrarci sul brutto, ma perseguire il bello, la gioia.

Abbandonare quei pensieri che ci fanno stare male, che ci creano una botta allo stomaco e sofferenza, quei ricordi che ci mortificano l’anima, in favore di altri più salutari.

Quando mi accade, penso a tutte le risate che mi hanno e ho fatto fare, il loro potere è sorprendente.

Alla fine, la felicità è una scelta, niente di più.

L’ho guardato negli occhi e ho affermato con convinzione:

«Sì. Sono felice»

Lui ha annuito.

«Davvero?»

«Certo. Non ci credi?»

«Ci credo»

Ne potrei elencare milioni di motivi per i quali dovrei essere infelice, ma preferisco pensare a quelli che mi fanno sentire fortunata.

Dal sentire una canzone a mangiare qualcosa che mi piace. Le telefonate, i bei posti. E le tante persone che arricchiscono la mia vita. Posso elencare anche milioni di motivi grazie ai quali sono felice e solo di questi mi interessa.

Lo so, non è semplice. Sono tutte affermazioni che conosciamo molto bene “in teoria” ma, a volte, in pratica…

Lo so, ma ci provo.

Anzi, scelgo di essere felice.

E tu, lo sei?

 

 

«Mandami amore e luce ogni volta che pensi a me

e poi dimentica…»

Mangia, Prega, Ama